Sos Humanity: illegittimo portare i migranti in Germania

Il portavoce aggiunge che stanno anche facendo causa all’Italia.
Tutto sulla base del diritto marittimo.

Sos Humanity, una delle due ong tedesche finanziate quest’anno dal governo di Berlino creando attriti con Roma, ha sostenuto che non c’è base giuridica per costringerla a portare in Germania i migranti recuperati nel Mediterraneo.

Più precisamente, il Coordinatore della comunicazione “terra-mare” della Ong berlinese Lukas Kaldenhoff, rispondendo alla domanda posta dall’Ansa su quanto tempo la sua organizzazione sarebbe finanziariamente in grado di operare soccorrendo un singolo barcone di migranti per volta portandoli poi ad esempio ad Amburgo come chiesto dall’Italia, ha risposto quanto di seguito:

Non c’è alcuna base giuridica per la richiesta di portare le persone salvate in mare nello Stato di bandiera della nave soccorritrice. Al contrario, sarebbe una violazione del diritto marittimo, che prescrive che le persone soccorse in mare siano portate a terra in un luogo sicuro vicino. Sarebbe inoltre un peso eccessivo per le persone vulnerabili salvate farle dormire sul ponte per settimane e violerebbe il loro diritto, sancito da quello marittimo, di sbarcare il più rapidamente possibile. Già l’attuale prassi delle autorità italiane di costringere le navi civili a traversate di giorni per raggiungere porti sicuri in Italia, questo è un grande onere per i salvati e non è in linea con il diritto del mare, per questo stiamo anche facendo causa. Abbiamo bisogno di un ritorno a politiche umanitarie che rispettino la legge, invece di cinici dibattiti sulle pelle delle persone in fuga“.

Piantedosi su Ong: “Navi private non sono lo Stato”

Il ministro tira dritto sul decreto migranti.
Continua il braccio di ferro.

Il giro di vite messo a punto dal governo per frenare l’immigrazione clandestina sta avendo i suoi effetti.

Lo dimostrano i continui lamenti delle organizzazioni non governative e della sinistra, che strepita davanti a un governo che fa il possibile per far rispettare la sovranità delle sue leggi e dei confini.

Dopo le recenti dichiarazioni di Giorgia Meloni sul tema dell’immigrazione (approfondimento al link), è Matteo Piantedosi, ospite de L’aria che tira su La7, a spiegare in maniera molto chiara: l’obiettivo è rallentare le partenze per togliere ai trafficanti di esseri umani la gestione delle migrazioni.

Abbiamo l’ambizione di gestire noi il fenomeno e non possiamo consentire a navi private che battono bandiere di Stati esteri di sostituirsi al governo italiano. Poi c’è anche il ‘pull factor’. Abbiamo riscontrato un abbassamento nella qualità di produzione delle barche su cui partono i migranti e questo favorisce le tragedie che poi succedono”, ha spiegato il ministro dell’Interno, esponendo le basi sulle quali si fonda il decreto. I numeri degli arrivi fin qui registrati sono importanti, ma durante l’intervista Piantedosi ha spiegato che “i primi due mesi di azione di questo governo hanno fatto segnare una flessione della curva di crescita rispetto all’anno precedente: un qualche segnale lo abbiamo lanciato“.

Il decreto in vigore dallo scorso 3 gennaio, nonostante dalle Ong e dalla sinistra si invochino interventi esterni, è perfettamente regolare; spiegando che tutto questo è fatto per cercare di rimettere ordine in un sistema per troppo tempo lasciato allo sbaraglio, il ministro dell’Interno ha continuato come di seguito:

Ci siamo mossi in linea con le convezioni internazionali: non neghiamo i salvataggi, non neghiamo che le persone vengano portare a terra ma cerchiamo di dare un quadro di regole“.

Nel frattempo, come riporta Il Giornale, le navi Ong continuano con la loro lagna:

Le nostre trattative con le autorità italiane per un porto più vicino purtroppo non hanno avuto successo. L’Italia non è aperta alla discussione e ha rifiutato categoricamente le nostre richieste. Non abbiamo quindi altra scelta che obbedire e proseguire verso nord“.

Così, invece, Msf, che arma la Geo Barents, che si sta dirigendo ad Ancona:

La nostra posizione resta invariata: è inaccettabile mandarci ad Ancona con altri porti idonei molto più vicini e, soprattutto, in queste condizioni meteo. Ancora una volta questa decisione prende di mira le Ong di ricerca e soccorso, ma il vero prezzo lo pagheranno le persone che fuggono attraverso il Mediterraneo centrale e si trovano in situazioni di disagio. Non rimarremo silenziosi e inattivi“.

Le Ong, quindi, continuano a voler imporre al governo la loro scelta per quanto concerne i porti da assegnare per lo sbarco dei migranti, senza considerare davvero quelle che sono le disposizioni del diritto internazionale, entro il quale il decreto Piantedosi agisce.

Migranti, Meloni: “Basta spola con scafisti”

Il premier aggiunge: “È finita l’Italia che finge di non vedere”.
Via al decreto con la stretta sulle Ong.

Immigrazione illegale e tratta di esseri umani: è finita l’Italia che si accanisce con chi rispetta le regole e fa finta di non vedere chi le viola sistematicamente”.

Lo scrive su Instagram la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, postando un reel con un estratto degli ultimi “appunti di Giorgia” nel giorno in cui entra in vigore il decreto con la stretta sulle Ong. Il diritto internazionale “non prevede che ci sia qualcuno che può fare il traghetto nel Mediterraneo o in qualsiasi altro mare e fare la spola per trasferire gente da una nazione all’altra”.

Le norme “vogliono circoscrivere il salvataggio dei migranti a quello che è previsto dal diritto internazionale con alcune regole abbastanza semplici: se tu ti imbatti in una imbarcazione e salvi delle persone le devi portare al sicuro, quindi non le tieni a bordo continuando a fare altri salvataggi multipli finché la nave non è piena” che non è “salvataggio fortuito di naufraghi”.

In secondo luogo, ci deve essere “coerenza tra le attività che alcune navi svolgono nel Mediterraneo e quello per cui sono registrate: navi commerciali che si mettono a fare la spola per il salvataggio dei migranti è una cosa che stride abbastanza”.

Poi servono “screening di chi è a bordo, informazioni chiare sui meccanismi di salvataggio, regole per impedire che nel raccogliere queste persone a bordo non si metta a repentaglio la sicurezza dell’imbarcazione cui ci si avvicina. Regole stringenti che ci consentono di rispettare il diritto internazionale”.

Se non vengono rispettate “non c’è autorizzazione a entrare in acque internazionali, e se si viola quell’autorizzazione si procede con fermo amministrativo dell’imbarcazione la prima volta per due mesi, la seconda con sequestro ai fini della confisca. Lo facciamo anche per rispettare i migranti perché qualcuno se sta rischiando la vita ha diritto a essere salvato ma cosa diversa è farsi utilizzare dalla tratta degli esseri umani del terzo millennio e continuare a far fare miliardi di euro a degli scafisti senza scrupoli”.