Fallisce Arthur Bus, produttore di autobus ad idrogeno

L’azienda tedesca progettava uno stabilimento di 10mila metri quadrati in Polonia.
La città di Lublino doveva ricevere 20 autobus ma ne sono stati prodotti solo 3.

Arthur Bus, produttore tedesco specializzato nei sistemi di trazione a idrogeno, avrebbe dovuto dare un forte impulso allo sviluppo del trasporto a zero emissioni in Polonia.

L’azienda progettava la costruzione a Lublino di un moderno stabilimento di 10 mila m² e la produzione di autobus a idrogeno destinati alla rete di trasporto locale.

Tuttavia, come riporta Polonia Oggi, martedì il Tribunale distrettuale Lublin-Est ha registrato la procedura fallimentare della società, congelando di fatto il progetto e mettendo in dubbio il futuro dei lavoratori e dell’intera iniziativa. Il fallimento rappresenta per la città una doppia perdita.

Da un lato è stato bloccato lo sviluppo degli stabilimenti e la creazione di nuovi posti di lavoro; dall’altro, gli attuali dipendenti non hanno ricevuto gli stipendi di ottobre e alcuni non riescono nemmeno a ottenere i certificati di lavoro.

Anche il Comune di Lublino si trova in una situazione difficile, poiché nel quadro del progetto con Arthur Bus avrebbe dovuto ricevere 20 autobus a idrogeno finanziati dal Fondo Nazionale per la Protezione dell’Ambiente e la Gestione delle Risorse Idriche entro marzo 2026.

Finora nello stabilimento di Lublino sono stati realizzati solo 3 autobus, poi consegnati a Świdnik. Nel frattempo la società ha registrato perdite crescenti, da 6,6 milioni di złoty nel 2023 a 19 milioni nel 2024, e i profitti attesi dallo sviluppo del mercato non si sono materializzati.

Il fallimento di Arthur Bus rappresenta un duro colpo per la città e per i piani di sviluppo del trasporto a idrogeno in Polonia.

Stellantis prevede un calo della produzione dell’11% entro il 2028

Francia il Paese più colpito con i 5 stabilimenti di assemblaggio, in particolare quello di Poissy.
Probabile il ritorno di modelli noti come la Jeep Cherokee.

Secondo quanto riportato da Reuters, che a sua volta cita un’analisi pubblicata dal Financial Times, la produzione dei veicoli Stellantis negli stabilimenti francesi sarebbe destinata a diminuire dell’11% nel triennio 2025-2028. Le stime arrivano da alcune organizzazioni sindacali, che avrebbero elaborato le previsioni sulla base di presentazioni interne aziendali.

Il report indica che il calo produttivo riguarderebbe tutti e cinque gli stabilimenti di assemblaggio del gruppo situati in Francia, portando il volume totale sotto quota 590.000 unità nel 2028. Inoltre, sempre secondo il FT, lo stabilimento di Poissy sarebbe quello con i livelli produttivi più bassi nel periodo preso in esame.

Reuters specifica che non ha potuto verificare autonomamente le informazioni contenute nel report e che Stellantis non ha rilasciato al momento alcun commento in merito.

Nel corso dell’anno, lo stabilimento di Poissy era già stato interessato da una temporanea sospensione della produzione a causa della domanda più debole sul mercato europeo e, parallelamente, il gruppo ha registrato un incremento del 13% dei ricavi del terzo trimestre, pur segnalando oneri straordinari legati all’aggiornamento delle strategie industriali e di prodotto sotto la guida del nuovo CEO Antonio Filosa.

Infine, secondo quanto riportato da Reuters citata anche da Automotoit, Filosa presenterà il nuovo piano industriale all’inizio del prossimo anno e, tra le iniziative già annunciate, figurano alcune misure straordinarie tra cui: miliardi di euro di oneri fiscali nel primo semestre, il ritorno di modelli noti come la Jeep Cherokee e un riorientamento dell’offerta verso modelli ibridi e a benzina.

La tedesca MAN Truck trasferirà la produzione di carrozzerie da Monaco a Cracovia

Previsto un risparmio di 935 milioni di euro entro il 2028.
Koljonen: non licenzieremo nessuno negli stabilimenti tedeschi ed i risparmi saranno investiti.

Come riferisce il quotidiano austriaco Kurier, MAN Truck, produttore tedesco di autobus e camion, cerca di fare risparmi.

A tal fine, intende trasferire parte della produzione in Polonia. Il piano è stato presentato in una perizia destinata al consiglio di sorveglianza della società, nonché alla società madre, Traton.

Come riporta Polonia Oggi, si tratta di aumentare la produzione delle carrozzerie a Cracovia invece che a Monaco. MAN conta sul fatto che questa mossa permetterà di migliorare il risultato finanziario di 935 milioni di euro entro il 2028.

Dalle analisi compiute risulta che la mancanza di tale decisione potrebbe esporre l’azienda a perdite. Kurier riporta che a Cracovia si svolgerà la costruzione delle carrozzerie; verrà inoltre realizzata una nuova verniciatura per le cabine dei camion e tutti gli interni delle cabine saranno assemblati lì.

In cambio, la direzione ha dichiarato di voler effettuare investimenti nelle sedi di Monaco (700 milioni di euro) e Salzgitter (25 milioni di euro) e ha garantito che non ci saranno licenziamenti e che tutti gli stabilimenti tedeschi di MAN rimarranno aperti.

I veicoli MAN sono prodotti nelle città tedesche di Monaco, Norimberga e Salzgitter, mentre in Polonia l’azienda possiede dal 2007 uno stabilimento a Niepołomice, vicino a Cracovia.

Secondo l’azienda, si tratta attualmente della fabbrica di veicoli pesanti più moderna d’Europa, rinnovata nel 2023. Il trasferimento di parte della produzione in Polonia è il risultato dell’aumento dei costi in Germania.

Il portale Onet cita la direttrice finanziaria dell’azienda, Inka Koljonen, che a ottobre ha ammesso: “nel medio termine non prevediamo un miglioramento significativo della situazione del mercato”.

I problemi derivano non solo dalla debole condizione dell’economia tedesca, ma anche dalla crescente concorrenza cinese e dalle restrizioni legate alle emissioni di anidride carbonica. 

Renault in trattative con diversi gruppi cinesi

Già venduto il 26,4% della filiale brasiliana a Geely, si tratta con Chery per produzioni e vendite congiunte.

Renault è in trattative con altre case automobilistiche, tra cui la cinese Chery, per esplorare la possibilità di partnership per la produzione e la vendita congiunta di automobili.

Lo ha detto Fabrice Cambolive, Chief Growth Officer del Gruppo Renault, parlando ai giornalisti venerdì, mentre oggi ha annunciato il completamento di un accordo in Brasile con la cinese Geely.

Questa mossa sottolinea come Renault stia collaborando sempre di più con altre case automobilistiche, soprattutto cinesi, nei mercati globali per migliorare l’efficienza dei propri stabilimenti in tutto il mondo e aumentare la competitività dei prodotti.

Renault, come riporta Reuters, ha firmato accordi definitivi per vendere a Geely il 26,4% della propria filiale brasiliana.

Le due aziende uniscono così le forze nel più grande mercato latinoamericano, dove Byd sta costruendo uno stabilimento e guadagnando terreno con i propri modelli elettrici puri e ibridi plug-in a prezzi accessibili.

Stellantis, Filosa: il problema non sono i cinesi ma le regole Ue

Il nuovo numero uno di Stellantis attacca le politiche europee indicandole come il vero problema per i costruttori europei.

Stellantis non intende abbandonare i suoi impegni in Italia, né ridimensionare attività e forza lavoro: parola di Antonio Filosa che conferma investimenti di 2 miliardi in un anno e punta il dito verso le regole restrittive che si fanno a Bruxelles e che vanno “urgentissimamente cambiate“.

Intervistato da Bruno Vespa nel corso della trasmissione Cinque Minuti, Filosa ha ricacciato i timori che in Italia possano esserci una raffica di provvedimenti di cassaintegrazione: “Il nostro piano è il nostro impegno e non ci sono ridimensionamenti previsti“. Al contrario, il numero uno di Stellantis lo ha definito un piano “molto pragmatico” e che assegna a ciascuno stabilimento in Italia una chiara missione produttiva, “per tutte le fabbriche senza nessuna esclusione“.   

Nonostante un maxi investimento di 13 miliardi negli Stati Uniti in 4 anni (un mercato che, ha detto, “esprime 16 milioni di vetture vendute all’anno“) Stellantis ribadisce tuttavia “con fermezza e determinazione” che l’impegno con l’Italia non è in discussione: per noi l’Italia è al centro del progetto strategico che abbiamo del nostro futuro e stiamo dimostrando con fatti concreti“.

A tal proposito, ha ricordato che il gruppo sta investendo 2 miliardi di euro in un anno solo in Italia e sta acquistando 6 miliardi di euro in componenti e servizi da fornitori tutti italiani. Insomma, Stellantis la sua parte “la sta chiaramente facendo”, ma “abbiamo bisogno della seconda parte: abbiamo bisogno di un’urgente revisione delle regolamentazioni a Bruxelles“.   

Ed è proprio sulle lacune a livello comunitario che Filosa ha puntato il dito, come riporta Rai News, anche facendo il paragone con quello che succede invece negli Stati Uniti.

Paese, quest’ultimo, dove le persone hanno recuperato la possibilità di comprare la vettura che vogliono. In Europa, invece, “le regole sono ancora restrittive e devono essere cambiate urgentissimamente” in modo che “riflettano la realtà del mercato e restituiscano ai clienti europei la libertà di scegliere la macchina che vogliono“.

Aprire al concetto di neutralità tecnologica; aprire al concetto di rinnovamento del parco circolante visto che in Europa oggi ci sono 256 milioni di vetture, 150 milioni di vetture hanno più di 12 anni, quindi inquinano di più di quelle moderne“. In terzo luogo “vogliamo un focus specifico sulle vetture piccole per le quali l’Italia è leader mondiale“. E, come quarta cosa, “abbiamo bisogno che i target sui veicoli commerciali siano modificati urgentissimamente, perché sono irraggiungibili“.   

Infine, ci sono alcuni fattori prettamente italiani che rendono il nostro paese meno competitivo di altri e tra questi in particolare il costo dell’energia, più che doppio rispetto a quello della Spagna.

Proprio in merito a questo tema, ha sottolineato infine l’Ad di Stellantis, “stiamo parlando col governo italiano, sono ricettivi, stiamo intrattenendo con loro un dialogo costruttivo e speriamo di arrivare a conclusioni favorevoli“.