Tag: Mario Draghi
La Vignetta di Alfio Krancic
La Vignetta di Alfio Krancic
Draghi incontra le parti sociali
Sindacati chiedono di essere incisivi e non consultati a cose fatte.
No al salario minimo per legge, sì alla contrattazione.
Incontro a Palazzo Chigi tra il premier Mario Draghi e le parti sociali.
Come riporta FIRSTonline, i vertici di Cgil, Cisl e Uil riproporranno al premier le questioni indicate nella lettera inviata il primo settembre proprio a Palazzo Chigi. La richiesta principale sarà quella di poter incidere sulle scelte di governo, senza essere solamente informati a cose fatte.
In cambio hanno supportato il governo sulla linea del green pass, quindi ora chiedono il conto, come si suol dire.
Per far ripartire il lavoro Draghi metterà al centro delle trattative le riforme, propedeutiche per ricevere i fondi europei, che però portano con sé dei vincoli.
Sul tavolo, dunque, la riforma del fisco dove i sindacati chiederanno un taglio del cuneo a beneficio dei salari netti, la riforma delle pensioni dove i sindacati hanno posizioni vicini a quelle della Lega, la riforma della scuola, della Pubblica amministrazione, della concorrenza e della politica industriale e delle politiche attive del lavoro, che particolarmente interessano le parti sociali per ovvie ragioni.
L’obiettivo del premier Draghi sarà quello di far convogliare Confindustria e sindacati sugli stessi binari.
Un punto, invece, pare già vedere i sindacati d’accordo: niente salario minimo per legge, ma rafforzamento della contrattazione.
Diversamente le parti sociali perderebbe la loro importanza.
Giorgetti: Draghi al Quirinale per il bene dell’Italia
Per il ministro Draghi come De Gaulle; se rimarrà premier sarà difficile riconfermare Mattarella.
Berlusconi ha poche speranze; spunta il nome di Casini?
Stando a quanto sostenuto durante un’intervista rilasciata a “La Stampa” dal ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, i prossimi sette anni della politica italiana dipenderanno dalle scelte di Mario Draghi.
Secondo Giorgetti, per il bene del Paese è necessario che l’attuale premier “vada subito al Quirinale”; quanto al governo, invece, “che si facciano le elezioni e che governi chi le vince”.
Più precisamente, Giorgetti ha evidenziato questa importanza con le seguenti parole:
“Draghi diventerebbe De Gaulle; forse il parlamento italiano non è pronto a eleggere il nuovo De Gaulle, ma questo è l’interesse del Paese.”
Il problema, sempre secondo il proprietario del Mise, sarebbe come gestire i fondi europei senza Draghi al Colle:
“Li butteranno via (inteso gli eventuali successori), oppure non li sapranno spendere.”
La preoccupazione è tale che Giorgetti vorrebbe che Draghi “rimanesse lì per tutta la vita”, ma entrando in una fase calda della campagna elettorale il ministro teme che i partiti “smetteranno di coprire Draghi e si concentreranno sugli elettori”, compiendo “scelte politicamente sensibili” che porterebbe molto probabilmente a posizioni contrastanti.
Di contro, nel caso in cui Mario Draghi rimanesse nella posizione di premier, ci si dovrebbe chiedere chi salirà al Quirinale.
La riconferma di Mattarella non è così sicura, dato che moto probabilmente troverebbe l’opposizione di Fratelli d’Italia ma anche dello stesso Salvini.
Il nome di Silvio Berlusconi come nuovo Presidente della Repubblica anche pare non essere particolarmente supportato.
Ecco allora il nome che lo stesso ministro Giorgetti butta nella mischia: Pier Ferdinando Casini, ed aggiunge “è amico di tutti, no?”