Fuga da Amazon

Dopo le varie accuse e le perdite di clienti come Nike e Birkenstock arriva un’altra tegole per Amazon: anche Ikea abbandona la piattaforma e-commerce.

Jeff Bezos, dopo il divorzio più costoso della storia del mondo e l’essere finito nella top ten dei miliardari che più hanno perso a livello economico-finanziario nel 2019 (approfondimento al link), continua a perdere colpi.

La sua azienda Amazon, infatti, è stata ripetutamente al centro delle critiche per il trattamento del personale ed è stata inserita tra le società che non brillano per trasparenza (insieme ad Apple, Disney ed addirittura l’Isis) nel discorso tenuto da Ricky Gervais ai Golden Globe.

Ora, dopo i clamorosi addii di Nike e Birkenstock, arriva un’altra brutta tegola: ha deciso di smettere di vendere i suoi prodotti tramite la piattaforma e-commerce Amazon anche il colosso Ikea.

La decisione di Ikea è arrivata dopo l’avvio del progetto pilota focalizzato sugli articoli di illuminazione smart, che avrebbe fatto registrare un fallimento a causa della necessità di essere veicolata in maniera decisamente più ampia ed efficace.

Non secondario è il problema di minor attrattività che Amazon sta attraversando; i motivi sarebbero legati alla vendita di prodotti contraffatti ed alla mancanza di adeguati controlli in questo senso.

Il problema sta diventando noto al punto che l’American Apparel & Footwear Association, ancora ad ottobre 2019, aveva contrassegnato alcuni dei siti sui quali Amazon si appoggia.

Al momento Ikea sta usando la piattaforma Alibaba ma, come dichiarato circa un anno fa al Financial Times dal chief executive of Inter Ikea Torbjorn Loof, pare ci sia la volontà di lanciare una propria piattaforma per l’e-commerce.

Il nuovo marketplace includerebbe inoltre la vendita di prodotti di terzi senza limiti di categorie, in modo da diversificare il business ed incrementare i profitti grazie ai proventi derivanti dalle transazioni che avverranno tramite la piattaforma stessa.

Amazon perderà dunque una buona quota di mercato, considerando che Ikea è anche in forte movimento: altro business in via di sviluppo è quello legato all’opzione dei mobili in leasing, per il quale è prevista nel 2020 l’ampliamento in 30 mercati, dopo il lancio avvenuto in Svizzera.

Ma non solo: sono previste le aperture, entrambe a New York, di un negozio di piccola taglia (5.000 mq) nell’Upper East, al fine di offrire ai clienti l’opportunità di sedersi con i consulenti di design e di un nuovo store, entro il 2020 e più precisamente nel quartiere del Queens, per attirare i millennial urbani.

Autore: Francesco Puppato

Vive in Polonia dove si occupa di Controllo di Gestione per gli stabilimenti polacchi di una holding italiana; parla quattro lingue (italiano, inglese, polacco e francese) ed ha precedentemente lavorato nel dipartimento finanziario della Holding Orange1. Laureato in "Economia Aziendale" con indirizzo in "Management ed Organizzazione", ha poi conseguito i Master in "Gestione delle Risorse Umane ed Organizzazione del Lavoro", "Controllo di Gestione" e "Diritto Bancario". È "Coach certificato" e vanta corsi in "Business Plan", "Project Management secondo gli standard internazionali" e "Tempi e Metodi". Inoltre, ha il "patentino Bloomberg", l'"Europass Mobilità" e l'"ECDL". Dal 2015 al 2020 ha curato la rubrica "About economy and Social Equity"  per la rivista "Economia - ecaroundworld", dal 2017 al 2019 ha collaborato con "Wall Street Italia", nel 2019 con "Economista.info" mentre dal 2020 collabora con "Wall Street Cina", "Gazzetta Italia" e "Polonia Oggi", dal 2021 con "RisorseUmane-HR". Founder di "General Magazine".

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