Greta Thunberg colora il Canal Grande di verde: daspo e multa per l’attivitsta

Ha versato fluoresceina con altri 36 attivisti.
Zaia: stupito dalla sua presenza nell’inutile protesta, peraltro con un gesto che ha conseguenze sull’ambiente; più che sensibilizzare cercano visibilità.

Daspo urbano di 48 ore da Venezia per Greta Thunberg e 36 attivisti di “Extinction Rebellion” che sabato 22 novembre hanno partecipato a un’azione dimostrativa non autorizzata, che ha visto diventare verdi le acque del Canal Grande. L’esponente svedese, dal Ponte di Rialto, ha versato fluoresceina nel canale sottostante per tingerlo di verde. Con il daspo è arrivata anche una multa di 150 euro.

La giovane attivista svedese, come riporta Tgcom24, nei giorni precedenti era stata a Verona tra gli ospiti principali dell’assemblea pubblica che ha visto studenti e attivisti occupare l’aula magna del polo Zanotti dell’Università.

Thunberg ha partecipato poi alla manifestazione non autorizzata a Venezia insieme al collettivo ambientalista che ha sversato il colorante da un vaporetto e che ha realizzato flash mob in più città.

Sull’episodio, stupito dalla presenza di Greta tra gli autori dell’inutile protesta, è intervenuto anche il Governatore del Veneto Luca Zaia:

Un gesto poco rispettoso per le nostre città, la loro storia, la loro fragilità. Un gesto, peraltro, che rischia di avere anche conseguenze sull’ambiente. Resto ancora più stupito nel vedere anche Greta Thunberg tra gli autori di questa inutile protesta, che evidentemente puntano – più che a sensibilizzare sull’ambiente – a dare visibilità a loro stessi. È chiaro che a costoro dell’ambiente e delle nostre città, nonché della loro fragilità, non interessa assolutamente nulla“.

Opening of the exhibition “Motion of a Nation” curated by Antonio Arévalo

Saturday, May 31, 5 p.m. at SPUMA-Space for the Arts, Giudecca, Venice.
The occasion will feature performances by Filippo Riniolo, Gaston Ramirez Feltrin and the Escuela Moderna/Ateneo Libertario Collective.

(Versione italiana al link)

Artists from different backgrounds and nationalities tell, through their works, the ills, distortions and interpretations of a symbol that, while an element of recognition, can also represent vacuity, borders and limits to freedom. The exhibition is not only a journey through different images and techniques – from photography to video, from painting to drawing – but also an introspective journey that invites reflection on the sense of belonging, the notion of nationhood and the borders that often generate conflicts and divisions.

“Motion of a Nation,” An exhibition documenting a singular journey through not only one of the symbols of iconographic tradition, but also the nation, the notion of nation, which are also belonging, but also meaningless rags. A symbol of recognition, but also sometimes of vacuity. Nations as such are a limit to freedom, a constraint, a prison, a limit, a boundary, a justification, a pretext for generating political, economic conflicts, endless wars. 

As curator Antonio Arevalo states, “Motion of a Nation is not presented as a simple archive of images, but as a bold and ironic journey through the contemporary arts scene, where art becomes an instrument of resistance and cultural proposal.

The exhibition, involving 31 artists and a collective, aims to offer a key to recreating a primordial space of creative freedom, where new visions can emerge and challenge conventions. A unique opportunity to explore how symbols and nations are also tools of social critique, memory and artistic experimentation.

The exhibition will be held at Venice SPUMA-Space for the Arts (Giudecca, Fondamenta san Biagio 800R) and will be open free of charge from May 31 to July 31, Wednesday to Sunday, 11 a.m. to 7 p.m. / in July on appointment only.

Mostra “Motion of a Nation” a cura di Antonio Arévalo

Fino al 31 luglio 2025 a SPUMA-Space for the Arts alla Giudecca (Venezia).
Per l’occasione avranno luogo le performance di Filippo Riniolo, Gaston Ramirez Feltrin e del Collettivo Escuela Moderna/Ateneo Libertario.

(English version at the link)

Artisti di diversa provenienza e nazionalità raccontano, attraverso le loro opere, i mali, le distorsioni e le interpretazioni di un simbolo che, pur essendo un elemento di riconoscimento, può anche rappresentare vacuità, confini e limiti alla libertà.

La mostra non è solo un viaggio tra immagini e tecniche diverse — dalla fotografia al video, dalla pittura al disegno — ma anche un percorso introspettivo che invita a riflettere sul senso di appartenenza, sulla nozione di nazione e sui confini che spesso generano conflitti e divisioni.

Motion of a Nation”, Una mostra che documenta un percorso singolare attraverso non soltanto uno dei simboli della tradizione iconografica, ma anche la nazione, la nozione di nazione, che sono anche appartenenza, ma anche stracci senza significati. Un simbolo di riconoscimento, ma talvolta anche di vacuità.

Le nazioni in quanto tali sono un limite alla libertà, un vincolo, una prigione, un limite, un confine, una giustificazione, un pretesto per generare conflitti politici, economici, guerre senza fine. 

Come dichiara il curatore Antonio ArevaloMotion of a Nation non si presenta come un semplice archivio di immagini, ma come un viaggio audace e ironico nel panorama delle arti contemporanee, dove l’arte diventa strumento di resistenza e proposta culturale”.

L’esposizione, che coinvolge 31 artisti e un collettivo, si propone di offrire una chiave di lettura per ricreare uno spazio primordiale di libertà creativa, in cui nuove visioni possano emergere e sfidare le convenzioni. Un’occasione unica per esplorare come simboli e nazioni siano anche strumenti di critica sociale, di memoria e di sperimentazione artistica.

La mostra si terrà a Venezia SPUMA-Space for the Arts (Giudecca, Fondamenta san Biagio 800R) 

Dal 31 maggio al 31 luglio, dal mercoledì alla domenica, dalle 11:00 alle 19:00, a luglio solo su appuntamento.

Biennale Venezia: in migliaia chiedono l’esclusione di Israele

A richiederlo sono artisti, istituzioni ed enti culturali.
“No al padiglione del Genocidio alla Biennale”.

Migliaia di artisti, oltre ad istituzioni ed enti culturali, hanno chiesto l’esclusione di Israele dalla prossima Biennale d’Arte di Venezia, in programma dal 20 aprile al 24 novembre.

La richiesta, come riporta Ansa, è contenuta in una lettera diretta alla Fondazione della Biennale, che ha già raccolto oltre 8mila sottoscrittori.

Più precisamente, nell’appello si legge quanto di seguito:

Mentre il mondo dell’arte si prepara a visitare il diorama dello stato-nazione ai Giardini, affermiamo che è inaccettabile ospitare uno Stato impegnato nelle atrocità in corso contro i palestinesi a Gaza. No al Padiglione del Genocidio alla Biennale“.

Il comune più povero d’Italia si trova a 500 km da quello più ricco

Il cantante Bocelli la causa?
Ecco la mappa della Cgia.

Circa 500 km separano il comune più ricco d’Italia e quello più povero: lo segnala la Cgia spiegando che si tratta rispettivamente di Lajatico (provincia di Pisa) e Cavargna (provincia di Como), al confine con la Svizzera.

I dati raccontano che i 985 contribuenti residenti a Lajatico nel 2021 hanno dichiarato un reddito complessivo Irpef medio pari a 54.708 euro, mentre i 94 presenti nel borgo di Cavargna, invece, solo 6.314 euro.

Una differenza di quasi nove volte sulla quale peraltro certamente non è indifferente l”effetto Bocelli‘ visto che il tenore ha la residenza nel piccolo comune toscano.

Analizzando i dati del ministero dell’Economia e delle Finanze riferiti alle dichiarazioni dei redditi ai fini Irpef del 2021, come riporta Adnkronos, la Cgia evidenzia poi i segnali di “impoverimento” che purtroppo interessano anche il Nord: tra i 50 comuni più ‘poveri’ del Paese, ad esempio, ben 11 sono del settentrione.

Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di piccolissime realtà di montagna che hanno vissuto negli ultimi 30-40 anni lo spopolamento e un progressivo invecchiamento della popolazione rimasta.

Milano comunque rimane il comune capoluogo di provincia più ricco d’Italia con 37.189 euro; praticamente il doppio dei 18.706 euro dichiarati a Ragusa.

Nella classifica complessiva Roma si colloca al 120° posto con 28.646 euro, Bolzano al 133° con 28.473 euro, Firenze al 186° con 27.636 euro mentre Venezia addirittura al 1.034° con 24.058 euro.

Per la Cgia peraltro “non è da escludere che con una decisa accelerazione verso l’autonomia differenziata, in tempi ragionevolmente brevi si potranno accorciare le distanze economiche/sociali tra il Nord e il Sud, ma anche tra i territori ricchi e quelli poveri presenti in una stessa regione“.

Dalla Cgia ricordano che va comunque sottolineato che questi dati non includono i redditi dei soggetti a imposta sostitutiva o esenti da tassazione diretta (come gli interessi sui redditi di capitale e i redditi realizzati applicando il regime fiscale forfettario) e da eventuali integrazioni (reddito di cittadinanza, assegno unico, pensioni di invalidità, etc.).

Ovviamente, in questa statistica non sono compresi nemmeno gli effetti del lavoro sommerso e dell’evasione fiscale che nelle aree più disagiate del Paese spesso costituiscono un vero e proprio “espediente” per sostenere economicamente in particolar modo le fasce sociali più deboli.