Alla conferenza di due giorni fa, dopo la riunione dei ministri delle finanze dell’UE a Bruxelles, si è discusso, tra l’altro, della possibilità di escludere le spese per la difesa dalle regole di bilancio e dell’introduzione di nuove sanzioni contro la Russia.
Il Ministro delle Finanze polacco, Andrzej Domański, ha ammesso che, nell’ultimo mese, la presidenza polacca ha condotto colloqui con la Commissione Europea e gli Stati membri per valutare l’esclusione delle spese per la difesa dai vincoli di bilancio.
L’obiettivo è allentare le regole fiscali in modo che i Paesi possano aumentare la spesa per la difesa senza dover effettuare tagli in altri settori.
Come riporta Polonia Oggi, Domański ha dichiarato quanto di seguito:
“Il nostro piano è mantenere le regole fiscali nella loro forma attuale, ma definirle con maggiore precisione, ad esempio in un codice di condotta. Questo consentirebbe ai governi di investire in nuove attrezzature, aerei da combattimento, carri armati o munizioni senza impattare negativamente sul loro deficit netto e sul debito pubblico“.
Il Ministro ha annunciato che la presidenza polacca intende concludere i lavori prima della fine del suo mandato semestrale, probabilmente entro maggio.
Anche il Commissario europeo per gli affari economici, Valdis Dombrovskis, presente alla conferenza, ha dichiarato che, dopo la proroga delle attuali sanzioni per altri sei mesi a fine gennaio, la Commissione Europea ha preparato ulteriori misure per colpire la Russia.
La Polonia si aspetta che gli Stati membri approveranno la prossima settimana il sedicesimo pacchetto di sanzioni.
Domański ha sottolineato che “ci sono prove che l’economia russa non è così forte come vorrebbe apparire” e ha osservato che ciò è in gran parte il risultato delle sanzioni imposte dall’UE.
Il nuovo pacchetto include, tra l’altro, il divieto di importazione di alluminio dalla Russia, ulteriori restrizioni per il settore finanziario russo e nuove limitazioni nei confronti della cosiddetta “flotta ombra“.
Tuttavia, la Commissione non ha incluso nel provvedimento il divieto di importazione del gas naturale liquefatto (GNL) russo, misura su cui contavano molti Stati membri.