Dalla fine d’agosto all’inizio di novembre è stato notato un crescente afflusso degli ucraini in Polonia che richiedono il cosiddetto permesso per protezione UKR.
Questo permesso di soggiorno per i cittadini ucraini, introdotto nel marzo 2022, autorizza il soggiorno (per ora fino al 4 marzo 2026) in Polonia nonché l’accesso al mercato del lavoro, al servizio scolastico e ai servizi sociali.
Dal 29 agosto al 24 novembre 2025 sono state presentate oltre 50 mila richieste, tre volte di più che nei primi mesi dell’anno.
La novità, come riporta Polonia Oggi, è che la gran parte sono uomini giovani (e non, come prima, donne e bambini). Questo è dovuto alle recenti modifiche delle leggi ucraine che ora permettono agli uomini tra i 18 e i 22 anni di migrare fuori dal paese.
Negli ultimi mesi sono entrati in Polonia oltre 121 mila uomini di questa fascia d’età, di cui circa 62 mila si sono fermati qui oppure trasferiti in altri paesi dell’UE. Alo stesso tempo, è diminuito il numero delle persone con lo status UKR attivo (e invece cresce il numero degli ucraini che richiedono l’asilo): da 2 milioni a 964 mila. Secondo Cezary Przybył dell’Istituto Economico Polacco, gli ucraini giovani più spesso lavorano senza contatto con la lingua, cultura o gente polacca, soprattutto nel campo di trasporto, edilizia e industria.
Risulta controversa anche la questione della sicurezza: nella prima metà del 2025, il 60% dei reati (che sono stati 8994 in totale) erano correlati agli ucraini.
Nella maggior parte si tratta di truffe e guida in stato di ebbrezza, ma sono preoccupanti anche i recenti casi di criminalità informatica e atti di sabotaggio. Invece, secondo Tomasz Safjański, ex-funzionario dell’Ufficio Investigativo, le vere sfide possono cominciare dopo il ritorno degli ex-soldati in Europa.
Oltre alla Polonia, i risultati della nuova legge ucraina si sono notati nella Germania, dove il numero dei cittadini dell’Ucraina che hanno richiesto il permesso per protezione è cresciuto fino a 1800 a settimana.
L’articolo diffonde un dato completamente fuorviante: il “60%” non si riferisce ai reati in Polonia, ma solo alla quota di ucraini tra gli stranieri denunciati, che rappresentano appena circa il 5% di tutti i sospettati nel Paese. Presentare questo numero come se gli ucraini commettessero metà dei crimini nazionali è una manipolazione evidente, costruita per alimentare paura e ostilità.A questo punto viene spontaneo chiedere: quanti rubli ha guadagnato l’autore per scrivere questa disinformazione?
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