Conte: stipendi anche agli esclusi del M5S

Paghe anche ad esclusi o non candidati per il secondo mandato.
Fico, Crimi, Taverna e Bonafede tra i nomi.

Uno stipendio ai big del Movimento 5 Stelle esclusi dalle elezioni, perché non eletti o perché non candidati per via del limite dei due mandati.

Ne parla oggi il quotidiano “Il Messaggero” ripreso anche da “Leggo”, che racconta che l’ex premier Giuseppe Conte, dopo aver salvato il movimento dall’estinzione (con un buon risultato alle elezioni) si appresta a varare la fase due della sua leadership.

Già in campagna elettorale Conte chiese a tutti i big del M5S (non ricandidabili per il limite di mandati) di aiutarlo nell’impresa che sembrava impossibile: si tratta di nomi di peso, da Paola Taverna a Vito Crimi, fino all’ex presidente della Camera Roberto Fico.

Ma anche Gianluca Perilli (ex capogruppo), Laura Bottici (questore al Senato), Daniele Pesco (presidente Commissione Bilancio), Alfonso Bonafede (ex ministro della Giustizia), ed il tesoriere Riccardo Fraccaro.

Stando a quanto riportato, Conte vuole costituire un partito vero e proprio, ovvero ciò che manca da quando furono sciolti i primi meet-up ideati da Casaleggio e Beppe Grillo: il disegno dell’ex premier prevede la creazione di ruoli remunerati che garantiscano il funzionamento del partito e di una scuola di formazione pentastellata; anche i docenti di quest’ultima sarebbero remunerati.

Una buona soluzione dunque per “riciclare” chi non è stato rieletto, per motivi vari.

Per apportare questi cambiamenti però servirà modificare lo statuto: per Conte, l’ultimo ostacolo sarà dunque il fondatore, lo stesso Grillo.

Espulsi i senatori del M5S contrari alla fiducia

Draghi incassa la fiducia, che costa cara ai contrari del Movimento.
Crimi: “si devono rispettare le indicazioni di voto”.

Mario Draghi vince ed ottiene la fiducia al Senato.

Il conto è però salato, per il Movimento 5 Stelle: i 15 senatori che hanno votato “no” saranno espulsi.

A dichiararlo è proprio il capo politico dei pentastellati, Vito Crimi, che dichiara quanto di seguito:

I 15 senatori che hanno votato no sono venuti meno all’impegno del portavoce del MoVimento che deve rispettare le indicazioni di voto provenienti dagli iscritti. Tra l’altro, il voto sul nascente Governo non è un voto come un altro. È il voto dal quale prendono forma la maggioranza che sostiene l’esecutivo e l’opposizione. Ed ora i 15 senatori che hanno votato no si collocano, nei fatti, all’opposizione.

Prosegue poi lo stesso Crimi:

Per tale motivo non potranno più far parte del gruppo parlamentare del MoVimento al Senato. Ho dunque invitato il capogruppo a comunicare il loro allontanamento, ai sensi dello Statuto e del regolamento del gruppo. Sono consapevole che questa decisione non piacerà a qualcuno, ma se si pretende rispetto per chi la pensa diversamente, lo stesso rispetto si deve a chi mette da parte le proprie posizioni personali e contribuisce al lavoro di un gruppo che non ha altro obiettivo che quello di servire i cittadini e il Paese.”

Ancora, il capo politico del M5S, conclude:

Ieri al Senato il MoVimento 5 Stelle ha votato sì. Non lo ha fatto a cuor leggero, è evidente. Ma lo ha fatto. Lo ha fatto con coerenza, nel rispetto dell’orientamento emerso in seguito all’ultima consultazione, dove la maggioranza dei nostri iscritti si è espressa a favore. M5s ha votato sì con coraggio, assumendosi la responsabilità di una scelta che non guarda all’interesse esclusivo del MoVimento o al facile consenso, bensì agli interessi di tutti i cittadini italiani e della nostra comunità nazionale. Quello di chi ha votato sì è un voto unitario, una responsabilità collettiva, non del singolo. I compromessi con sé stessi, con i propri credo, convinzioni e valori, sono quelli più difficili. Riuscire ad affrontarli e sostenerli per il bene di un Paese che sta vivendo il momento più difficile della sua storia recente non è una sconfitta, è un valore aggiunto in termini di etica e dignità.”

Altra brutta tegola interna per il MoVimento , insomma, dopo il recente addio di Di Battista.