Trump condannato: rivolta dei trasportatori

Lanciata la campagna di boicottaggio a New York.
Trump: “Onorato di avere tanti patrioti dalla parte delle libertà”.

Truckers for Trump“, un’organizzazione fondata da autotrasportatori che sostengono l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, hanno lanciato una campagna di boicottaggio della città di New York, dopo che una corte della Grande Mela ha condannato l’ex inquilino della Casa Bianca al pagamento di 355 milioni di dollari con l’accusa di frode, e ha vietato all’ex presidente di amministrare le sue attività nella città per i prossimi tre anni.

Come riporta Tgcom24, Trump ha commentato l’iniziativa di protesta sul social media Truth, definendosi “onorato di avere tanti patrioti dalla parte della libertà“.

No ad un livello economico minimo uniforme su tutto il territorio nazionale

Il rischio è lo sviluppo di un pericoloso contenzioso.
Il parere del giuslavorista Giovanni Costantino.

Si tratta di un dibattito fuorviante che non tiene conto delle reali richieste della Costituzione e dell’Unione Europea”. Così Giovanni Costantino a commento della bagarre in Parlamento sul salario minimo.

La maggioranza, infatti, ha sostituito il disegno di legge presentato dall’opposizione, che prevedeva la definizione di un salario minimo legale uguale per tutti i settori produttivi (si parla dei “famosi” 9 euro orari), con una delega al Governo a individuare misure per assicurare retribuzioni giuste ed eque, stimolare il rinnovo dei ccnl e contrastare il dumping contrattuale. Tra i principali compiti dell’Esecutivo dovrebbe esservi, in particolare, quello di definire, per ciascuna categoria di lavoratori, i contratti maggiormente applicati che costituiranno “la condizione economica minima da riconoscere ai lavoratori appartenenti alla medesima categoria”.

È di ieri, infatti, la dichiarazione del Commissario UE Schmit, secondo cui la direttiva comunitaria non impone un sistema rispetto a un altro, ma persegue l’obiettivo di avere un salario dignitoso. Lo stesso monito arriva dalla Cassazione, secondo cui l’art. 36 della Costituzione garantisce ai lavoratori non solo il minimo per vivere, ma anche la possibilità di partecipare ad attività culturali, educative e sociali.

Tale obiettivo – prosegue il giuslavorista – non può essere perseguito fissando un livello economico minimo uniforme su tutto il territorio nazionale, seppur differenziato per categoria merceologica, ma solo adottando un modello retributivo dinamico che tenga conto del costo della vita di ogni specifica parte del Paese, molto diverso tra Nord e Sud (i dati segnalano un divario di oltre il 25%). In caso contrario sarà inevitabile lo svilupparsi di un insostenibile contenzioso a scapito della certezza del diritto e della dignità delle relazioni industriali”.

Melillo nuovo procuratore antimafia e antiterrorismo

La nomina arriva dal Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura.
La spunta su Gratteri e Russo.

Giovanni Melillo è il nuovo procuratore nazionale antimafia ed antiterrorismo.

La nomina è stata fatta dal Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura.

Melillo, 61 anni e capo della procura di Napoli, ha ottenuto 13 voti (3 Unicost, 5 Area, i due capi di corte, Curzio e Salvi, e i laici Benedetti, Donati e Cerabona), mentre 7 preferenze sono andate a Nicola Gratteri e 5 voti a Giovanni Russo.

Polonia: Corte Costituzionale respinge Corte Ue

Respinto il pronunciamento sulla giustizia polacca.
“Non vincolanti ed in conflitto con la Costituzione polacca”.

La Corte Costituzionale polacca ha respinto il pronunciamento della Corte Ue, le cui ordinanze temporanee sulla giustizia polacca sono state ritenute “non vincolanti ed in contrasto con la Costituzione” da parte della polacca.

Subito sono partiti i commenti da parte Ue nel ritenere la decisione mossa da pareri del governo polacco di destra; a tal proposito, l’europarlamentare olandese Jeroen Lenaers ha commentato come di seguito:

Il rifiuto di applicare decisioni della Corte di giustizia europea in Polonia è un chiaro passo verso il portare la Polonia fuori dall’Unione europea: temiamo che il governo polacco stia andando verso la Polexit.

Riforma giustizia: sarà più conveniente delinquere

Gratteri: “Il 50% dei processi sarà improcedibile”.
I termini della riforma agevolano la prescrizione: delinquere sarà più conveniente.

Più danni che benefici dalla riforma Cartabia?

La nuova riforma della giustizia agevola la prescrizione con la conseguenza che buona parte dei processi finirà in un nulla di fatto; questa la posizione del procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, che ha aggiunto “E temo che i sette maxi processi contro la ‘ndrangheta che si stanno celebrando nel distretto di Catanzaro saranno dichiarati tutti improcedibili in appello. Un problema che non riguarda solo i i processi di mafia ma anche i reati contro la pubblica amministrazione“.

Davanti alla Commissione Giustizia alla Camera, Gratteri ha poi proseguito come seguito:

Rischiamo la diminuzione del livello di sicurezza per la Nazione, perché con questa riforma converrà ancora di più delinquere.

Le nuove norme della ministra Cartabia prevedono l’improcedibilità se il processo di appello e quello in Cassazione non terminano rispettivamente entro due e un anno. Continua, dunque, il procuratore:

Fissare una tagliola con un termine così ristretto annullerà la qualità del lavoro dei magistrati e comporterà un aumento dei ricorsi in appello. Se prima qualcuno non presentava impugnazioni, con questa riforma lo faranno tutti, con l’obiettivo di giungere all’improcedibilità. A questo sarebbe meglio tornare alla prescrizione del reato come era prima della riforma Bonafede, provocherebbe meno danni.

In risposta, arriva il tweet di Enrico Costa di Azione:

I sette processi per ‘ndrangheta non saranno improcedibili, perché la riforma Cartabia si applica solamente ai fatti successivi al 1 gennaio 2020.

Il problema rimarrebbe però quindi per il futuro. Infatti, a rimarca quanto detto da Gratteri, arrivano anche le parole del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Federico Cafiero De Raho:

La riforma della prescrizione con la norma sull’improcedibilità mina la sicurezza del Paese. E, senza risorse aggiuntive, con tempi così brevi si prospettano conseguenze molto gravi nella lotta alla mafia e al terrorismo.