Truffe finanziarie via Whatsapp: Consob chiede rimozione app da Google e Apple

Le app CapFirst e CapOne promettevano rendimenti fino al 300%; in realtà erano attività fasulle ed i soldi impegnati sparivano.

La Consob ha ordinato la cessazione di alcune attività di intermediazione finanziaria abusiva legate a due applicazioni, CapFirst (Google Pay) e CapOne (Apple Store), attraverso cui venivano promessi rendimenti fino al 300% via WhatsApp.

Lo dice una nota Consob, ripresa poi da Reuters, nella quale ha chiesto a Google e Apple di rimuovere le due app dai rispettivi store online.

Nel dettaglio, l’autorità che vigila sulla Borsa ha bloccato le proposte abusive d’investimento promosse su Whatsapp da sedicenti esperti del settore finanziario operanti presumibilmente sotto nomi di copertura, che millantavano una presunta autorizzazione da parte della stessa Consob.

La truffa consisteva nel prospettare rendimenti “stratosferici“, anche a tre cifre, che i risparmiatori avrebbero potuto ottenere seguendo le istruzioni loro impartite su Whatsapp e operando sui mercati finanziari tramite due app disponibili su Google Pay e Apple Store, cioè CapFirst e CapOne, da scaricare sul proprio smartphone. Attraverso le app e dopo aver aperto un conto che in apparenza sarebbe servito ad effettuare le operazioni di trading, le vittime della truffa erano indotte a svolgere una finta attività di negoziazione e d’investimento su titoli azionari e indici di Borsa, che poi si rivelava fasulla, portando alla perdita totale delle somme impegnate, spiega il garante.

La Consob ha inoltre diffuso una nuova Avvertenza ai risparmiatori sui rischi connessi alle proposte di investimento che circolano su gruppi e chat Whatsapp.

La precedente Avvertenza, del novembre scorso, faceva riferimento alle truffe che, usando come esca nomi come Morgan Stanley o Blackrock, promuovevano via Whatsapp false opportunità di investimento.

I giovani usano Whatsapp, Instagram e TikTok per informarsi

Il 51% usa i social come fonti di informazione ed il 70% dice di saper riconoscere una fake news.
Un genitore sui tre non affronta il tema di cosa facciano i figli su internet.

Secondo i risultati dell’indagine “Alfabetizzazione digitale & Fake News“, il 51% dei giovani usano Whatsapp, TikTok ed Instagram come fonti di informazione.

L’indagine, realizzata da Ipsos, Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo e Parole O_Stili con il contributo di Fondazione Cariplo, mette inoltre in luce come il 70% dei giovani si dica anche sicuro di saper riconoscere una fake news.

Come riporta Il Sole 24 Ore, su 4.800 studenti di scuole secondario di primo e secondo grado, quasi un terzo di loro (precisamente il 31%) mette like su una notizia non verificata.

Il 96% dei ragazzi intervistati conferma di avere almeno un account social; il 94% ha un account Whatsapp, il 74% uno su Instagram ed il 68% un account TikTok.

Un genitore su tre, però, non affronta mai il tema di cosa fanno i figli su internet.

Flop di Threads ma Zuckerberg non rinuncia

100 milioni di iscritti ma più della metà non utilizza il servizio.
Possibile la creazione di un legame con Meta Platforms per la retention degli utenti.

Il CEO di Meta Platforms, Mark Zuckerberg, ha fatto sapere ai dipendenti che l’azienda sta lavorando su nuove strategie per la sua app Threads a seguito di una forte diminuzione degli utenti dopo il lancio all’inizio di questo mese.

Lo riporta Adnkronos, a sua volta citando Reuters, notando che sebbene il servizio di social media basato su testo abbia raggiunto 10 milioni di utenti entro sette ore dal debutto per poi arrivare a 100 milioni, più della metà non utilizza il servizio.

Zuckerberg avrebbe detto al personale che il calo è naturale e la retention dovrebbe migliorare una volta che saranno aggiunte funzionalità come una versione desktop e la possibilità di ricerca.

Reuters riferisce che il chief product officer, Chris Cox, ha affermato che un’altra opzione disponibile sarebbe quella di legare più strettamente il nuovo servizio all’offerta di Instagram di Meta Platforms.

Il CEO ha fatto riferimento a miglioramenti imminenti per Threads durante la chiamata sugli utili del secondo trimestre dell’azienda all’inizio di questa settimana, affermando che più persone di quanto previsto stanno tornando ogni giorno e che stanno lavorando sulle nuove funzioni di Threads, osservando che la strategia di Meta Platforms sarà simile a quella utilizzata per le sue altre app di social media.

Meta: 10.000 licenziamenti

Nel mirino gli addetti ai lavori tecnici.
Zuckerberg: “2023 anno dell’efficienza”

10.000 posti di lavoro tagliati.

Meta ha avviato il secondo round di 10mila licenziamenti annunciato a marzo partendo dai lavoratori addetti ai ruoli tecnici.

Nello specifico, come riporta Milano Finanza, i dipendenti delle aree di ingegneria del software, programmazione grafica ed esperienza con gli utenti hanno rivelato su LinkedIn di aver perso il posto di lavoro.

Tra i licenziati ci sarebbero anche i componenti del team prodotti, i dipendenti che si occupano dei giochi, dell’area legale e delle risorse umane, a cui si aggiungono gli impiegati nei ruoli legati alla finanza.

A Wall Street il titolo di Meta è in perdita: il 19 aprile scambia a 215,76 dollari (-1%).

Dopo il crollo delle entrate pubblicitarie nel 2022 e il prezzo delle azioni in caduta libera, la holding di Facebook, Instagram e WhatsApp aveva già annunciato un primo round di licenziamenti a novembre, che aveva riguardato 11mila lavoratori.

A marzo è arrivato un ulteriore piano da 10mila tagli, con conseguenti costi di ristrutturazione compresi tra i 3 e i 5 miliardi di dollari.

D’altronde il ceo Mark Zuckerberg aveva definito il 2023l’anno dell’efficienza”, con Wall Street che aveva applaudito il progetto di ridimensionamento.

Le azioni Meta sono salite dell’81% nel 2023 dopo aver perso circa i due terzi del loro valore nel 2022.

I ricavi sono diminuiti per tre trimestri consecutivi e gli analisti prevedono un nuovo calo delle vendite trimestrali nel primo trimestre del 2023.

Meta: crollo in Borsa

La società di Zuckerberg delude gli analisti.
Crollo superiore al 20% e perdite di oltre 200 miliardi.

Meta, la società di Mark Zuckerberg che ha recentemente cambiato nome e che è proprietaria di Facebook, Whatsapp ed Instagram, non ha ottenuto almeno per il momento i risultati desiderati.

Come riporta “Euronews”, infatti, l’andamento dell’ultimo trimestre non ha soddisfatto gli analisti, facendo crollare le azioni in Borsa di oltre il 20% e causando una perdita superiore ai 200 miliardi di dollari.

La pubblicazione dei dati di Meta relativi all’ultimo trimestre del 2021 ed alla loro prima pubblicazione dopo il cambio di nome che era avvenuto ad ottobre, ha visto le azioni toccare un valore di 3,67 dollari cadauna, anziché gli attesi 3,84; l’utile netto è stato di 10,29 miliardi di dollari, che equivale al -8% rispetto quanto previsto dagli analisti.

Per il trimestre in corso, invece, sono previsti ricavi tra i 27 ed i 29 miliardi di dollari, contro le attese degli analisti che erano stimate intorno ai 34,53 miliardi.

Su Wall Street le azioni Meta hanno riaperto a -24%.