Durante una conferenza stampa, Donald Tusk ha affrontato la questione del Patto sulla Migrazione, sottolineando che la Polonia non intende attuarlo.
Il premier ha evidenziato che il paese sta già sostenendo enormi costi per l’accoglienza dei rifugiati ucraini ed ha affermato che l’Europa dovrebbe aiutare la Polonia invece di imporle ulteriori obblighi.
Tusk, come riporta Polonia Oggi, ha dichiarato che gli altri paesi possono andare avanti con il patto se lo desiderano, ma la Polonia non intende farlo ed ha poi aggiunto che i maggiori problemi migratori in Europa derivano dal flusso di persone attraverso il Mar Mediterraneo verso Francia, Belgio e Germania.
Poco dopo la conferenza, ha pubblicato un post sui social media annunciando un’imminente ribellione contro le normative dell’UE.
L’eurodeputato della Confederazione, Marcin Sypniewski, ha presentato un’interrogazione all’UE chiedendo se la Polonia sarebbe stata esentata dagli obblighi del patto sulla migrazione, alla quale il commissario per la migrazione Magnus Brunner ha risposto che la Polonia è vincolata da tutti gli atti giuridici del patto.
Le normative dell’UE non prevedono esenzioni per i paesi che hanno accolto un gran numero di rifugiati ucraini.
Ordo Iuris, citando la risposta di Brunner, ha sottolineato che la Polonia non può evitare l’attuazione del patto.
Il governo di Tusk si trova quindi di fronte alla sfida di conciliare la propria posizione con gli obblighi dell’UE e potrebbe decidere di seguire la stessa strada del precedente governo a guida PiS rifiutandosi di accogliere le quote migratorie a costo di pagare delle sanzioni.
Il dibattito sulla migrazione evidenzia profonde divisioni nell’Unione Europea in materia di politica d’asilo.