Come, dove e quando gli italiani hanno rotto lo smartphone nel 2023

I dati di WeFix Lab: gli uomini in età adulta i più sbadati. Il lunedì il giorno “nero” anche per i telefonini.
I maggiori interventi sugli Apple. Schermo e batteria le riparazioni più richieste.

Sono gli uomini in età adulta i clienti più assidui dei centri riparazione per smartphone d’Italia. Una costante che si ripete quasi di anno in anno. Nel 2023, il 56,8% degli utenti che si sono è recati in un centro riparazione per sistemare il proprio telefonino era maschio. Nel 2022 erano il 57,8%, nel 2021 il 49,1% e nel 2020 il 54,8%. Di questi, poco più del 24% ha un’età compresa tra i 35 e 44 anni.

I dati sono offerti da WeFix Lab, il dipartimento statistico di WeFix.it, il booking che seleziona i migliori centri assistenza in tutta Italia per smartphone e che, ogni anno, raccoglie le statistiche relative alle richieste di intervento ricevute dalla piattaforma.

La regione dove sono state richieste il maggior numero di riparazioni nel corso dell’anno è la Sicilia, con il 13.25% del totale. A seguire, Emilia-Romagna (11.65% di riparazioni) e Sardegna (8.59%). I luoghi dove, nel 2023, si sono verificati i maggiori danneggiamenti sono quelli “bagnati” (mare, piscina, lago) e in generale “all’aperto” con oltre il 32% delle riparazioni, seguiti dagli incidenti in casa (22,6%), i mezzi di trasporto (16,13%), i luoghi di studio/lavoro (9,7%). «Non vi è dubbio, come constatiamo ormai da anni – spiega Joseph Caruso, responsabile del dipartimento statistico WeFix Lab– che il periodo più “disgraziato” per i telefonini sia l’estate. Lo dimostrano le aree in cui si verificano incidenti che richiedono riparazioni: se sommiamo la montagna con il mare, la piscina e i laghi, abbiamo un totale di oltre il 40% delle richieste di intervento. Tutte zone che, solitamente, sono maggiormente frequentate durante il periodo estivo».

Come detto, sono gli uomini i più distratti, soprattutto nella fascia adulta. Più attente, invece, sono le persone “over 65” che, con il solo 7,3% di richieste di riparazione, si sono dimostrate più accorte dei giovani (la fascia compresa tra i 18 e i 24 anni ha richiesto riparazioni nel 18% dei casi). I modelli di smartphone più riparati nel corso del 2023 sono stati quelli della Apple, con oltre il 60% delle richieste, seguiti dai Samsung (16%) e Xiaomi (8%). Le riparazioni più richieste hanno interessato la batteria esausta (33,5%), la sostituzione dello schermo (33%), la riparazione per danno da liquidi (6%), la fotocamera difettosa (5,5%) e la memoria piena (5%). Le cause escluse dall’usura del dispositivo che hanno portato ai danneggiamenti più frequenti  sono la caduta accidentale (26% delle riparazioni), familiari/amici o bambini maldestri (19%), ricarica imporpria della batteria (16%) ed il tentativo di scattare foto o video per i social (14%). Interessanti anche i dati relativi agli orari in cui si verificano maggiormente gli incidenti ai nostri telefonini e i giorni della settimana: con il 25,8% degli incidenti l’orario tra le 9 e le 12 si conferma il più sfortunato, seguito dalla fascia oraria 15/18 (19%) e 12/15 (18,5%). Il giorno della settimana più “nero” è il lunedì (18% di richieste di riparazione), seguito da mercoledì e giovedì entrambi con il 17% di interventi per danneggiamenti: «Che sia il lunedì il giorno in cui si verificano i maggiori danni ai nostri smartphone, soprattutto nella fascia orario mattutina, dimostra che anche i nostri telefonini ci “parlano” e ci dicano che, anche per loro, inizia una nuova settimana tutta da affrontare» conclude ironico Caruso.

Qui, i grafici di sintesi:

Sfruttamento minorile dietro le auto elettriche

In Congo impiegati anche bimbi di 6 anni per estrarre il cobalto a mani nude.
Ecco i veri costi, altro che “rivoluzione verde”.

Almeno 40.000 piccoli schiavi già a 6 anni scavano a mani nude il cobalto.

Non più di dieci euro per tirar fuori in due giorni i dieci chili per una batteria al servizio della “rivoluzione verde“, come riportava Domani in tempi non sospetti.

La piccola provincia del Lualaba, ex Katanga, fornisce al mondo sviluppato il 70% del cobalto che serve per le piccole batterie degli smartphone e per quelle massicce delle auto elettriche ed ibride.

Secondo l’Unicef sono oltre 40.000 quelli che si calano nelle gallerie a età anche di 6-7 anni e scavano a mani nude per portare in superficie quantità sempre maggiori di cobalto.

Per una batteria di un’auto elettrica ne servono una decina di chili, che sul mercato occidentale costano 300-350 euro, ma sono il frutto di due giornate di lavoro pagate tra i 3 e 5 dollari.

Ai piccoli si aggiunge un esercito di sfruttati adulti, circa 160mila uomini e donne, ma anche ragazze che si occupano di selezionare, scartare e lavare il materiale estratto, esposte a ogni sorta di abusi.

Padova: ecco i primi semafori anti smartphone

Una luce sarà proiettata anche sulla strada.
Installati i primi due dispositivi.

Padova pioniera nella prevenzione verso i pedoni distratti dallo smartphone.

Per proteggerli dal rischio di attraversare la strada con il rosso, infatti, i semafori a Padova ora si illuminano anche per terra.

Proiettano un fascio di luce rossa sull’attraversamento pedonale in modo che anche chi ha gli occhi fissi sul telefonino ed è talmente distratto da camminare senza vedere dove va, abbia un avvertimento visivo sul fatto che sia meglio non fare un passo oltre. 

Alle tre icone verde gialla e rossa dell’omino stilizzato, il nuovo semaforo aggiunge la proiezione sull’asfalto, sulla prima riga zebrata, di una intensa striscia di luce rossa, che scompare quando è verde e l’attraversamento è di nuovo consentito, stando a quanto riporta Il Resto del Carlino.

I due primi impianti proteggi-pedoni, con tecnologia sperimentale, sono stati installati dal Comune in Prato della Valle, in corrispondenza del passaggio davanti all’ex Foro Boario.

Un progetto partito dalla constatazione che sempre più persone camminano guardando il telefonino.

In pratica, chi distrattamente, magari chino sul proprio cellulare perso tra le mille distrazioni, inizia l’attraversamento con il rosso è colpito da questa intensa luce che vede proiettata a terra, e viene messo in allarme sul pericolo.

Gli impianti sono stati forniti gratuitamente dall’amministrazione dalla ditta che fornisce tutti i semafori in città.

Quello di Prato della Valle, collegato ad grande parcheggio, è utilizzato non solo dai padovani ma anche da moltissimi turisti.

ll Codice della Strada non prevede nulla del genere al momento, ma l’inserimento di un dispositivo che aumenta il livello di attenzione dei pedoni nei passaggi pedonali è in ogni caso un ulteriore passo verso la sicurezza sulla strada.

L’assessore alla mobilità, Andrea Ragona, è intervenuto come di seguito:

Abbiamo accolto con piacere e positivamente questa proposta dell’azienda perché è comunque un intervento che va nella direzione di una maggiore sicurezza. Sappiamo che la distrazione è una delle maggiori cause di incidenti sulla strada, distrazione che non riguarda purtroppo solo gli automobilisti, ma anche pedoni e ciclisti. L’uso dello smartphone è davvero una delle cause di maggior distrazione per tutti. L’impianto semaforico naturalmente rimane del tutto identico agli altri, come deve essere anche per ottemperare alle indicazioni del Codice della Strada. È solo stato aggiunto questo piccolo dispositivo che proietta una intensa luce rossa, creando una barriera virtuale che attira l’attenzione anche dei più sbadati”.

Microfono dello smartphone acceso, Garante: “Attenzione, dati rubati dalle app”

Informazioni carpite e rivendute a fini commerciali.
Aperta un’istruttoria.

Informazioni carpite per poi essere rivendute a società, le quali le usano per fare proposte commerciali.

Un fenomeno sempre più diffuso, tanto che il Garante della privacy ha aperto un’istruttoria a riguarda.

Il problema troverebbe radici nell’utilizzo del microfono da parte delle app che gli utenti scaricano e, per il cui utilizzo, accettano le condizioni d’uso che richiedono l’accesso al microfono.

L’accettazione dei termini viene solitamente data senza prestarvici troppa attenzione, ma comprende anche l’uso che verrà fatto dei propri dati.

Dopo che un servizio televisivo e diversi utenti hanno segnalato come basterebbe pronunciare alcune parole sui loro gusti, progetti, viaggi o semplici desideri per vedersi arrivare sul cellulare la pubblicità di un’auto, di un’agenzia turistica, di un prodotto cosmetico, l’Autorità ha avviato un’indagine sull’uso illecito di dati che si starebbe facendo alle spalle di persone ignare.

L’istruttoria è stata avviata in collaborazione con il Nucleo speciale privacy e frodi tecnologiche della Guardia di Finanza e prevede l’esame di una serie di app tra le più scaricate, al fine di verificare che l’informativa resa agli utenti sia chiara e trasparente e che sia stato correttamente acquisito il loro consenso.