Donald Trump, dopo l’offensiva iraniana alle basi americane (approfondimento al link), ha dichiarato:
“Gli Usa sono pronti ad una reazione sproporzionata, nel caso in cui l’Iran dovesse rispondere militarmente”.
Il presidente americano, minacciando di attaccare anche i siti culturali iraniani, ha poi continuato:
“All’Iran è stato permesso di uccidere cittadini statunitensi e non è, invece, concesso toccare i loro siti culturali? Non funziona in questo modo”.
La Nato ha dichiarato che ritirerà le truppe in missione di addestramento attualmente presenti in Iraq; l’America, intanto, come anticipato dal proprio presidente, ha mandato migliaia di soldati in più nella regione mediorientale.
Smorza i toni, pur difendendo l’azione dell’uccisione del generale Soleimani (approfondimento al link) sostenendo i motivi per farlo c’erano tutti (approfondimento ai link1 e link2), il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, che in merito a quanto detto da Trump sugli attacchi ai siti culturali, assicura:
“Ogni azione che intraprenderemo rispetterà il diritto internazionale”.
Un attacco ai siti culturali, infatti, violerebbe il diritto internazionale umanitario e la Carta delle nazioni Unite andando, di conseguenza, a costituire un crimine di guerra.
Pompeo continua sostenendo che “il vero responsabile dei danni alla cultura persiana è la guida suprema l’Ayatollah Ali Khamenei”.
Ribatte alle parole del segretario di stato americano il ministro degli Esteri iraniano, Javad Zarif, dicendo che gli Usa gli hanno negato il visto di entrata negli Stati Uniti per partecipare alla riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ritenendola una cosa che viola gli obblighi internazionali (in base al medesimo accordo è previsto che gli Stati Uniti siano tenuti a consentire l’accesso al Palazzo di Vetro ai diplomatici stranieri).
Zarif rincara ancora la dose, sostenendo che negare il visto è stato comunque nulla rispetto alle minacce americane di far morire di fame gli iraniani (riferendosi al terrorismo economico delle sanzioni) ed a quelle inerenti all’attacco dei siti culturali.