Social: la Polonia ne limita il potere per legge

La decisione di eliminare contenuti o account dipenderà esclusivamente dalla legge polacca.
Verrà creato il “consiglio per la libertà di espressione”.

Una legge per limitare il potere dei social network.

Questo è quanto a cui il governo polacco sta lavorando, ormai da circa un mese, al fine di tutelare la libertà degli iscritti.

La legge prevederebbe infatti che il potere di eliminare contenuti e/o account non spetterà più ai proprietari dei social network (come ad esempio Facebook e Twitter), ma dipenda esclusivamente dal fatto che le pubblicazioni violino la legge polacca.

Per raggiungere l’obiettivo preposto, il governo avrebbe intenzione di creare un “consiglio per la libertà di espressione”; lo stesso sarebbe costituito da cinque membri, che avranno il compito di esaminare i reclami degli utenti che hanno visto eliminare dai social network le loro pubblicazioni o addirittura il loro account.

I membri del suddetto consiglio di garanzia non saranno politici, saranno nominati dal parlamento ed il loro mandato durerà sei anni.

Sul tema è intervenuto il ministro della Giustizia Zbigniew Ziobro:

Il consiglio tutelerà il diritto costituzionale alla libertà di espressione su tutti i social network che operano in Polonia.

Quanto alle tempistiche, stando a quanto dichiarato da Sebastian Kaleta, alto funzionario del ministero della Giustizia incaricato al dossier, si prevede di riuscire a far entrare in vigore la nuova norma a gennaio 2022.

Morsowanie w czasach pandemii nową modą?

Zdrowe czy nie?
Temperatura wody to około 2-5 stopni: Odważysz się?

Od kilku tygodni w Polsce konta społecznościowe zalewają zdjęcia osób kąpiących się w morzu, jeziorze czy rzece. Nie byłoby w tym nic niezwykłego, gdyby nie to, że w Polsce o tej porze roku temperatura wody to około 2-5 stopni, a temperatura powietrza spadła właśnie poniżej zera. Czy ludzie oszaleli? Wręcz przeciwnie, popularne stało sie przekonanie, że kąpiele w lodowatej wodzie są korzystne dla zdrowia i podnoszą odporność. Smiać się czy bić brawo za odwagę? Odpowiedzmy zatem na kika pytań.

Czy to prawda? Tak, pod warunkiem, że przystępujesz do tego odpowiednio przygotowany i postępujesz zgodnie z zasadami.

Kąpiel powinna rozpocząć krótka rozgrzewka, wejście do wody powinno być umiarkowanie szybkie, a samo morsowanie dla nowicjuszy nie powinno trwać dłużej niż około 2 – 3 minuty. Morsować najlepiej regularnie, co kilka dni, lub raz w tygodniu.

Czy to droga rozrywka? Nie, są osoby, którym w zupełności wystarcza strój noszony latem, ale zaleca się kupić specjalne buty z neoprenu oraz rękawice, a czasami również spodenki. Przedmioty te są dostępne w sklepach dla nurków i innych sklepach sportowych, choć prawdę mówiąc, w tym roku popularność morsowania jest tak duża, że trudno jest obecnie coś z tych rzeczy kupić.

Co daje morsowanie? Kąpiele w zimnej wodzie stanowią pomoc w walce z różnorodnymi chorobami dermatologicznymi i alergicznymi.

Morsowanie przyśpiesza również pracę serca, co powoduje lepsze ukrwienie tkanek, a tym samym organizm szybciej pozbywa się nadmiaru tkanki tłuszczowej, a to ułatwia zrzucenie zbędnych kilogramów:). Szok spowodowany niską temperaturą mobilizuje organizm i tym samym nasza odporność poprawia się.

Czy to nowość? Otóż nie, polskiei morsy hartują się w zimnej wodzie już od 1975 roku, kiedy powstał pierwszy Klub Morsów w Gdańsku. W 2015 roku udało się pobić rekord Guinessa w największej liczbie osób morsujących – 1799 osób wzięło jednocześnie udział w kąpieli w Mielnie.

Ponadto morsowanie ma długą historię. Pierwsze wzmianki o lodowatych kąpielach pojawiły się już w starożytnym Rzymie i wiązały się z kulturą łąźni miejskich. Liczne odniesienie znajdują się też w żródąch religijnych, gdzie mowa jest o rytualnym obmywaniu w przerębli. Jest to również nieodłączny element sauny i bani z których chętnie korzystają na przykład mieszkańcy Skandynawii.

Czy morsowanie jest popularne w innych krajach? Tak, a co ciekawe są organizowane wyjazdy do chociażby Szwecji, których jedynym celem jest właśnie kąpiel w lodowatej wodzie.

Odważysz się?

In Polonia la piscina più profonda del mondo

Inaugurata Deepspot, che batte il record italiano ma verrà superata da quella inglese.
45 metri di profondità e volume di 8.000 m3, pari a 27 piscine olimpioniche.

La Polonia festeggia un record: la costruzione della piscina più profonda al mondo.

L’inaugurazione della struttura è avvenuta a Mszczonów, non distante dalla capitale polacca Varsavia, ed ha battuto per 3 metri il record fino a poco tempo prima in mano alla piscina italiana Y-40 Deep Joy, situata a Montegrotto Terme.

Prende il nome di Deepspot, ha una profondità di 45 metri ed un volume stimato di 8.000 m3, ovvero l’equivalente di 27 piscine olimpioniche (circa 80 volte una comune piscina).

La costruzione è stata una vera e propria sfida tecnologica, tanto da paragonarne la difficoltà alla costruzione di una metropolitana.

Servirà come struttura di addestramento per subacquei, ma il contesto presenta anche sale conferenze, ristoranti e camere d’albergo. In aggiunta, è stata costruita un’apposita passerella coperta da dove poter osservare le persone che si tuffano.

A costruirla è stata la Flyspot, già artefice delle gallerie del vento situate a Varsavia e Katowice, oltre che dell’unico simulatore di volo Boeing 737 presente in Polonia.

Questo record per la Polonia, però, non durerà molto: è infatti in via di costruzione il complesso Blue Abyss, nella penisola di Wirral nel nord-ovest dell’Inghilterra, che avrà una profondità di 50 metri.

Di seguito, potete vedere un’immagine della Deepspot:

Polonia: -28% di investimenti esteri diretti nel 2019

La Banca Nazionale di Polonia registra il calo da 57,77 miliardi di zloty a 41,7 rispetto al 2018.
Gli investimenti polacchi verso l’estero rimangono invece stabili.

Un calo del 28% negli investimenti esteri diretti rispetto al 2018.

Questo è quanto riporta la Banca Nazionale di Polonia (Narodowy bank Polski o più semplicemente Bank Polski); più nel dettaglio, la nota riporta quanto di seguito:

Nel 2019 l’afflusso di capitale netto dall’estero come risultato degli investimenti esteri diretti è ammontato al 41,7 miliardi zloty. A ciò hanno concorso re-investimenti dei ricavi per un valore di 43,4 miliardi zloty e afflusso di capitali derivante dalle azioni e altri strumenti di capitale e altre forme di partecipazione (4,1 miliardi zloty), notando al contempo un deflusso di -5,8 miliardi zloty derivante dagli strumenti finanziari di debito.”

Nel 2018 l’afflusso ammontava a 57,77 miliardi di zloty ed il deflusso si è sostanziato principalmente tra gli enti impegnati nelle attività finanziarie e comunicative. La maggior parte degli investimenti, invece, si è concretizzato nel settore delle lavorazioni industriali e nel commercio.

Per quanto riguardo il rovescio della medaglia, ovvero gli investimenti diretti polacchi all’estero, dal rapporto si nota che questi hanno raggiunto la quota di 5 miliardi di zloty, con i redditi derivanti dai medesimi investimenti che hanno fatto registrare un valore di 7,8 miliardi di zloty.

In questo caso, il livello e la forma degli investimenti sono stabili negli ultimi tre anni.

Lavoro: analisi e confronto di mercato

Situazione generale, profili ricercati e non, cosa studiare e su cosa puntare: Davide Pasqua e Oliwia Burdeńska, dell’Agenzia per il Lavoro Orienta, ci hanno detto la loro rispettivamente per Italia e Polonia.

Un’unica pandemia ma modi diversi di reagire.

Quello che è certo, è che il coronavirus ha colpito tutto il mondo; quello che cambia sono le modalità di reazione ed il loro impatto sul contesto locale.

Ecco quindi che, in base alle strategie messe in atto, ogni nazione ne esce con uno specifico scenario. In Italia la situazione è davvero critica, con numeri di crollo del Pil da tempi di guerra e percentuali elevatissime di aziende a rischio chiusura (approfondimento al link); la Polonia, invece, sembra forse essere il Paese europeo che meglio ha saputo affrontare l’emergenza (approfondimento al link).

Ne abbiamo parlato con il dottor Davide Pasqua, laureato in Economia Aziendale presso l’Università degli Studi di Udine e con un Master in Gestione delle Risorse Umane ed Organizzazione del Lavoro presso il medesimo ateneo, oltre che un Praticantato come Consulente del Lavoro, attualmente Area Manager per il Friuli Venezia Giulia dell’Agenzia per il lavoro Orienta, e con la dott.ssa Oliwia Burdeńska, laureata in Comunicazione Sociale presso l’Uniwersytet Ekonomiczny w Poznaniu, con una laurea specialistica in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica presso l’Università Federico II di Napoli ed un Master in Organizzazione e Sviluppo delle Risorse Umane presso l’Università degli Studi di Torino, attualmente Country Manager per la Polonia dell’Agenzia per il lavoro Orienta Polska, oltre che vincitrice del premio Jane M. Klausman Women in Business Scholarship.

Com’è la situazione generale del mercato del lavoro nei vostri Paesi?

D.P. (Italia): “Nel mercato del lavoro italiano, fatto principalmente di aziende medio-piccole, la crisi è stata più marcata a livello settoriale: alcune aziende del settore alberghiero, intrattenimento e spettacolo sono state più colpite; altre sono rimaste stazionare; altre hanno convertito la produzione in tempi record adeguandosi alle nuove richieste del mercato e aumentando, in casi particolari, il proprio volume d’affari.”

O.B. (Polonia): “Sembra che stiamo tornando alla normalità. Il tasso di disoccupazione a maggio era del 6% mentre a gennaio 5,5%, quindi basandosi solo su questo dato si potrebbe dire che la situazione non sia  peggiorata tanto. Da un lato, questo potrebbe essere l’effetto dello scudo anti-crisi, che era incentrato sul sostegno alla conservazione dell’occupazione, dall’altro, i datori di lavoro hanno ben chiari i recenti problemi nel reclutamento dei dipendenti – motivo per cui sono molto cauti nel recedere dai contratti di lavoro.

Quali sono le figure professionali più ricercate e quali invece quelle che vi è più difficile riuscire a collocare?

D.P. (Italia): “Le figure professionali più ricercate sono quelle con competenze “hard” tecniche e specifiche: Ingegneri meccanici, Programmatori software, Impiegati contabili, Addetti paghe e contributi, Programmatori PLC, Tornitori CNC, Montatori meccanici. Le figure più difficili da collocare sono quelle con competenze “soft” oppure con competenze troppo generiche: Operai generici, Addetti alle vendite, Baristi, Commessi. Una attenzione particolare dovrà essere data ai giovani “neo-diplomati” e “neo-laureati” che si troveranno di fronte a un mercato del lavoro sempre più competitivo ma anche alle figure “over 50” che si sentono rispondere spesso <<lei è troppo qualificato/a per questa posizione… >>”

O.B. (Polonia): “In Polonia, prima della pandemia, a causa del tasso di disoccupazione molto basso, era difficile trovare praticamente qualsiasi figura professionale. Le ricerche più difficili erano quelle di blue collars (p.e.: dedicati all’assemblaggio) e personale tecnico qualificato (p.e.: operatori alle macchine, idraulici, meccanici). L’altro settore in cui è difficile trovare risorse è l’ICT, con la pandemia che ne ha accentuato il fabbisogno. In termini di competenze, si cercano le persone con la maggiore flessibilità, la prontezza a prendere iniziative e la capacità di adattarsi rapidamente ad una nuova situazione.”

Il dilemma è sempre lo stesso: seguire le proprie passioni o adattarsi al mercato? Voi cosa consigliereste ai giovani che devono scegliere il percorso formativo da intraprendere e che condizionerà inevitabilmente le loro vite?

D.P. (Italia): “Recentemente con Orienta abbiamo tenuto un Webinar proprio su questo argomento! Prima di tutto è importante capire bene “Chi siamo” e “Che cosa vogliamo”, questo ci aiuterà a trovare la strada  da seguire per realizzare i propri progetti personali. Se facciamo una scelta guardando unicamente cosa offre il mercato del lavoro,  probabilmente ci ritroveremo a fare un lavoro che non ci piace mentre se facciamo una scelta ascoltando ciecamente solo quello che ci dice il nostro cuore il rischio è di non riuscire poi a trovare un lavoro. Visto che siamo dotati di mente e cuore è importante utilizzarli entrambi per prendere una scelta: possiamo quindi analizzare il contesto del mercato del lavoro con la nostra parte razionale e fare poi una scelta con la nostra parte più istintiva.

O.B. (Polonia):Personalmente consiglierei loro di seguire le proprie passioni, ma allo stesso tempo interessarsi di quello che potrebbe essere più appetibile sul mercato del lavoro. Una soluzione perfetta sarebbe trovare un mix tra passioni e ciò che richiede il mercato; ad esempio si può studiare economia e, allo stesso tempo, imparare delle lingue: la Polonia e’ un leader in Europa in termini di persone impiegate nei settori SSC/BPO, quindi un contabile con la conoscenza delle lingue straniere sarà molto apprezzato. In generale sono del parere che se uno è veramente appassionato in qualcosa, troverà il modo di fare delle proprie passioni un lavoro. Quello che conta  è personalità, volontà e intraprendenza! Personalmente conosco persone che hanno ottenuto successo senza aver finito neanche l’università.

In qualità di selezionatori, quali sono gli aspetti a cui date maggior importanza nell’analisi di un cv?

D.P. (Italia): “Quando faccio un colloquio parto sempre dal “fondo del curriculum” guardando le esperienze extra-professionali perché sono convinto che se una persona fa una lavoro in linea con le proprie passioni darà il massimo. Poi l’attenzione passa alle competenze “hard” specifiche per la figura professionale che ho di fronte. Molto importanti (e spesso dimenticati nei cv…) sono anche i risultati conseguiti nelle singole esperienze lavorative: i target raggiunti sono la conferma che le competenze maturate dal candidato/a sono in grado di produrre risultati reali e quindi un vantaggio competitivo per il futuro datore di lavoro.”

O.B. (Polonia): “In Polonia, l’aspetto più importante è l’esperienza lavorativa, il cosiddetto training on the job. Proprio per questo è molto importante intraprendere il percorso lavorativo già durante gli studi. Sono apprezzati i tirocini e le esperienza acquisite nelle organizzazioni studentesche. Rispetto all’Italia, in Polonia i voti ottenuti all’università non sono importanti: durante un colloquio nessuno chiede il voto di laurea. Contano le abilità, non la carta (diploma): hai scritto nel cv che sai parlare inglese? Ok, allora parliamo in inglese. Dici di saper usare bene Excel? Ok, fammi questa tabella con queste formule. Vale la regola “meno teoria, più pratica”. Infine, qui hanno molto importanza le competenze linguistiche e le aziende apprezzano i candidati che non cambiano spesso lavoro.