Audi licenzia 7.500 dipendenti

Interessati gli stabilimenti di Ingolstadt e Neckarsulm.
I risparmi saranno investiti in intelligenza artificiale ed elettrico.

Audi ha annunciato un piano di ristrutturazione che prevede il taglio di 7.500 posti di lavoro entro il 2029, con l’obiettivo di rendere più rapide, produttive e flessibili le attività negli stabilimenti di Ingolstadt e Neckarsulm.

La casa automobilistica tedesca prevede che questa operazione porterà a risparmi superiori a 1 miliardo di euro all’anno, come riporta motor1,com.

Parallelamente, Audi investirà 8 miliardi di euro nei suoi impianti in Germania entro la fine del decennio.

Ad Ingolstadt verrà poi prodotto un nuovo modello elettrico di fascia d’ingresso, forse una nuova Q2 e-tron, mentre lo stabilimento di Neckarsulm sarà preparato per la digitalizzazione e l’integrazione dell’intelligenza artificiale.

Inoltre, l’azienda creerà un fondo da 250 milioni di euro per sviluppare nuove piattaforme produttive dedicate ai futuri veicoli elettrici.

Stellantis investe 38 milioni a Verrone

Verranno prodotti componenti per motori elettrici.
Imparato: stiamo concretamente dimostrando di potercela fare.

Stellantis ha appena confermato ufficialmente un investimento da 38 milioni di euro per il suo stabilimento di Verrone in Piemonte.

I lavori serviranno ad allestire 56 macchine utensili necessarie a produrre componenti per motori elettrici pensati per veicoli del gruppo basati sulla piattaforma STLA Small.

L’avvio della produzione nella fabbrica sita in provincia di Biella è previsto entro il 2027.

Come riporta MotoriOnline, Jean Philippe Imparato, Chief Operating Officer, Enlarged Europe ha dichiarato:

Siamo molto orgogliosi di questo investimento, che si allinea perfettamente con le altre iniziative in corso nei vari mercati europei del Gruppo, con l’obiettivo di proiettarci nel futuro. Questo investimento conferma ancora una volta le elevate competenze professionali e l’impegno delle persone che lavorano in tutti gli impianti italiani di Stellantis, senza fare distinzione tra la produzione di autovetture, veicoli commerciali, componenti, motori e cambi. Insieme possiamo farcela, e noi lo stiamo dimostrando concretamente.

Stellantis richiama 68.000 auto per difetti al motore

Possibili perdite di olio che possono causare un incendio nel vano motore.
Ecco di quali veicoli e anni di produzione si tratta.

Si tratta, senza mezzi termini, di una bella mazzata per Stellantis, che in Francia ha avviato un massiccio richiamo di 68.000 veicoli a causa di un problema agli iniettori di raffreddamento dell’olio nei motori PureTech 1.2 da 82 cavalli.

Il difetto potrebbe causare potenzialmente significative perdite d’olio con il conseguente rischio di incendio nel vano motore.

I modelli oggetto dell’operazione di richiamo e controllo coinvolti includono 57.000 Citroën C3, 2.500 Peugeot 208 e 8.700 Opel Corsa, tutti prodotti tra il 2022 e il 2024 e non è una novità, ma una criticità in parte già nota, che ha già reso necessari richiami simili in diversi paesi europei, tra i quali la Spagna.

Un richiamo di questa portata ha come è facile intuire costi molto significativi per Stellantis, oltre a provocare non pochi problemi d’immagine al gruppo.

Ci sono i costi legati direttamente alle riparazioni, con ogni intervento che richiede la sostituzione degli iniettori e il controllo del motore, con un tempo medio stimato di 30 minuti per singola auto. A questi si aggiungono le spese logistiche per la gestione delle varie richieste, il rifornimento dei componenti di ricambio e la comunicazione con i clienti, con la loro inevitabile e conseguente insoddisfazione e potenziale, se non probabile, disaffezione nei confronti del brand.

L’impatto economico non si limita alle sole spese operative, dopo l’intervento il valore residuo dei modelli coinvolti potrebbe infatti subire un rilevante deprezzamento sul mercato dell’usato, come avvenuto già in Spagna, dove oltre 100 proprietari di auto hanno avviato cause legali contro Stellantis.

Volkswagen pronta a convertire la produzione: da auto a carri armati?

L’amministratore delegato si dichiara aperto ad aiutare nel riarmo europeo.
Trump chiude gli aiuti a Kiev, l’Europa rilancia.

Si torna ai tempi storici, quella che videro nascere la casa automobilistica tedesca.

Volkswagen, infatti,  è pronta a sostenere il potenziamento della capacità di difesa dell’Europa, mentre la Germania cerca di riarmarsi ed il settore auto tedesco è il profonda crisi, come riporta Bloomberg.

Finora non ci sono state discussioni concrete, ma la casa automobilistica tedesca è pronta a consigliare e guidare produttori sullo sviluppo e la produzione di veicoli armati, ha dichiarato martedì l’amministratore delegato Oliver Blume durante la conferenza stampa annuale dell’azienda a Wolfsburg.

Più precisamente, come riporta Scenari Economici, Blume ha dichiarato quanto di seguito:

Abbiamo competenze nel settore automobilistico e siamo disponibili a fornire consulenza, ma al momento tutto è completamente aperto”.

I leader europei si sono impegnati ad aumentare la spesa per la difesa per sostenere l’Ucraina dopo che Trump ha interrotto gli aiuti militari e ha smesso di condividere alcune informazioni con le forze di Kiev.

Elettrico: il progetto statale polacco chiude prima di nascere

Le auto elettriche dell’azienda ElectroMobility Poland non arriveranno mai sulle strade.
Mancanza di investitori: licenziati i 40 dipendenti.

ElectroMobility Poland è l’azienda statale responsabile del progetto Izera, un marchio di auto elettriche.

Tuttavia, Izera non arriverà mai sulle strade.

Come riporta Dziennik Gazeta Prawna, infatti, l’azienda ha deciso di licenziare i dipendenti e di modificare i piani.

Attualmente è previsto il licenziamento di quaranta persone e la ristrutturazione interesserà tutti i reparti; come riporta Polonia Oggi, la causa della riduzione del personale è la mancanza di investitori.