Volkswagen annuncia fino a 5 mila licenziamenti

Ridimensionamento del personale in Germania entro il 2023.
Riduzione di costi per finanziare il passaggio all’elettrico.

Una riduzione fino a 5 mila posti di lavoro entro il 2023.

Questo è il piano annunciato dal colosso automobilistico tedesco, che però non ha precisato il numero di personale che ritiene di dover licenziare in Germania.

Le dichiarazioni parlano di una riduzione fino a 5 mila posti, sperando che la vicenda non finisca come per Disney che dopo aver annunciato 28.000 licenziamenti, ne attuerà 32.000 (approfondimento al link).

Più nel dettaglio, in un comunicato stampo, la Volkswagen ha annunciato di aver raggiunto un accordo con i sindacati che prevede che “fino a 900 dipendenti” optino per una formula di pensionamento anticipato a breve termine, mentre “un numero a quattro cifre” lascerebbe l’azienda nell’ambito di un piano di progressiva cessazione dell’attività. Il numero a quattro cifre sarebbe compreso tra le 2.000 e le 4.000 unità.

Il licenziamento dei dipendenti è inerente alla riduzione dei costi, finalizzata a finanziare il passaggio all’elettrico.

Svolta green: Intesa Sanpaolo finanzia la polacca Tauron

Svolta green: Intesa Sanpaolo finanzia Tauron, colosso polacco dell’energia.
Dall’Ue, invece, bilancio limitato per eventuali fondi all’Ilva.

Intesa Sanpaolo finanzierà Tauron, il più grande distributore polacco di energia, per 175 milioni di euro nell’ottica della svolta green.

Il finanziamento prevede un piano di 5 anni e servirà a sostenere gli investimenti della società nello sviluppo delle energie rinnovabili e della distribuzione elettrica, tra cui l’ammodernamento della propria rete e il collegamento dei nuovi clienti utilizzando le ultime tecnologie ecocompatibili.

L’operazione è curata dalla Divisione Corporate and Investment Banking dell’Istituto bancario sotto la guida di Mauro Micillo ed è strutturata da Banca IMI Londra e dalla filiale di Varsavia della Divisione CIB.

La mossa va a confermare le parole di Carlo Messina in merito alle volontà di Intesa Sanpaolo di spingere sui principi della sostenibilità ambientale; dal lato di Tauron, si tratta del primo grande progetto green, confermando il proprio impegno nel raggiungimento degli obiettivi di transizione energetica 2025-2030 previsti nel piano d’impresa e contribuendo nello stesso tempo a sostenere la trasformazione energetica del Paese.

Per la svolta green in Italia, invece, Paolo Gentiloni ha detto che il bilancio è limitato (approfondimento al link); il nostro Paese, infatti, per il piano verde versa più del doppio di quanto di riceve (approfondimento al link).

Svolta green: altro “cetriolo” per l’Italia

Dalla svolta green altra fregatura per l’Italia: verserà 900 milioni per incassarne 364.
Alla Polonia 2 miliardi sui 7,5 totali.

L’Italia riceverà dall’Ue 364 milioni di euro per la svolta green.

Tutti contenti, dai sostenitori Gretini alle Sardine, ed una bella notizia, apparentemente.

I retroscena su Greta Thunberg li ha già svelati l’autore in un altro suo articolo (approfondimento al link), quelli inerenti alle politiche green si rimandato alle camuffate strategie tedesche, da sempre pro austerity, di fare spesa pubblica oltre che agli interessi dei grandi gruppi commerciali.

Il retroscena inerente ai fondi che l’Italia percepirà, invece, sta nel fatto che il Bel Paese verserà all’Europa per la tematica in questione la bellezza 900 milioni di euro.

Infatti, non è un retroscena nuovo quello che l’Italia sia un finanziatore netto dell’Unione europea. Per alimentare il fondo europeo che sarà utilizzato per la svolta green, tabella fonte ANSA alla mano l’Italia si porterà a casa un altro segno negativo (verserà 900 milioni di euro per riceverne 364, con un risultato netto di averci rimesso 536 milioni di euro).

Il tutto, per sentirsi inoltre dire che deve aumentare le tasse e tagliare i servizi “perché spende troppo”.

Ciò nonostante, le parole del ministro per gli Affari europei Enzo Amendola, sono state le seguenti:

Inizia il percorso per il Green Deal europeo che vede l’Italia protagonista. Il Fondo di 7,5 miliardi mira a garantire una transizione sociale giusta con ricadute positive per tutti gli Stati membri”.

Il totale del fondo, che prende il nome di Just Transition Fund, ammonta appunto a 7,5 miliardi di euro di cui 2 andranno alla Polonia, Paese già primo nella classifica dei finanziamenti ottenuti dall’Ue, a causa dell’ancora forte dipendenza industriale dal carbone. La quota di 2 miliardi sarebbe la soglia massima destinabile ad un unico Stato e, rapportato in percentuale, significherebbe il 26,7% dei totali 7,5 miliardi di euro.

Quanto alla quota di 364 milioni di euro che spetterà all’Italia e che saranno spalmati in 7 anni, il ministro Amendola continua:

La cifra potrà salire ad 1,3 miliardi grazie alla leva finanziaria derivante dall’investimento di questo budget, stando ai calcoli dell’Unione europea”.

Usando il condizionale e parlando di leve finanziarie, parliamo di dati stimati, presunti e/o sperati; nulla di sicuro, quindi. Di sicuro ci sono solo l’importo in uscita e quello in entrata inerenti al fondo, che portano al bilancio negativo sopracitato di 536 milioni di euro, i quali incrementano ulteriormente la posizione di contributore netto dell’Italia nei confronti dell’Europa.

La logica europea, infatti, prevede che i Paesi contributori netti versino più risorse rispetto ai Paesi beneficiari netti; da qui l’elevato importo che l’Italia dovrà versare al fine di alimentare il medesimo fondo.

La cifra da ricevere, invece, viene calcolata secondo diversi parametri come quelli ambientali, occupazionali, e la ricchezza pro capite del Paese.

Le varie caratteristiche del fondo saranno comunque discusse dagli Stati membri e dal Parlamento europeo, al fine di trovare un’intesa prima dell’avvio del prossimo periodo di programmazione europea (2021). Potrebbero dunque anche verificarsi delle variazioni.

Per il momento la svolta green è verde come un cetriolo: l’ennesimo cetriolo che l’Italia si è presa nel didietro.