“Israele commette genocidio”: al via l’udienza all’Aja

A dirlo è il Sudafrica.
Il Qatar avanza la sua proposta.

La guerra in Medioriente giunge al giorno 97 ed il Consiglio di Sicurezza dell’Onu approva una bozza di risoluzione che condanna gli attacchi da parte dei ribelli Houthi dello Yemen contro navi mercantili nel Mar Rosso.

Il premier Netanyahu, nel frattempo, sostiene che Israelenon intende occupare Gaza in modo permanente, né sfollare la sua popolazione civile“.

Intanto, oggi all’Aja ci sarà l’udienza per l’accusa ad Israele di commettere genocidio, stando a quanto riporta Tgcom24.

Il Qatar, da parte sua, ha elaborato una nuova proposta per la liberazione degli ostaggi israeliani a Gaza che includerebbe l’esilio da Gaza per alcuni dirigenti di Hamas.

Omosessualità: ecco dov’è illegale nel mondo

Le pene vanno dal carcere alla pena di morte, passando per il ricovero psichiatrico.
Ecco la lista dei Paesi in cui l’omosessualità è reato: meglio non visitarli se siete una coppia lgbtq+.

Mentre prendono sempre più piede le manifestazioni lgbtq+, ci sono degli Stati al mondo che considerano l’omosessualità un reato.

Un reato da punire con il carcere e/o il ricovero psichiatrico, per esempio.

Di seguito, la lista redatta da Stars Insider che, se siete una coppia lgbtq+, forse non vi conviene visitare.

L’Afghanistan, dove si può arrivare alla pena di morte per il reato di relazioni tra lo stesso sesso; l’Algeria, che prevede sanzioni economiche e carcere.

Bangladesh, dove si può arrivare all’ergastolo; Brunei, che prevede la morte per lapidazione anche nel caso in cui maschio si spacci per donna e viceversa.

Burundi, Camerun, Chad e Marocco prevedono carcere e multe; Cecenia, dove si verificano rapimenti ed uccisioni.

In Dominica un adulto può rischiare da quattro a dieci anni di prigione e il ricovero in un ospedale psichiatrico; Egitto, che prevede il carcere e l’eventuale ricovero in un “riformatorio speciale”. Poi l’Eritrea ed il Myanmar, che prevedono il carcere mentre in Eswatini ed in Namibia la pena non è precisata.

Ancora, l’omosessualità è reato in Etiopia, Ghana, Grenada, Kenya, Kiribati, Kuwait, Libano, Liberia, Libia, Malawi, Oman, Palestina, Santa Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Samoa, Senegal, Isole Salomone, Sudan, Sudan del Sud, Sri Lanka, Siria, Tunisia, Turkmenistan, Tuvalu, Uzbekistan, Zambia, Papua Nuova Guinea e Guinea, dove viene punita con la galera, in Gambia e Guyana, dove si rischia anche l’ergastolo.

L’Iran prevede la fustigazione e la morte, la Malesia e le Maldive prevedono la fustigazione ed il carcere, la Giamaica il carcere ed i lavori forzati.

In Mauritania si può essere lapidati oltre al carcere.

In Nigeria è previsto il carcere ma nei posti in cui vige la sharia anche la pena di morte; discorso simile in Pakistan, dove sono previsti carcere e sanzioni ma anche frustate o morte dove vige la sharia. In Qatar stessa regola: carcere ma anche pena di morte dove vige la sharia.

Sulla stessa lunghezza d’onda la Somalia, dove è previsto il carcere ma anche la pena di morte dove vige la sharia.

In Arabia Saudita scatta la lapidazione, mentre in Sierra Leone e Tanzania l’ergastolo.

Ancora, in Togo ed nello Zimbabwe sono previsti galera e multe; a Tonga la galera e la fustigazione.

In Uganda oltre all’ergastolo è prevista la pena di morte nel caso di “omosessualità aggravata”. Negli Emirati Arabi Uniti è previsto il carcere ma si rischia anche di entrare nel “crimine capitale”.

Nello Yemen gli uomini sposati possono essere condannati a morte, mentre quelli non sposati rischiano frustate o un anno di prigione, mentre le donne rischiano fino a sette anni di prigione.

Attentato nello Yemen: più di 100 morti e decine di feriti

Ha causato oltre 100 morti e decine di feriti l’attentato nello Yemen.
L’esercito giura vendetta contro le milizie Houthi.

È stato decisamente doloroso l’attentato missilistico avvenuto in una moschea nello Yemen.

Il bilancio, stando a quanto riportato su twitter dal ministero degli Esteri yemenita, sarebbe infatti di oltre 100 morti e decine di feriti.

La moschea oggetto dell’attentato si trova nella provincia di Marib (ad ovest) ed è frequentata da truppe filogovernative; queste vittime vanno ad incrementare il già elevato numero di morti tra i fedeli al presidente Abd Rabbo Mansour Hadi, in una guerra che è iniziata nel 2014.

Il governo attacca i ribelli Houti ma l’attentato, che secondo fonti militari governative sarebbe avvenuto prima con un missile e poi con un drone, non è ancora stato rivendicato.

Il portavoce dell’esercito, il generale Abdou Majli, precisando che le vittime ci sono anche dei civili, ha dichiarato:

Ci sarà una risposta spietata contro le milizie Houthi“.