Suning dichiara bancarotta

Fallita anche la holding che controllava l’Inter.
Fatale l’investimento di 20 miliardi di yuan in Evergrande fatto nel 2020.

Come riporta il Daily News, tre holding di proprietà di Zhang Jindong, ex proprietario dell’Inter, hanno dichiarato bancarotta in Cina con un accordo per la ristrutturazione del debito.

Il 7 febbraio, come riporta La Repubblica, il National Enterprise Bankruptcy Reorganization Case Information Network (l’ente che si occupa di bancarotte e riorganizzazioni aziendali) ha annunciato che la Corte Centrale di Nanchino il 26 gennaio 2025 ha accettato la richiesta di riorganizzazione fallimentare da parte di Suning Appliance Group, Suning Holdings Group e Suning Real Estate Group e che nelle prossime settimane andranno in scena i primi incontri con i creditori.

La Suning Holdings Group è la holding attraverso la quale gli imprenditori della Repubblica Popolare hanno controllato l’Inter dal 2016 al 2024.

Spiega ancora il Daily News che un investimento di 20 miliardi di yuan in Evergrande, fatto nel 2020, è diventato irrecuperabile, portando a un continuo deterioramento finanziario.

Nel 2021 Suning ha registrato la più grande perdita netta tra le società con azioni A.

Nel 2022, i suoi ricavi sono crollati ed il suo rapporto di indebitamento è aumentato.

Entro la fine del 2023, numerose società collegate a Suning in varie regioni hanno dichiarato bancarotta.

Sebbene la ristrutturazione del debito e delle attività nel 2024 abbia temporaneamente stabilizzato l’azienda e ripreso le operazioni logistiche, alla fine l’azienda ha dovuto fare i conti con la pressione economica.

Il colosso cinese Evergrande dichiara fallimento

Istanza di fallimento presentata a New York.
270 miliardi di dollari di passività.

Il colosso cinese dell’immobiliare Evergrande ha presentato istanza di fallimento a New York.

Lo riferisce la stampa statunitense, con Tgcom24 che ne riprende la notizia.

Nel marzo di quest’anno, Evergrande aveva già presentato un piano di ristrutturazione multimiliardario per ripagare i suoi creditori internazionali.

La società aveva più di 270 miliardi di dollari di passività.

Evergrande era la più grande immobiliare cinese per vendite, ma travolta dai debiti, era fallita nel 2021, scatenando la peggiore crisi del mercato immobiliare cinese mai registrata.

Nel marzo di quest’anno, Evergrande ha presentato un piano di ristrutturazione multimiliardario per ripagare i suoi creditori internazionali.

Evergrande ha presentato istanza Usa di protezione dai creditori sulla base del Chapter 15, inteso ad aiutare le aziende a gestire i casi di insolvenza che coinvolgono più di un paese.

La crisi del settore immobiliare in Cina fa paura e rischia di far scattare un effetto domino su tutti i mercati mondiali.

La Banca centrale cinese già nelle scorse ore aveva tentato di rassicurare annunciando che avrebbe adeguato e ottimizzato “le politiche immobiliari in modo tempestivo“.

Inserita nel rapporto sulla politica monetaria del secondo trimestre, la formula spesso utilizzata dalla Pboc e dai contorni burocratici, è finita però nel mezzo delle turbolenze finanziarie in corso nel settore, tra le tensioni di contagio tra gli operatori del real estate e dei trust.

Hengda Real Estate, controllata di Evergrande, era finita nel mirino della China Securities Regulatory Commission (l’autorità di vigilanza e regolamentazione sui titoli) per la sospetta manipolazione dei dati finanziari, secondo i media locali.

Evergrande, colosso immobiliare di Shenzhen, era stata la prima ad avere problemi finanziari a causa del debito superiore ai 300 miliardi di dollari e della stretta ai prestiti bancari decisa dalla leadership comunista: mercoledì aveva annunciato il rinvio della riunione dei creditori sulla ristrutturazione del debito offshore dal 23 al 28 agosto.

Inoltre, la polizia cinese, ha riportato Bloomberg, ha fatto visita agli investitori di Zhongzhi Enterprise Group, il trust simbolo delle ‘banche ombra‘, per scoraggiare in via preventiva possibili disordini.

Evergrande, la Cina agli enti locali: prepararsi al default

Lo sviluppatore immobiliare è il più indebitato del mondo.
Pechino sembra non volerla salvare.

305 miliardi di dollari.

Questo è il debito di Evergrande, sviluppatore immobiliare, ed è anche il più grande del mondo.

C’è chi la paragona ad una Lehman cinese con Pechino che sembra non volerne sapere di salvare il colosso; infatti, stando a quanto riporta il Wall Street Journal, le autorità cinesi avrebbero già detto ai funzionari locali di prepararsi ad una “possibile tempesta”.

Hui Ka Yan, presidente e fondatore di Evergrande, in una nota ha assicurato che “l’azienda farà del suo meglio per riprendere lavoro e produzione” ma al contempo la Chinese Estates Holdings, ovvero il secondo socio di Evergrande, vende le sue azioni.