Volkswagen pronta a convertire la produzione: da auto a carri armati?

L’amministratore delegato si dichiara aperto ad aiutare nel riarmo europeo.
Trump chiude gli aiuti a Kiev, l’Europa rilancia.

Si torna ai tempi storici, quella che videro nascere la casa automobilistica tedesca.

Volkswagen, infatti,  è pronta a sostenere il potenziamento della capacità di difesa dell’Europa, mentre la Germania cerca di riarmarsi ed il settore auto tedesco è il profonda crisi, come riporta Bloomberg.

Finora non ci sono state discussioni concrete, ma la casa automobilistica tedesca è pronta a consigliare e guidare produttori sullo sviluppo e la produzione di veicoli armati, ha dichiarato martedì l’amministratore delegato Oliver Blume durante la conferenza stampa annuale dell’azienda a Wolfsburg.

Più precisamente, come riporta Scenari Economici, Blume ha dichiarato quanto di seguito:

Abbiamo competenze nel settore automobilistico e siamo disponibili a fornire consulenza, ma al momento tutto è completamente aperto”.

I leader europei si sono impegnati ad aumentare la spesa per la difesa per sostenere l’Ucraina dopo che Trump ha interrotto gli aiuti militari e ha smesso di condividere alcune informazioni con le forze di Kiev.

Volkswagen: possibili 15.000 licenziamenti

Il gruppo starebbe vagliando la possibilità di chiudere 2-3 stabilimenti in Germania.
I vertici: “non esiste un piano B”. I sindacati contestano gli investimenti per l’elettrico.

Volkswagen sta valutando il licenziamento di 15.000 dipendenti e la chiusura di 2-3 stabilimenti in Germania, secondo quanto riferito dagli analisti di Jefferies dopo un incontro con i vertici del gruppo automobilistico tedesco.

Il piano potrebbe essere annunciato entro fine anno e rappresenterebbe una svolta storica per l’azienda fondata nel 1937.

La drastica ristrutturazione mira a ridurre la capacità produttiva in Europa di 500.000-750.000 vetture e comporterebbe costi straordinari per 3-4 miliardi di euro.

Come riporta Tom’s Hardware Italia, i vertici Volkswagen ritengono chenon vi sia un piano B” per affrontare la crisi del mercato auto europeo, nonostante siano consapevoli che la decisione provocherà uno scontro con i potenti sindacati tedeschi.

L’azienda è convinta di poter procedere senza l’autorizzazione del consiglio di sorveglianza, dove siedono i rappresentanti dei lavoratori, e che i sindacati non abbiano legalmente diritto di scioperare contro la chiusura degli stabilimenti.

I sindacati hanno già criticato la gestione del gruppo, ricordando gli ingenti investimenti in software ed elettrico con risultati deludenti ed i 4,5 miliardi di dividendi distribuiti agli azionisti nell’ultimo anno.

Il governo tedesco è intervenuto sulla questione con il cancelliere Olaf Scholz che ha dichiarato che la priorità è “garantire i posti di lavoro e gli stabilimenti“.

Il primo ministro della Bassa Sassonia Stephan Weil, rappresentante di uno degli azionisti principali di Volkswagen, ha avvertito: “Ci aspettiamo che la questione della chiusura delle sedi semplicemente non si ponga attraverso l’uso efficace di alternative“.

La vicenda mette in una posizione scomoda l’amministratore delegato Oliver Blume e resta da vedere se le autorità pubbliche riusciranno a fornire a Volkswagen un’alternativa ai drastici tagli prospettati, evitando così una svolta storica e dolorosa per il colosso automobilistico tedesco.

Volkswagen: payout al 29%

Per il 2023 produzione e ricavi in netta crescita.
VW priam casa automobilistica europea, Toyota mondiale.

Il calo delle produzione nel 2022 a 8,3 milioni (-7%, contro il -0,5% e 9,6 milioni di Toyota) non ha intaccato la performance finanziaria di Volkswagen.

La prima casa automobilistica europea (Toyota ha la leadership mondiale da tre anni) ha chiuso lo scorso anno con utili al netto delle tasse per 15,84 miliardi di euro, il 2,6% in più rispetto ai 15,43 miliardi dell’anno precedente, con vendite in aumento del 12% circa a 279,23 miliardi.

La società guidata dal Ceo Oliver Blume ha proposto un dividendo di 8,70 euro per azione ordinaria e di 8,76 euro per azione privilegiata, un incremento di 1,2 euro per azione in entrambi i casi, con un payout ratio in aumento dal 25,4% al 29,4%.

Nell’anno in corso il ritorno operativo sulle vendite dovrebbe attestarsi tra il 7,5% e l’8,5% con un solido aumento del flusso di cassa netto.

In merito ai risultati annuali, il Cfo Arno Antlitz commenta coem di seguto:

Hanno dimostrato la maggiore resilienza del gruppo Volkswagen in un contesto globale difficile. Nonostante significativi problemi della catena di fornitura che hanno portato a un calo delle consegne, abbiamo consegnato 572.100 veicoli (+26%, contro il +40% di Tesla a 1,3 milioni, ndr) completamente elettrici e abbiamo aumentato ulteriormente gli utili operativi. Ancora una volta la solidità delle basi finanziarie su cui implementiamo coerentemente la nostra strategia. I colli di bottiglia della supply chain si attenueranno gradualmente nell’anno in corso, consentendoci di gestire l’elevato portafoglio ordini”.

Come riporta Il Sole 24 Ore, le prospettive della casa automobilistica di Wolfsburg, che arrivano dopo i risultati preliminari del 2022 pubblicati il mese scorso, mettono in conto una forte ripresa delle consegne di veicoli a 9,5 milioni quest’anno, con un aumento di oltre il 14% su base annua.

Si stima che i ricavi crescano del 10-15%, con vendite nel 2023 comprese tra 307 miliardi e 331 miliardi di euro, significativamente superiori alla stima di 280 miliardi di Refinitiv.

Il ritorno operativo sulle vendite del gruppo dovrebbe essere compreso tra il 7,5% e l’8,5%, rispetto al 7,9% nel 2022, ha affermato Volkswagen, aggiungendo che il dividendo aumenterebbe di 1,20 euro a 8,70 euro per azione ordinaria e 8,76 euro per azione privilegiata quota per il 2022.

Le azioni del gruppo sono scattate in cima al Dax, indice di riferimento di Francoforte e hanno raggiunto il livello più alto dal 13 dicembre.