L’Islanda chiude l’ambasciata a Mosca

Reykjavik chiarisce che non si tratta di rottura diplomatica.
Qui si erano incontrati Reagan e Gorbaciov nel 1986.

L’Islanda ha deciso di chiudere la sua ambasciata a Mosca a causa del conflitto in Ucraina: il paese nordico è il primo in Europa a fare un passo del genere dall’inizio della guerra.

Tuttavia, Reykjavik chiarisce in una nota che non si tratta di una rottura delle relazioni diplomatiche:

Non appena le condizioni lo consentiranno, l’Islanda darà la priorità alla ripresa delle attività dell’ambasciata islandese a Mosca“.

I primi di giugno, il ministro degli Esteri islandese Thordis Gylfadottir aveva giudicato che “la situazione attuale” non consentisse alla rappresentanza diplomatica “di operare in Russia”.

Il giorno dopo l’annuncio di giugno, Mosca aveva denunciato “un’azione anti-russa” e aveva promesso di rispondere, con il ministro degli Esteri russo che aveva dichiarato quanto di seguito:

Terremo conto di questa decisione ostile quando stabiliremo le nostre relazioni con l’Islanda in futuro“.

Come riporta AGI, il paese nordico di 375.000 abitanti ha un’ambasciata a Mosca dal 1944, escluso il periodo 1951-53.

L’Islanda era stata un luogo simbolico di incontro Est-Ovest alla fine della Guerra Fredda, con un vertice nel 1986 tra il presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan e il capo di stato sovietico Mikhail Gorbaciov.