Truffe finanziarie via Whatsapp: Consob chiede rimozione app da Google e Apple

Le app CapFirst e CapOne promettevano rendimenti fino al 300%; in realtà erano attività fasulle ed i soldi impegnati sparivano.

La Consob ha ordinato la cessazione di alcune attività di intermediazione finanziaria abusiva legate a due applicazioni, CapFirst (Google Pay) e CapOne (Apple Store), attraverso cui venivano promessi rendimenti fino al 300% via WhatsApp.

Lo dice una nota Consob, ripresa poi da Reuters, nella quale ha chiesto a Google e Apple di rimuovere le due app dai rispettivi store online.

Nel dettaglio, l’autorità che vigila sulla Borsa ha bloccato le proposte abusive d’investimento promosse su Whatsapp da sedicenti esperti del settore finanziario operanti presumibilmente sotto nomi di copertura, che millantavano una presunta autorizzazione da parte della stessa Consob.

La truffa consisteva nel prospettare rendimenti “stratosferici“, anche a tre cifre, che i risparmiatori avrebbero potuto ottenere seguendo le istruzioni loro impartite su Whatsapp e operando sui mercati finanziari tramite due app disponibili su Google Pay e Apple Store, cioè CapFirst e CapOne, da scaricare sul proprio smartphone. Attraverso le app e dopo aver aperto un conto che in apparenza sarebbe servito ad effettuare le operazioni di trading, le vittime della truffa erano indotte a svolgere una finta attività di negoziazione e d’investimento su titoli azionari e indici di Borsa, che poi si rivelava fasulla, portando alla perdita totale delle somme impegnate, spiega il garante.

La Consob ha inoltre diffuso una nuova Avvertenza ai risparmiatori sui rischi connessi alle proposte di investimento che circolano su gruppi e chat Whatsapp.

La precedente Avvertenza, del novembre scorso, faceva riferimento alle truffe che, usando come esca nomi come Morgan Stanley o Blackrock, promuovevano via Whatsapp false opportunità di investimento.

Bitcoin in caduta: -12,12%

Investitori preoccupati per l’inasprimento della regolamentazione in Cina.
Trump attacca: “Solo una truffa”.

Dopo il calo dovuto alle dichiarazioni di Elon Musk (approfondimento al link), il Bitcoin continua la sua caduta che, scendendo sotto la soglia dei 32.000 dollari, precisamente a 31.702, perde il 12,12%.

Sulla stessa onda negativa anche le altre valute digitali, con Ethereum che perde il 14,70% stabilizzandosi a 2.373 dollari.

I motivi del calo sono diversi; si va dalla preoccupazione degli investitori per il sempre maggior inasprimento della regolamentazione del settore in Cina, fino al fatto che le autorità federali Usa hanno rintracciato e recuperato 2,3 milioni di dollari in criptovalute, la metà del riscatto pagato ad hacker stranieri, il cui attacco a maggio aveva portato al blocco della più grande rete di oleodotti del Paese, gestita dalla Colonial Pipeline.

Come se non bastasse, l’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è tornato ad attaccare il Bitcoin in un’intervista rilasciata alla Fox Business:

Solo una truffa. Non mi piace perché è un’altra valuta in competizione con il dollaro.

Anche l’attuale presidente della Consob, il professore emerito di politica economica e già ministro per gli affari europei Paolo Savona, era intervenuto sul tema delle criptovalute definendole “un pericolo per la società” (approfondimento al link).

Le criptovalute sono un pericolo per la società

Disamina del prof. Savona che va oltre il tema della sovranità monetaria ed invoca una nuova Bretton Woods.
A rischio le conquiste civili.

Nel prologo del volume “Criptomonete – Al di là della sovranità monetaria”, edito da MF–Milano Finanza in cui sono raccolti diversi scritti del professore, Paolo Savona parla delle criptovalute, definendole un pericolo.

Più precisamente, l’attuale presidente della Consob e già ministro per gli affari europei, scrive:

Il passaggio delle sovranità monetarie dalle mani pubbliche a quelle dei privati attraverso le criptomonete comporta conseguenze gravissime, non solo nel contesto economico, ma forse anche più in quello sociale.

Come riporta “Italia Oggi”, il professore emerito di politica economica, continua poi come di seguito:

Con il silenzio, gli avvertimenti o la regolamentazione delle autorità queste forme monetarie e finanziarie beneficiano della legittimazione degli Stati ed esse sono quindi diventate una realtà del mercato. Salvo pochi nel mondo, tra cui il prestigioso Levy Economics Institute guidato da Jan Kregel, nessuna autorità avverte l’esigenza di una nuova Bretton Woods per stabilire le regole di un nuovo sistema monetario internazionale.”

Sostiene ancora Savona:

Per evitare sia la frattura del mercato monetario e finanziario attuale tra attività tradizionali regolate e attività criptate non regolate, ma legittimate dall’accettazione della loro esistenza da parte delle autorità pubbliche, sia l’affermarsi di distorsioni nell’impiego del risparmio a livello interno e internazionale, è urgente pervenire a un accordo simile a quello raggiunto a Bretton Woods nel 1944, ma con contenuti “moderni”, come concordare quali sono gli strumenti fiduciari protetti dalla legge (legal tender) e regolare le piattaforme che scambiano gli strumenti innovativi e questi con quelli tradizionali, integrando i compiti del mercato dei cambi e della borsa valori.

Conclude, infine, il professore:

Le valute digitali private presto arriveranno a neutralizzare la politica delle autorità aggravando l’instabilità del sistema finanziario e mettendo a rischio molte conquiste civili.”