Agenzia delle Entrate: il bar non rilascia scontrini

La prassi andava avanti da anni.
Minacce a chi ha scoperto la truffa.

Il bar non emette scontrini da anni.

Non solo. Il bar in questione è, neanche a dirlo, quello dell’Agenzia delle Entrate.

Più precisamente, in uno dei bar di Roma non venivano rilasciate ricevute fiscali da anni: i clienti pagavano caffè, panini o fotocopie in modo non ufficiale e solo in contanti.

La squadra venuta ad indagare è stata aggredita dal gestore e quando è venuto alla luce lo scandalo il bar è stato chiuso.

Più nel dettaglio, come riporta La Repubblica, “Il bar si trovava in una delle sedi romane dell’Agenzia delle Entrate, all’Eur, zona Torrino” ed è stato visitato sia dai dipendenti che dai visitatori che sono venuti a sistemare i loro affari in ufficio.

A svelare la truffa, in realtà, è stata la trasmissione televisiva “Striscia la Notizia“, che si occupa del caso dal 2018.

Come fa notare ancora La Repubblica, poi non è cambiato nulla e quando cinque anni dopo il giornalista è entrato nel bar con un microfono, è stato aggredito: “Prendo un coltello e ti ammazzo“, ha detto il manager al giornalista, spingendo l’operatore della telecamera .

Tutta la scena si è svolta davanti a clienti e poliziotti locali.

È emerso che dal 2016 il titolare del bar non depositava bilanci obbligatori presso l’ufficio del registro delle imprese.

Il caso è stato pubblicizzato da tutti i media ed il materiale ha causato un’ondata di indignazione per il fatto che la frode fiscale fosse fiorita in un luogo simile per anni.

Nessuno ha spiegato ufficialmente come sia potuto accadere.

Quando la troupe televisiva è tornata in questa sede famosissima dell’Agenzia delle Entrate grazie al loro programma, si è scoperto che il bar aveva chiuso.

Manovra 2020: taglio ai diritti dei contribuenti e conti correnti ai raggi x

Manovra 2020: conti correnti a raggi x e misure che tagliano i diritti dei contribuenti.

Tutti i conti correnti privati saranno controllati ai raggi x.

È questa una delle novità inserite nella manovra del 2020 dal governo giallorosso e che permetterà al Fisco di monitorare costantemente voci di costo e ricavo dei conti correnti degli italiani.

L’Agenzia delle Entrate potrà, in qualsiasi momento, avviare ogni tipo di verifica e/o approfondimento ritenga necessario; il tutto, senza che il contribuente venga informato di niente.

Il fine dichiarato è sempre lo stesso: ridurre il rischio evasione, definita un obiettivo “di rilevante interesse pubblico”.

I dati arrivano all’anagrafe tributaria collegati tramite codice fiscale e possono essere verificati anche dalla Guardia di Finanza; buona parte di questi dati, però, non viene nemmeno comunicata al contribuente ma finisce direttamente in possesso al Fisco (parliamo dei dati derivanti, ad esempio, da banche, assicurazioni, medici, farmacisti, ecc.). non venendone in possesso, il contribuente non può nemmeno sapere se i dati in questioni vengano inviati in maniera corretta e completa.

Nemmeno i commercialisti possono avere il completo flusso informativo inerente ai loro clienti.

Come se non bastasse, sempre con la manovra varata dal governo Conte bis è stato superato anche il diritto dell’accesso agli atti.

Il rischio è dunque quello che il contribuente si trovi davanti ad un contenzioso con il Fisco, e quindi davanti a pesanti sanzioni, senza essere a conoscenza della totalità dei dati inerenti il contenzioso, completamente solo e disarmato nell’affrontare le accuse.

Se a questo si aggiunge la proposta giallorossa di eliminare un grado di giudizio nel processo tributario, capiamo che i contribuenti saranno chiamati ad una sempre più impari lotta con il Fisco.