Federterziario sui fondi interprofessionali: “Misure più adatte a micro e pmi”

Su 240 mln per la formazione dei cassaintegrati, impegnato solo il 4%.

La formazione prevista per i cassaintegrati non ha raggiunto l’obiettivo sperato“. Le parole di Alessandro Franco, segretario generale di FederTerziario, l’organismo datoriale che rappresenta circa 90mila imprese associate, principalmente micro, piccole e medie, si focalizzano sui dati riportati nel XXIV Rapporto dell’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche (INAPP) che evidenziano come a fronte di 240 milioni disponibili nel biennio 2022-2023, ne sono stati effettivamente impegnati poco più di 11 milioni, pari a circa il 4% del totale.

Questo dato – spiega Alessandro Francodimostra la difficoltà nell’utilizzare questa misura rispetto alla platea dei potenziali destinatari, soprattutto per le imprese di minori dimensioni, dove il vincolo della contemporaneità tra periodo di sospensione dell’attività lavorativa e avvio della formazione diventa di difficile applicabilità”.

Nell’ottica di un miglioramento della gestione dei Fondi restano da dirimere anche le questioni legate alle risorse destinate e al cosiddetto “prelievo forzoso” effettuato dall’INPS che di fatto decurta ulteriormente le linee di finanziamento destinate ai Fondi.

Sarebbe auspicabile – spiega Francoinnalzare il tetto dello 0,30% per portare l’Italia ai livelli di altri paesi europei, come la Francia, o quantomeno eliminare il ‘prelievo forzoso’ perché le sole risorse versate dalle imprese sulle trattenute dei contributi non consentono ai Fondi Interprofessionali che non hanno ricevuto start-up, tra i quali FondItalia, di mettere a bando risorse in favore di determinate categorie di lavoratori. Inoltre, considerando la sottocapitalizzazione delle MPMI, l’aumento delle risorse economiche disponibili permetterebbe alle imprese di essere più produttive e maggiormente competitive sul mercato anche per affrontare la transizione digitale e green“.

La fruizione della formazione nelle micro, piccole e medie imprese assume coordinate decisamente differenti rispetto alla grande imprese e senza correttivi adeguati si rischia di creare elementi di criticità anche sul fronte della concorrenza. Occorrono stanziamenti aggiuntivi e una revisione dell’utilizzo dei Fondi dedicati. A tal proposito bisognerebbe rivedere l’applicazione della disciplina relativa agli aiuti di stato che oggi comporta disparità di trattamento fra MPMI e Grandi imprese, creando una distorsione del sistema, in contraddizione con l’assunto normativo introdotto proprio al fine di non alterare la concorrenza.   

“Oggi, le nostre MPMI – aggiunge il segretario generale rischiano di essere escluse dai mercati, di subire pesanti riduzioni di fatturato o addirittura di dover cessare lattività perché troppo deboli, con poche competenze tecniche e spesso sottocapitalizzate. Un contesto economico fortemente polarizzato da imprese di grandi dimensioni, soprattutto internazionali, più capaci di sostenere investimenti in tecnologie e di supportare la crescita delle competenze interne, rischia di limitare gli spazi per le piccole imprese“. 

Resta fondamentale, quindi, il “ruolo sociale” dei fondi interprofessionali, che hanno già dimostrato di poter essere decisivi per consentire a lavoratori e imprese l’acquisizione e l’adeguamento di competenze determinanti per riuscire a consolidare la propria competitività nel sistema produttivo globale.

Riteniamo strategicamente importante che venga data ai fondi la possibilità di formare anche il datore di lavoro delle imprese che occupano fino a 15 dipendenti – conclude il segretario generale , da un lato, per facilitare e rendere sempre più immediato l’accesso alla formazione, anche attraverso percorsi individuali e personalizzati, in coerenza con le specifiche esigenze, dall’altro, perché formare gli imprenditori vuol dire anche consentire loro di trasferire la cultura della formazione, della sicurezza e delle transizioni”.

Formazione, FederTerziario: “Per 8 pmi su 10 formazione è priorità ma il Sud è ancora in ritardo”

L’organismo datoriale evidenzia i punti critici del sistema formativo nazionale emersi da uno studio del Politecnico di Milano a cui ha contributo e dalle rilevazioni Istat

Per l’80% delle pmi la formazione è una priorità, anche se solo per il 51% rientra nella strategia aziendale. Sono alcuni dei dati emersi dalla ricerca “Lo stato dell’arte della formazione finanziata nelle PMI: analisi e proposte” realizzata dall’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano, con il sostegno e la partecipazione, tra gli altri, di Federterziario. Numeri che l’organismo datoriale ha approfondito, con dati Istat pubblicati nel 2024, per evidenziare alcuni punti critici del sistema formativo nazionale, a partire dalla disparità tra le aree geografiche del Paese: in termini di partecipazione ad attività formative, formali e non formali, ci sono oltre 11 punti percentuali che separano il Nord-est dal Sud (39,7% e 28,3% rispettivamente).

Sappiamo quanto la formazione continua – spiega Alessandro Franco, segretario generale FederTerziario – sia determinante nell’accrescere la competitività delle aziende in un mercato sempre più animato dalla globalità, dall’innovazione e dalla necessità di sapersi adeguare a cambiamenti continui e sempre più frenetici, come quelli derivanti dall’introduzione di nuove tecnologie e dall’automazione, che possono rendere rapidamente obsolete alcune competenze. Per questo siamo soprattutto convinti che investire in formazione sia indispensabile per sviluppare le competenze rispondenti alle reali esigenze presenti e future, sia dei settori tradizionali che di quelli innovativi. È un fattore noto anche a molte imprese che considerano la formazione effettivamente una priorità: secondo i dati emersi dalla ricerca infatti il 51% ritiene la formazione una priorità e fa già parte della loro strategia aziendale, cui si aggiunge il 31% che la ritiene una priorità pur non facendola rientrare in un’attività programmatica vera e propria dell’impresa. Però i dati regionali ci ricordano quanto sia indispensabile continuare a promuoverne la diffusione, attraverso campagne informative, incentivi e opzioni di finanziamento che contribuiscano a rendere più equilibrata la distribuzione sul territorio nazionale“.

Un impegno che l’organismo datoriale si è intestato tramite un’intensa attività di promozione e sensibilizzazione territoriale: i dati diffusi a febbraio da FondItalia – il Fondo Interprofessionale promosso FederTerziario e Ugl – hanno evidenziato numeri in controtendenza rispetto ai dati nazionali. Infatti, in relazione all’Avviso Femi 2025.01, sono stati registrati 120 progetti per un valore complessivo di oltre 2 milioni di euro che, pur vedendo primeggiare la Lombardia, fanno emergere anche le buone performance di Sardegna e Puglia. Un impegno da sviluppare ancora più intensamente visto che il 54% delle pmi, secondo lo studio del Politecnico, finanzia le attività di formazione con risorse interne ed esterne, il 32% con risorse interne, e solo il 10% con risorse esterne come i fondi interprofessionali.

Un altro capitolo al centro dell’azione dell’organismo datoriale riguarda il rapporto generale tra sistema dell’istruzione e della formazione e mercato del lavoro che subisce, peraltro, anche il fenomeno della crisi demografica. Secondo lo studio del Politecnico, il 56% delle pmi intervistate non ha attivato alcun programma di reclutamento, solo il 24% l’ha fatto con la scuola secondaria di secondo grado, il 22% con l’università, il 21% con gli istituti tecnologici superiori. Per le micro, piccole e medie imprese italiane – realtà che contribuiscono all’85% del pil nazionale – è una ulteriore sfida che secondo FederTerziario si affronta con la “transizione delle competenze”, un processo che deve includere l’istruzione, la formazione e il lavoro puntando su processi continui che tengano conto dei percorsi innovativi.

Bisogna valorizzare il sistema dell’istruzione e della formazione nell’ottica del mercato del lavoro – conclude Francoperché l’Italia resta tra i primi posti a livello europeo per numero di neet, soprattutto a causa della quota presente nelle regioni meridionali, cui deve aggiungersi il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro per mancanza delle competenze richieste che, solo nel 2023, è costato all’Italia 44 miliardi di euro, pari al 2,5% del PIL nazionale. Bisogna investire, pertanto, non solo per la riqualificazione del personale ancora impiegato, ma anche per formare quelle figure professionali in uscita dal sistema scolastico che possono poi trovare adeguata corrispondenza nel mercato del lavoro, attraverso percorsi d’istruzione e formazione più ibridi, flessibili e personalizzati, capaci di sfruttare anche tecnologie innovative come il microlearning e le certificazioni agili”.

Polonia: sfida a colpi di investimenti tra Philip Morris e Japan Tobacco

Philip Morris investe 1 miliardo di zloty.
Japan Tobacco crea un campo fotovoltaico di 16 ettari.

Philip Morris International (PMI) ha investito un miliardo di złoty nella sua fabbrica situata a Cracovia, creando numerosi nuovi posti di lavoro.

Questo significativo investimento rafforza la posizione della Polonia come hub industriale in Europa e testimonia la fiducia degli investitori stranieri nell’economia polacca.

L’espansione della fabbrica non solo aumenta la capacità produttiva, ma stimola anche l’economia locale attraverso l’occupazione e la collaborazione con fornitori locali.

Questo sviluppo rappresenta un passo avanti per l’industria manifatturiera polacca, promuovendo l’innovazione e la competitività nel mercato globale.

Non solo.

Come riporta Polonia Oggi, è una vera e propria sfida a colpi di investimenti nel settore del tabacco.

Infatti, anche Japan Tobacco International (JTI), che ha il suo più grande centro di produzione al mondo a Stary Gostków, in Poloni, ha investito più di 1,3 miliardi di dollari dal 2007.

L’ultimo sviluppo, ovvero un campo fotovoltaico di quasi 16 ettari, fornirà oltre il 20% del fabbisogno elettrico dei quattro stabilimenti polacchi di JTI.

Il parco fotovoltaico che inauguriamo oggi non solo riflette l’impegno di JTI nei confronti dei nostri obiettivi di sostenibilità, ma anche il nostro impegno a favore dell’economia polacca. Inoltre, contribuisce al nostro obiettivo di ottenere il 100% dell’elettricità da fonti rinnovabili entro il 2040”, dichiara Vassilis Vovos, direttore finanziario di JTI. La nuova installazione prevede quasi 25.000 pannelli solari. Il suo funzionamento ridurrà le emissioni di CO2 di quasi 10.000 tonnellate all’anno. “Da anni investiamo nello sviluppo della Polonia e oggi facciamo un altro passo avanti verso una produzione completamente sostenibile”, sottolinea Philip Livingston, Vicepresidente senior della catena di fornitura globale.

Nasce l’Osservatorio sulle micro, piccole e medie imprese di FederTerziario e Universitas Mercatorum

Sottoscritto l’accordo tra l’organismo datoriale e l’università telematica delle camere di commercio per la creazione dell’Osservatorio sulle dinamiche sociali, economiche e giuridiche riguardanti prevalentemente il mercato del lavoro e le micro e PMI.

Un nuovo attore si presenta sulla scena economica nazionale per contribuire all’analisi dei fenomeni relativi alle micro, piccole e medie imprese che costituiscono per numerosità circa il 99% della struttura imprenditoriale nazionale. È l’Osservatorio sulle dinamiche sociali, economiche e giuridiche riguardanti prevalentemente il mercato del lavoro e le micro e PMI che è stato costituito da FederTerziario, che attualmente associa oltre 90mila aziende, e dall’Universitas Mercatorum, l’università telematica delle Camere di Commercio.

È un progetto articolato – spiega Nicola Patrizi, presidente FederTerziario finalizzato a individuare e analizzare le tendenze e le sfide del mercato del lavoro in relazione ai cambiamenti dei modelli di gestione e di organizzazione delle micro, piccole e medie imprese alla luce delle frenetiche innovazioni tecnologiche. Lavoreremo anche per raccogliere esempi di buone pratiche ed elaborare relazioni o studi su argomenti di attualità“.

L’azione dell’Osservatorio sarà supportata da ricerche condotte sul campo, col contributo di partnership istituzionali e scientifiche, seguendo un modello aperto e modulare. Si opererà, pertanto, per partecipare al dibattito nazionale col coinvolgimento di istituzioni, realtà socioprofessionali, società civile e mondo accademico tramite la programmazione e l’organizzazione di eventi pubblici.

A specificare il coinvolgimento di Universitas Mercatorum è il Magnifico Rettore della Universitas Mercatorum Prof. Giovanni Cannata: L’iniziativa si inquadra nell’ambito delle attività di terza missione dell’Ateneo e si può considerare come una naturale evoluzione di una partnership che conta diversi anni di collaborazioni sfociate in partecipazioni reciproche in progetti competitivi di ateneo, finanziamenti di borse di dottorato e ora nella creazione di questo osservatorio LAMP“.

In quest’ottica l’Osservatorio si colloca come riferimento per diversi soggetti, considerando che “le esigenze delle piccole e medie imprese del settore – aggiunge il Magnifico Rettore coincidono, quasi sempre, con quelle dei loro lavoratori con i quali lavorano fianco a fianco. LAMP vuol rappresentare un faro che si accende e focalizza l’attenzione di studiosi, ricercatori, esperti, corpi intermedi ed operatori sulle dinamiche dell’economia nazionale studiate ed analizzate sia dal lato delle PMI che dei lavoratori, al fine di realizzare studi scientifici e sviluppare momenti di diffusione e confronto con la società civile“. In conclusione una riflessione su un lavoro con vista su un futuro sempre più complesso: “Sempre più significative sfide attendono questi interconnessi attori sociali ed economici, come ad esempio quelle dettate dalle nuove tecnologie, si pensi all’euforia che caratterizza le prime applicazioni dell’AI, della sostenibilità, dell’applicazione dell’ESG e dell’economia circolare: bisogna chiedersi ad esempio quale impatto avrà l’applicazione della Direttiva sulla Due Diligence per le grandi imprese e su quelle della loro rete di subfornitura, composta prevalentemente da imprese minori“.

Una questione di grande rilevanza che l’Osservatorio si troverà ad affrontare, nell’ambito più ampio, appunto, delle sfide imposte dalle nuove tecnologie nel mondo del lavoro e dalla globalizzazione dei mercati.

Considerando anche il ruolo di FederTerziario nella rappresentanza delle micro, piccole e medie imprese – conclude Patrizi, l’Osservatorio rientra nella strategia di promuovere il dialogo nazionale ed europeo sui temi che riguardano da vicino i nostri associati. Nello specifico, risulta fondamentale anche per studiare le più recenti dinamiche del mercato del lavoro, così come i modelli di impresa che stanno attraversando una profonda trasformazione a livello di strutture, meccanismi e relazioni“.

Rispondere alla competizione globale anche con l’ausilio degli strumenti della ricerca sarà un valore aggiunto che l’Osservatorio potrà offrire alle imprese, a partire da cross-innovation e cross-fertilization, grazie a forme studiate di formazione in tutte le sue più moderne forme (digitale, learning by doing, ecc.) e di ricerca/azione, finalizzate a incentivare le collaborazioni tra tessuto imprenditoriale, realtà accademiche, territori e società civile, passando inoltre per lo sviluppo della scienza aperta e per la produzione e disseminazione di ricerche e col coinvolgimento proattivo dei cittadini e delle istituzioni nella ricerca. Determinante, inoltre, lo sviluppo della sostenibilità ambientale, della inclusione e del contrasto alle diseguaglianze.

TELNET DATA è PMI innovativa

Riconoscimento importante per l’azienda di Udine che produce software gestionali: “Siamo molto orgogliosi dell’importante traguardo raggiunto, frutto di lavoro e competenze”.

Telnet Data, l’azienda di Udine nata nel 2007 e che produce software gestionali, è stata riconosciuta PMI innovativa.

Dopo essersi già resa protagonista nel supportare le aziende per affrontare le modalità lavorative imposte dal Covid19 e fino a prima decisamente molto poco utilizzate o quantomeno non sfruttate (approfondimento al link), Telnet Data raggiunge un altro traguardo a dir poco importante: il riconoscimento di PMI innovativa.

Ci sono cinque requisiti che accomunano tutte le PMI Innovative:

  • Hanno meno di 250 dipendenti;
  • Hanno un fatturato inferiore ai 50 milioni di euro o un patrimoniale attivo inferiore ai 43 milioni;
  • Hanno almeno una sede produttiva o filiale in Italia con bilancio certificato o redatto da un revisore contabile;
  • Non sono iscritte al registro delle StartUp Innovative o ad incubatori;
  • Non sono quotate sul mercato.

Per essere veramente innovative, devono possedere almeno due di questi criteri:

  • Un certo volume di spese di ricerca e innovazione maggiore o uguale al 3% del maggiore tra costo e valore totale della produzione;
  • Dipendenti o collaboratori per almeno un quinto della forza lavoro che siano dottorati o dottorandi di ricerca, laureati con almeno tre anni di attività di ricerca presso istituti pubblici o privato. Oppure, che un terzo della forza lavoro sia costituita da laureati magistrali.
  • Titolare o depositaria o licenziataria di almeno una privativa industriale per un’invenzione o titolare dei diritti di un programma per elaboratore che sia registrato al Registro Pubblico Speciale per i Programmi per Elaboratore, purché sia direttamente afferente all’oggetto sociale e all’attività d’impresa.

Ne abbiamo parlato con la dott.ssa Sara Di Gaspero, laureata in “Lingue e Culture dell’Asia e dell’Africa Mediterranea – curriculum Giapponese” presso l’Università degli Studi Ca’ Foscari di Venezia ed attualmente addetta Commerciale della stessa Telnet Data.

Dott.ssa Di Gaspero, come avete accolto la bella notizia?

“È un grande orgoglio per noi annunciare questo enorme traguardo: siamo diventati parte della grande famiglia delle PMI Innovative, sparse su tutto il suolo italiano e simbolo di cosa siamo in grado di fare per continuare a costruire il futuro del nostro paese.”

Secondo lei, qual è stata la chiave del successo nel raggiungere un obiettivo così importante?

“Dietro Telnet Data ci sono giovani laureati, fiduciosi, pieni di voglia di fare ed imparare che mettono le loro conoscenze a servizio dell’innovazione e della digitalizzazione, guidati dall’esperienza del CEO Stefano Marioni.”

Quali sono i vostri punti di forza? Cosa vi differenzia dalla concorrenza?

“I nostri prodotti, altamente tecnologici e sviluppati in cloud, sfruttano anche un algoritmo proprietario nato dallo sforzo comune dei membri del team con più esperienza e i giovani laureati. Il loro know-how migliora costantemente la funzionalità dell’algoritmo, aprendo diverse porte ad un futuro sempre più tecnologico e piazzato su basi sicure.”

Ha qualche esempio?

“i vantaggi per l’utente che usa i nostri software sono notevoli: questi garantiscono risparmio di tempo e semplificazione delle normali procedure amministrative e operative, permettendogli di concentrarsi con semplicità sul proprio business, e tenendo sotto controllo le funzioni aziendali in un’unica soluzione. Data Working ad esempio è uno strumento molto utile per l’imprenditore: lo assiste nella gestione della rilevazione delle ore lavorate, sia in presenza che in remoto, fornendo quindi uno strumento semplice di comunicazione con il consulente del lavoro.”

Interessante! Nonostante il periodo non facile, pare essere il momento giusto per investire nei vostri prodotti ed aggredire la crisi dovuta al Covid19, dico bene?

“Esatto! Non solo questo titolo ci porterà ad una più ampia possibilità di poter collaborare con altre aziende, ma chi investe nelle PMI ha delle agevolazioni: ora la detrazione d’imposta per le persone fisiche che investono è passata al 50%, mentre è del 30% per le persone giuridiche. Questo riflette quanto il mondo delle PMI è colmo di possibilità non solo per le aziende stesse, ma anche per chi crede nel futuro e nelle capacità di chi sta lavorando per proiettarci il più lontano possibile.”

Sul prestigioso traguardo è intervenuto anche il CEO di Telnet Data, Stefano Marioni:

“Questo è il commento del nostro CEO Stefano Marioni: “Il riconoscimento di Telnet Data come PMI Innovativa ci apre a nuovi orizzonti a cui potremo ambire d’ora in poi. L’obiettivo raggiunto è importantissimo e di grande pregio, il che ci porterà anche a nuove, entusiasmanti occasioni di collaborazione con altre PMI ed anche con le più raffinate realtà italiane. Insomma: il bello viene proprio ora!”.