Estate da un incubo per gli smartphone

I dati di WeFix.it: gli uomini in età adulta i più sbadati.
Ferragosto il giorno più “nero”: +40% di incidenti rispetto alla media e tre italiani su 10 hanno subito danni al proprio dispositivo durante le vacanze.

Le vacanze estive sono un periodo di relax e divertimento, ma non per i nostri smartphone. Anche durante l’estate appena trascorsa, il 30% degli italiani ha riportato danni al proprio dispositivo durante le vacanze. Tuttavia, rispetto all’anno precedente, gli italiani si sono dimostrati leggermente più attenti e prudenti, come evidenziato dai dati raccolti da WeFix.it, il booking delle riparazioni che seleziona i migliori centri assistenza per smartphone nel nostro Paese.

Nel dettaglio, i dati raccolti nel periodo giugno/settembre 2024 dimostrano che la fascia d’età più colpita dai danni agli smartphone è stata quella tra i 35 e i 44 anni con un 25% del totale, in aumento del 5% rispetto all’anno scorso, seguita dalla fascia 25-34 anni, che ha registrato un 23% delle richieste di riparazione. Anche quest’anno, gli uomini si sono dimostrati più distratti rispetto alle donne, rappresentando il 49,5% contro il 48,3% proveniente dal pubblico femminile. Per la seconda estate consecutiva, i problemi alla batteria sono stati il danno più frequente subito dagli smartphone, con un 32% delle richieste di intervento: «Dal 2017 fino al 2023, la rottura dello schermo era stata la principale causa di riparazione –sottolinea Joseph Caruso, responsabile del dipartimento statistico WeFix.it- ma quest’anno la batteria ha consolidato il suo primato, aumentando il divario».

Durante l’estate 2024, WeFix.it ha registrato un incremento significativo dei danni subiti dagli utenti in montagna, con un aumento del 20% rispetto al 2023. Inoltre, il 15% delle richieste di riparazione è arrivato da italiani in vacanza all’estero, un dato in crescita rispetto agli anni passati. La regione italiana dove si sono verificati più incidenti è la Campania, seguita da Calabria ed Emilia-Romagna. Per quanto riguarda i paesi esteri, gli italiani hanno danneggiato i propri smartphone soprattutto in Spagna, Albania e Grecia: «Sia che gli italiani abbiano rotto i propri device in Italia sia che li abbiano danneggiati all’estero, una tendenza di quest’anno è che molti vacanzieri hanno preferito riparare i propri smartphone una volta tornati nelle loro città di origine –continua Caruso-; oltre il 18% delle riparazioni è stato effettuato al rientro dalle vacanze. Si tratta di un dato che conferma la tendenza verso vacanze più brevi e una maggiore prudenza nel gestire i propri dispositivi».

   Un dato curioso dell’estate appena trascorsa è la netta riduzione dei danni riportati in discoteche e locali notturni, scesi del 30% rispetto all’anno scorso. Segnale, forse, di un cambiamento nelle abitudini di svago degli italiani, soprattutto più giovani, che preferiscono forse altre forme di intrattenimento. Tra i modelli di smartphone più danneggiati, in cima alla classifica si trovano gli Apple l’iPhone 11 e 12 (con il 12,7% delle richieste totali), seguiti dal Samsung Galaxy A51 (con il 5,9%) ed il P30 Lite della Huwaei (al 5,4%). Questi modelli hanno registrato il maggior numero di interventi di riparazione, soprattutto per problemi legati alla batteria e allo schermo. Ferragosto si conferma la giornata più critica per gli smartphone: il 15 agosto ha registrato il 40% in più di danneggiamenti rispetto alla media giornaliera, mentre, in generale, l’orario più critico è risultato quello nella fascia mattutina (dalle 9 alle 12) con oltre il 26% dei danneggiamenti e il giorno più “nero” il lunedì con il 20,5% delle richieste di intervento.

Smartphone: quanto costano le riparazioni in Italia

Il mercato europeo vale 67 miliardi di dollari; nel 2019 ne valeva 27.
Il Trentino la regione più cara, la Campania quella più conveniente.

La nuova Legge Europea sulle riparazioni in fase di approvazione a Bruxelles è destinata a veder aumentare un mercato, quello dei pezzi di ricambio per smartphone, che nel 2023 ha superato i 63 miliardi di dollari e che, dal 2019, anno prima della pandemia da Covid 19, è aumentato del 148%. I dati dell’European Refurbishment Association (Eurefas) relativi ai 27 Paesi dell’Unione Europea illustrano, inoltre, che oltre il 10% degli smartphone in circolazione nell’UE sono ricondizionati.

In Italia, il mercato delle riparazioni “fuori garanzia”, nel 2023, ha superato i 250 milioni di euro. Ma quanto costa, in media, riparare uno smartphone nel nostro Paese? Secondo i dati di WeFix.it, il booking italiano che seleziona i migliori centri assistenza per smartphone membro di “The Right to Repair Europe” coalizione che ha promosso la Legge sulle riparazione davanti al Parlamento Europeo, il valore medio delle riparazioni nel nostro Paese è di 80 euro per dispositivo. I modelli più costosi sono i Samsung, con un costo medio di riparazione pari a 107 euro mentre i più economici tra i più venduti sono i modelli Huawei con un costo medio di riparazione di 64 euro. Le parti “consumabili” più riparate sono, come facile immaginare, gli schermi e le batterie. Se, da un lato, sostituire una batteria di un dispositivo Apple ha un costo medio di 48 euro, dall’altro il prezzo da pagare varia molto da regione a regione. Stando alle proiezioni dell’ufficio statistico di WeFix.itsostituire una batteria di un iPhone 12 in Trentino Alto Adige costa in media 54 euro mentre, per la stessa riparazione in Campania se ne spendono 39. Per uno schermo di un Samsung S21, in Trentino si spendono 204 euro mentre in Campania 184. Stesso discorso per i modelli MI 10 Lite di Xiaomi e P30 Lite di Huawei: la batteria Xiaomi costa 59 euro per un trentino, mentre 44 euro per un campano; lo schermo Huawei costa 89 euro in Trentino mentre in Campania 69 euro. «Il Trentino Alto Adige, insieme alle Valle d’Aosta sono le regioni dove le riparazioni costano di più  spiega Joseph Caruso, responsabile del dipartimento statistico WeFix.it-, mentre in Campania, Calabria e Sicilia costano mediamente di meno. Queste differenze non sono dovute a fattori legati al costo dei ricambi, ma a fattori esterni quali il costo medio della vita, dalla densità della popolazione, la concorrenza dei centri di assistenza per numero di abitanti nelle singole e specifiche zone del Paese, ai salari medi. Tutti fattori che, grazie al monitoraggio della nostra IA, “Autopilot” ci permettono di analizzare con metodo i prezzi medi dei ricambi e loro variazioni nella maggior parte dei centri assistenza locali».

Mediamente, un dispositivo nuovo richiede una riparazione dopo 17/19 mesi di vita, mentre uno smartphone riparato ha una vita più lunga di 12/15 mesi: «Con l’approvazione della Legge Europea sulle riparazioni –conclude Caruso– questa tipologia di mercato è destinata a crescere grazie alla garanzia che i costruttori dovranno accordare a chi acquista un nuovo dispositivo garantendo, dunque, una vita più lunga ai propri smartphone oltre a un impatto ambientale meno traumatico e una catena del riciclo molto più virtuosa».

Ecco gli smartphone che emettono più radiazioni

La classifica dei migliori e dei peggiori.
C’è anche il tuo?

Ormai tutti abbiamo uno smartphone e lo abbiamo scelto, sostanzialmente, basandoci su prezzo e prestazioni.

C’è, tuttavia, un’altra classifica che forse viene presa poco in considerazione: quella delle radiazioni emesse.

Ecco, dunque, quali sono gli smartphone che emettono più e meno radiazioni stando alla classifica redatta da StarsInsider.

Partendo da quelli che emettono meno radiazioni troviamo, a pari merito con un indice SAR pari 0,27, troviamo il Sony Mobile Xperia 5 II, il Samsung Galaxy A50, il Motorola Razr 5G ed il modello G8X ThinQ di LG.

Leggermente migliori con un indice SAR di 0,26, il Samsung Galaxy S10 5G e l’Honor 7A 2018.

Salendo la classifica troviamo il Samsung Galaxy M20, con un indice pari 0,25. Piazzamento in classifica ancora migliore, con un indice di 0,24, il Samsung Galaxy S20 Fe e l’LG G7 ThinQ.

0,23 watt per chilogrammo, invece, per il Samsung Galaxy A72 e 0,22 per il Samsung Galaxy A80.

Ancora Samsung tra i meno “tossici” con il modello Galaxy Note10 che presenta un indice SAR di 0,21 ed il modello Galaxy Note 10+ 5G con 0,19 watt per chilogrammo.

I migliori risultano essere lo ZTE Axon Elite, con un indice SAR di 0,17 e, al primo posto con 0,13 watt per chilogrammo lo ZTE Blade V10.

Tra gli smartphone che emanano più radiazioni, invece, troviamo il Sony Xperia XZ Premium con un tasso SAR di 1,21; ecco quindi l’Huawei Nova 2 a 1,25 ed il OnePlus 9 a 1,26.

Poi ancora Huawei, con il modello P Smart che presenta 1,27 watt a chilogrammo.

Salendo ecco lo ZTE Axon 7 Mini che presenta un SAR di 1,29, poi l’OnePlus 6 a 1,33 watt per chilogrammo a pari merito con con il Google Pixel 3.

SAR di 1,36 per il Sony Xperia XZ1 Compact e di 1,37 per l’Oppo Reno5 5G, alla pari con il Google Pixel 4a.

1,39, invece, per il Google Pixel 3 XL; SAR di 1,41 per il Sony Xperia XA2 Plus ed addirittura di 1,55 per l’OnePlus 6T che si colloca nel gradino più basso del podio.

Al secondo posto tra gli smartphone che emettono più radiazioni troviamo lo ZTE Axon 11 5G con un SAR di 1,59 mentre al primo posto, con 1,79 watt per chilogrammo, ecco il Motorola Edge.