Arrivano altre dichiarazioni del presidente americano dopo gli scontri con l’Iran.
Prima le tensioni dovute agli attacchi alle petroliere (approfondimento al link), poi l’assalto all’ambasciata americana a Baghdad (approfondimento al link) e l’uccisione di Soleimani (approfondimento al link) con la risposta iraniana tramite l’operazione “Soleimani martire” (approfondimento al link), passando per il discusso accordo sul nucleare (approfondimento al link) fino ad arrivare alle dichiarazioni di una “reazione spropositata” con tanto di “attacchi ai siti culturali iraniani” (approfondimento al link).
Ed è proprio il tanto discusso accordo sul nucleare ad essere criticato da Trump, tanto da prendere ancor più le distanze dalla vecchia amministrazione dichiarando:
“Stava spingendo il mondo verso la guerra, ora invece siamo sulla strada della pace“.
Il presidente a stelle e strisce, in merito ai recenti scontri tra i due Paesi, ha poi aggiunto:
“Eravamo pronti a rispondere ed a colpire l’Iran, poi però non siamo andati. Quando mi hanno detto dei 16 missili lanciati contro le basi in Iraq, eravamo pronti ad andare; ho chiesto quanti morti e feriti c’erano, mi è stato detto nessuno e non siamo andati. Non che io volessi andare. Le nostre forze armate sono le più potenti al mondo: chi ci minaccia lo fa a suo rischio”.
Questa dichiarazione, nota da segnalare, è stata rilasciata dopo il via libera della Camera alla risoluzione che limita i suoi poteri di guerra, vietando ogni intervento in Iran senza l’approvazione del Congresso.
Il medesimo provvedimento, introdotto dai democratici dopo l’uccisione del generale Soleimani temendo un’escalation, impedisce qualsiasi azione contro l’Iran senza, appunto, l’autorizzazione del Congresso; tuttavia, si tratta di un via libera simbolico: la misura infatti non è vincolante ed è difficile che superi l’esame del Senato.
È stata approvata con 224 voti a favore e 194 contrari; 3 i repubblicani hanno votato sì: Thomas Massie, Francis Rooney e Matt Gaets. Otto, invece, democratici che hanno votato contro.