Ansia per ditte e lavoratori.
Nel frattempo, il governo attende “risposte immediate” da Acciaierie d’Italia dopo la disposizione dell’azienda che a Taranto ieri ha comunicato la sospensione delle attività di 145 ditte dell’indotto che svolgono lavoro ritenuti non essenziali.
Mentre i lavoratori interessati dallo stop, circa duemila, sottolineano il rischio che si vada “verso situazioni incontrollabili dove non regna più la ragione ma la disperazione“.
Anche Confindustria esprime “preoccupazione” per “l’improvvisa sospensione dell’operatività di 145 imprese appaltatrici da parte di Acciaierie d’Italia, ex Ilva” che deve essere considerata “una priorità” tanto che diventa “strategico accelerare la piena difesa del ciclo integrale a caldo per l’Italia intera“.
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha concordato con il governatore pugliese Michele Emiliano un incontro a Roma giovedì prossimo.
Sempre il 17 il ministro riceverà i rappresentanti dei sindacati nazionali di categoria, che avevano sollecitato un confronto urgente.
Urso invita Acciaierie a fornire “risposte concrete per l’indotto e per i lavoratori, a fronte di una decisione che ha suscitato giustamente sconcerto, tanto più per le modalità con cui è stata annunciata, assolutamente inaccettabili“.
Come riporta “Huffpost”, la società ha chiesto alle ditte di liberare entro oggi i cantieri all’interno dello stabilimento siderurgico di Taranto, legando la decisione a “sopraggiunte e superiori circostanze“.