(Versione polacca al link – traduzione di Aneta Chruscik)
(Versione inglese al link – traduzione Jolanta Micinska-Hercog)
Il governo spinge sull’eliminazione del contante; ed i decreti emessi vanno in questo senso, portando le soglie massime di pagamento tramite cash prima a 3.000 euro, poi, a 2.000 ed infine a 1.000 euro nel giro di circa un paio d’anni.
Il motivo principale, o almeno quello sbandierato, è la lotta all’evasione (benché ci basti guardare il recente scandalo Wirecard per capire che l’argomento non regge). Eppure anche l’Ue, in una lettera del 16 dicembre scorso in cui invita il governo italiano ad andarci piano, mette in luce che l’eliminazione del contante ha già avuto degli effetti negativi in Spagna ed in Grecia. Inoltre, tra i sette punti presenti nella lettera, fa notare anche che per eliminare il contante bisogna garantire l’equità nell’utilizzo di un mezzo di pagamento alternativo, tradotto: se si vuole eliminare il contante, bisogna che sui cittadini non ricadono i costi di gestione del nuovo mezzo di pagamento (siano essi le commissioni o gli acquisti dei dispositivi elettronici).
Infine, l’Ue tocca anche un altro punto: il contante favorisce la corretta gestione del denaro aiutando ad averne una giusta percezione, in quanto favorisce il controllo della spesa.
Di questo, ne aveva già parlato Alessandro Montanari, giornalista euroscettico ed autore tv (sue le trasmissioni “Lultimaparola” (Rai2) e “La Gabbia” (La7) ed oggi su Rete 4 a “Stasera Italia”), autore di un libro che fin dal titolo ha fatto molto parlare di sé: “Euroinomani”, edito da Uno Editori.
General Magazine è voluto tornare sul tema ed affrontare proprio con Montanari quelle tematiche che prima di altri aveva avuto il guizzo di individuare.
Montanari, concorda sul fatto che con l’eliminazione del contante si risolverebbe il problema dell’evasione?
“La si limiterebbe, direi; il fatto che senza contante non ci sia evasione non è stato provato da nessuna parte. E poi ci proteggerebbe solo dall’evasione dei piccoli ma non dall’elusione dei grandi capitali, che è poi quella che genera gli ammanchi nelle casse degli Stati.”
Lei, prima di altri se non di tutti, ha individuato dei punti critici nell’eliminazione del contante: ce ne parla?
“Tralasciamo i pro ed i contro che tutti conosciamo, trascuriamo anche la possibilità di un blackout (che comunque dovrebbe farci riflettere visto che ci lascerebbe tutti nel caos), accantoniamo anche la questione dei costi sulla quale è già intervenuta l’Ue, come hai detto, e partiamo da una considerazione: contante e carte sono entrambi mezzi di pagamento ma uno è anche valore in sé mentre l’altro è solo un mezzo di pagamento che, infatti – vedi le carte di credito – può anche non prevedere sul conto corrente sottostante il valore necessario all’acquisto del bene che vogliamo comperare”.
Dove vuole arrivare?
“Vi invito a pensare a che cosa vuol dire smaterializzare il denaro, a che effetti avrebbe sulle nostre abitudini e sul nostro stile di vita ma, ancora di più, sullo stile di vita delle generazioni future, quelle che, da bambini e da ragazzi, non avranno fatto, come noi, l’esperienza del denaro contante. Ci si pensa di rado, ma il contante conduce quasi automaticamente al risparmio e al consumo responsabile. Quando paghi col contante, ad esempio, acquisti un bene solo se hai il denaro sufficiente per comprarlo e se ce l’hai in quel momento. Tutti quelli della mia generazione, da piccoli, sono stati educati al risparmio con un banale esperimento tattile e visivo, quindi molto materiale e molto comprensibile per chiunque. Gli stessi nonni che ci regalavano le mancette, ci regalavano di solito anche un salvadanaio. Se qualcuno ti faceva un regalino, i soldi li mettevi lì. E lì li accumulavi, così come ci insegnavano i grandi, per poi poterti comprare, da solo, il gioco che sognavi. E allora risparmiavi, settimana dopo settimana, piccolo sacrificio dopo piccolo sacrificio, per poi arrivare, trionfante ed emozionato, nel negozio e comprare la tanto agognata bicicletta, facendo così la tua prima ed istruttiva esperienza di consumo responsabile. Aggiungo che quell’attesa sfibrante aveva anche un altro valore: ci insegnava a desiderare e a selezionare i desideri, scartando quelli superflui perché futili o al di fuori della nostra portata.”
E tutto questo coi pagamenti elettronici si perde?
“Se parliamo di pedagogia, di bambini che diventeranno ragazzi e poi adulti, io dico di sì: si perde irrimediabilmente. Ai bambini di domani, abolendo il contante, non potremo mettere in mano monetine o banconote da infilare in un salvadanaio e va da sé che sarà impossibile spiegargli che una certa moneta equivale a un ghiacciolo mentre una certa banconota equivale a un gelato mentre un gruppetto delle stesse banconote può trasformarsi, magicamente, in una bicicletta. Dovremo aspettare che crescano per poi, da ragazzi, mettergli in mano una carta che fatalmente sarà di debito ma anche di credito (vedrete se non sarà così…). Quella carta per lui non rappresenterà tanto un valore, accumulato nel tempo, ma la chiave d’accesso a un consumo immediato e illimitato. I ragazzi non dovranno più desiderare, fare sacrifici e risparmiare, magari mettendo in discussione i propri desideri, selezionandoli e scartandoli: potranno comprare tutto ciò che vogliono nell’attimo stesso in cui lo desidereranno, con un clic dal divano. E per comprarlo non sarà nemmeno necessario disporre di tutti i soldi che occorrono. Con la carta di credito, infatti, avviene questo: nello stesso momento in cui desideri, compri, mentre i soldi li darai poi. Mi correggo, i soldi “li troverai” poi. Dico “troverai” perché questo sistema pare fatto apposta per indebitarci. Ma le persone indebitate possono dire molti meno “no” di chi ha dei risparmi. E’ prevedibile, ad esempio, che a risarcimento della loro fatica e del loro ingegno siano costretti ad accettare stipendi non dignitosi, quando non addirittura umilianti. Detto in altri termini, più ti indebiti più sarai ricattabile e mansueto. E’ inevitabile. Sarà per questo che l’eliminazione del contante piace così tanto al sistema?”