Renault: possibile taglio di 3.000 dipendenti

Il nuovo CEO Provost vuole ridurre i costi e pensa a tagli in risorse umane, finanza e marketing.
La decisione sarà presa entro l’anno.

Renault sta valutando di arrivare a tagliare 3.000 posti di lavoro attraverso un piano di licenziamento volontario.

Questo è quanto riporta la stampa francese, citata da Reuters e poi da HDmotori.it.

La casa automobilistica sta portando avanti un piano di riduzione dei costi chiamato “Arrow” e adesso avrebbe intenzione di ridurre del 15% il personale nei servizi di supporto come risorse umane, finanza e marketing.

Si prevede, quindi, che alla fine si arriverà ad una riduzione di circa 3.000 dipendenti presso la sede centrale della casa automobilistica a Parigi e in altre sedi in tutto il mondo.

Una decisione definitiva, comunque, sarà presa entro la fine dell’anno dal nuovo CEO Francois Provost che ha sostituito Luca De Meo, passato al settore del lusso dopo eccellenti risultati nell’automotive proprio alla guida di Renault (approfondimento al link).

De Meo lascia il gruppo Renault dopo eccellenti risultati

Le dimissioni avranno effetto dal 15 luglio.
Secondo Le Figaro diventerà direttore generale del gruppo del lusso Kering.

Il “patron” di Renault dal 2020, Luca de Meo, ha lasciato la casa automobilistica francese per diventare direttore generale del gruppo del lusso Kering, il cui Pdg, François-Henri Pinault, ha deciso di sdoppiare le funzioni di vertice.

Secondo Le Figaro De Meo, 58 anni, ha annunciato la sua uscita dal gruppo automobilistico durante il cda di oggi. Da parte di Kering, nessun commento per ora.

Il cda, riunito dal presidente Jean-Dominique Senard, gli ha espresso la propria gratitudine per il rilancio e la trasformazione del Gruppo e ha concordato che le sue dimissioni avranno effetto dal 15 luglio 2025.

Il cda – si legge in una nota del Gruppo Renault – ha avviato il processo di nomina di un nuovo amministratore delegato sulla base del piano di successione già definito e ha espresso fiducia nella qualità e nell’esperienza del team dirigenziale per proseguire e accelerare la strategia di trasformazione del Gruppo Renault in questa nuova fase“.

Come riporta Ansa, il presidente del gruppo Renault Jean-Dominique Senard ha commentato come di seguito:

Per cinque anni, Luca de Meo ha lavorato per riportare il Gruppo Renault al suo posto di diritto. Sotto la sua guida la nostra azienda è tornata su solide fondamenta, vanta una gamma di prodotti impressionante e ha ripreso a crescere. Oltre a essere un capitano d’industria eccezionale, Luca de Meo è anche una persona creativa, impegnata, appassionata e fonte di ispirazione. Oggi, l’intera azienda si unisce a me nel ringraziarlo per tutti questi anni e per tutte le sfide collettive affrontate con successo. A livello personale ricorderò sempre la qualità delle nostre relazioni durante questo viaggio indimenticabile. Questo mi offre anche l’opportunità di ringraziare calorosamente i dipendenti del Gruppo che hanno lavorato al nostro fianco per la ripresa di questa azienda emblematica di cui siamo tutti così orgogliosi“. 

De Meo, da parte sua, ha dichiarato:

Arriva un momento nella vita – ha detto De Meo – in cui si sa che il lavoro è fatto. Nel Gruppo Renault, abbiamo affrontato sfide immense in meno di cinque anni! Abbiamo raggiunto ciò che molti ritenevano impossibile. Oggi, i risultati parlano da soli: sono i migliori della nostra storia. Abbiamo un team forte e un’organizzazione agile. Abbiamo anche un piano strategico pronto per la prossima generazione di prodotti. Per questo ho deciso che è giunto il momento di passare il testimone. Lascio un’azienda trasformata, pronta per il futuro, per mettere a frutto la mia esperienza in altri settori e intraprendere nuove avventure.
Guidare il Gruppo Renault è stato un privilegio. È stata un’avventura umana e industriale che capita solo una volta nella vita. Per questo, sarò sempre grato alle donne e agli uomini di questa azienda – i Renaulutionnaires – per la loro passione, il loro impegno e la loro convinzione. Sono loro i veri motori. Inoltre vorrei ringraziare Jean-Dominique Senard per avermi scelto diversi anni fa, per il suo sostegno e la sua fiducia, così come il cda per aver creduto nei nostri progetti. E il meglio deve ancora venire…“.

Stellantis: per il dopo Tavares si punta il fuoriclasse italiano di Apple

Il Ceo di Apple: “Senza di lui non avremmo toccato il cielo”.
Ecco chi è in cima alla lista dei desideri Stellantis.

Senza di lui non avremmo toccato il cielo”.

Bastano queste parole di Tim Cook, ceo di Apple, per capire l‘importanza che ha avuto Luca Maestri nell’ascesa del colosso degli iPhone. E stando alle ultime indiscrezioni, come riporta Finanza Online, Stellantis avrebbe messo gli occhi proprio su di lui per il dopo Tavares.

Piazza Affari accoglie senza scossoni l’emergere del nome Maestri e oggi continua il recupero in Borsa con +0,85% poco sopra i 12 euro.

Nei giorni scorsi per il dopo Tavares si erano fatti anche i nomi di Luca de Meo, attuale ceo di Renault, così come di interni quali Maxime Picat, chief purchasing e supplier quality officer del gruppo e Antonio Filosa, chief operating officer North America.

Luca Maestri è il direttore finanziario (cfo) uscente di Apple: ad agosto, infatti, è stato annunciato il passaggio di testimone a partire da gennaio 2025 con al suo posto Kevan Parekh.

Dal prossimo anno Maestri, che ha una ricchezza stimata di oltre 300 milioni di dollari, dovrebbe guidare i team dei servizi aziendali, tra cui i sistemi e le tecnologie informatiche, la sicurezza informatica, il settore immobiliare e lo sviluppo.

Il condizionale è d’obbligo perché le ultime indiscrezioni vedono John Elkann aver bussato alla porta di Maestri per testare la disponibilità a prendere la guida di Stellantis.

Negli oltre dieci anni in Apple insieme al ceo Tim Cook, il manager italiano ha contribuito all’ascesa imponente della Mela Morsicata: le vendite di iPhone si sono più che quadruplicate rispetto ai livelli del 2010, fatturato del gruppo più che raddoppiato, Apple è diventata anche un fornitore di servizi. Tutto ciò ha portato le quotazioni a Wall Street a livelli stratosferici, con prezzi più che decuplicati rispetto al 2014.

Il 61enne manager romano, prima della lunga carriera in Apple, ha avuto modo di farsi le ossa anche nel settore automotive: tra il 2000 e il 2008 è stato cfo in General Motor, dove si è occupato anche della joint venture con Fiat e del rilancio del colosso in Asia e America Latina.

Maestri è passato anche per colossi quali Nokia, Siemens, Networks e Xerox prima di approdare in Apple nel 2013.

L’arrivo di Maestri in Stellantis sarebbe nel solco di quanto già fatto con Ferrari, che ha scelto un tecnico esperto tech come Benedetto Vigna, per la guida del Cavallino. In più Maestri ha una profonda conoscenza del mercato statunitense, chiave per Stellantis in quanto è il mercato più redditizio del gruppo.

Proprio gli Usa sono stati probabilmente uno degli elementi di maggiore frizione che ha fatto cadere la testa di Tavares, incapace di gestire il crollo delle vendite e il conseguente eccesso di scorte.

Oltreoceano si è consumata anche la disputa profonda con i sindacati che hanno tuonato contro la gestione Tavares con il numero uno del sindacato Uaw, Shawn Fain, ha bollato Tavares come il vero “problema di Stellantis”.

Stellantis alla ricerca di un nuovo Ceo

La notizia fa salire le azioni.
De Meo potrebbe essere il nome scelto per rimpiazzare il criticato Tavares.

Stellantis alla caccia di un nuovo Ceo.

La società ha iniziato la ricerca per la successione dell’amministratore delegato Carlos Tavares, il cui contratto termina nel 2026.

Dopo l’annuncio le azioni Stellantis sono salite in Borsa.

Lo ha rivelato Bloomberg, citando alcune fonti vicine al dossier secondo le quali non ci sarebbero però piani per un immediato cambio alla leadership e lo stesso Tavares sarà incluso nel processo di ricerca dell’azienda italo-francese.

Nonostante si tratti di un “normale processo di successione”, come precisato da Stellantis, la notizia fa rumore, anche perché arriva in un periodo in cui Tavares è molto sotto pressione a causa della performance deludente in Nord America.

Negli Usa, infatti, le vendite sono rallentate, diversi manager hanno lasciato la società e i sindacati – soprattutto il potentissimo Uaw – sono nuovamente sul piede di guerra: il cda di Stellantis si riunirà il 9 e il 10 ottobre negli Usa per valutare i piani da attuare per rilanciare le attività nell’area, riferiscono ancora le stesse fonti all’agenzia statunitense.

Nel frattempo anche in Italia la situazione è tutt’altro che tranquilla, con il Governo che continua a chiedere aumenti alla produzione negli impianti del Paese e i sindacati che dovrebbero annunciare oggi, martedì 24 settembre, una mobilitazione collettiva contro il gruppo e si avviano verso lo sciopero.

Tavares, 66 anni, è stato uno degli artefici della fusione tra Fca e Psa che ha dato vita a Stellantis e nel corso del suo mandato da amministratore delegato ha seguito un rigoroso percorso di riduzione dei costi e sta provando a far fronte all’indebolimento della domanda di auto elettriche intensificato dalla concorrenza dei produttori cinesi.

Pochi giorni fa lo stesso manager ha ammesso di aver fatto cose impopolari negli ultimi anni per evitare di trovarci nella situazione in cui si trova oggi Volkswagen”, ha detto l’ad a margine dell’inaugurazione del nuovo hub globale dei veicoli commerciali presso il Mirafiori Automotive Park 2030 di Torino.

Lo stesso Tavares ha dichiarato quanto di seguito:

Stiamo lavorando molto duramente per evitare la situazione di Volkswagen e il futuro dirà se saremo in grado di evitare alcuni problemi o no. È troppo presto per dirlo oggi, dipende da molti fattori, dai consumatori, da quanto riusciremo a ridurre i costi, dipende dalla volontà dei Paesi europei di supportare i consumatori nell’acquisto di veicoli elettrici”.

Il nome papabile per sostituire il critica Ceo uscente parrebbe essere quello di Luca De Meo, attuale Amministratore delegato di Renault.

L’auto elettrica? Una rivoluzione per ricchi

A dirlo è De Meo, Ceo del gruppo Renault.
La mobilità per come l’abbiamo conosciuta non esisterà più.

A dirlo è Luca de Meo, ceo del gruppo Renault, in un incontro con la stampa a Locorotondo, in Puglia, a margine del Viva Festival, kermesse di musica elettronica di cui la Renault è main sponsor, come riportato da Quattroruote.

Nell’occasione, il numero uno della Casa francese ha affrontato vari temi, dalla Formula Uno alla competizione industriale con i cinesi, passando per l’ACEA e gli e-fuel.

Di seguito alcune delle sue dichiarazioni più importanti:

Costruire un’elettrica costa più di un’auto tradizionale per gl’investimenti, la tecnologia a bordo e i componenti. Questa è, come ho sempre detto, la rivoluzione dei ricchi. Va accettata l’idea che la mobilità privata per come l’abbiamo conosciuta non esisterà più. Il mercato europeo da 17 milioni di pezzi l’anno ce lo dobbiamo dimenticare. I ricchi si compreranno l’elettrico e tutti gli altri si terranno le macchine usate fino a quando la politica glielo permetterà“.

Sul 2040:

Quando ho dato l’intervista a Repubblica, una decina di giorni fa, mi sono stupito. Nel titolo c’era scritto che io voglio spostare il phase out dal 2035 al 2040. In realtà ho detto una cosa leggermente diversa. Ovvero, che noi a suo tempo avevamo subito avvisato la Commissione Ambiente che per il 2035 era letteralmente impossibile avere una domanda sostenuta e naturale per le elettriche; e che sarebbe stato meglio spostare tutto al 2040. Non ci hanno ascoltato, e infatti ora per sostenere la transizione bisogna puntare sugl’incentivi oppure su iniziative su cui ho dei dubbi, come il leasing sociale proposto dal governo francese. Comunque, il nostro ruolo è di seguire le indicazioni del policy maker: vorrà dire che ci daremo da fare per essere pronti per il 2035″.

Sui media:

Oggi è evidente come stia prendendo piede un atteggiamento critico nei confronti della transizione. Ma io mi ricordo benissimo come tre-quattro anni fa le principali testate, guidate in questo dalla grande finanza, erano schierate nel definire l’elettrico l’unica carta sul tavolo. Fondamentali per una corretta informazione sono le testate specializzate, che hanno il compito di guidare il consumatore andando in profondità: altro che gli influencer. C’è bisogno di fonti credibili, che spieghino limiti e vantaggi dell’elettrico. Sono assolutamente convinto che già ora le Bev, in molti casi, siano assolutamente superiori a un paragonabile modello termico, per efficienza e prestazioni. I costi di gestione sono un terzo rispetto alle Ice“.

Sull’Acea:

Non bisogna limitarsi alla foto di quanto verrà. Va guardato il video attuale puntando sulla neutralità tecnologica. Non si ha avuto il coraggio nel comunicare bene le alternative all’elettrico e nello spiegare come i carburanti di origine sintetica, ad esempio, potrebbero essere da subito un’alternativa valida per ridurre l’impatto ambientale del circolante. Relegarli come sta facendo Bruxelles al trasporto aereo ne impedisce l’utilizzo su ampia scala“.

Sui cinesi:

Il governo di Pechino sta spingendo a suon di miliardi di investimenti la competitività delle sue aziende automotive e noi per ora non ci stiamo difendendo. Anzi, tocca ricordare che quando noi abbiamo voluto andare lì abbiamo dovuto accettare le loro regole. La verità è che stiamo giocando una partita falsata: è come una partita 11 contro 15. Noi europei strapaghiamo l’energia elettrica mentre loro vi accedono a costi ridicoli producendola con fonti fossili, oltre ad avere il vantaggio competitivo del costo del lavoro ridicolo rispetto al nostro. Detto questo, vedo che tutti ci hanno già dato per sconfitti. Ricordo agli scettici che in passato, in Europa, sono già arrivati gli americani, poi i giapponesi e anche i coreani: non mi sembra che i produttori locali siano scomparsi, anzi. Anche in Renault abbiamo avuto dei problemi, certo, però è altrettanto vero che siamo qui da 125 anni. Anche questa volta andremo a combattere sul mercato. E comunque l’automotive è un business evolutivo: se perderemo trazione in Europa, vorrà dire che le nostre macchine andremo a venderle altrove“.

Sulla catena del valore dell’elettrico:

Ora l’Europa si sta attrezzando per affrancarsi dalla dipendenza dall’economia cinese. Va bene. Ma dobbiamo accettare l’idea che oggi di questa catena del valore noi controlliamo, a dir tanto, il 2-3%. Nel 2035, forse, arriveremo se va bene al 5%“.