È accaduto qualcosa di storico, in Tunisia.
Per la prima volta nella storia del mondo arabo e musulmano, infatti, una donna è stata incaricata di formare un governo.
Come riporta Quotidiano.net citando lo stringato comunicato della Presidenza precisando che tale decisione è stata adottata ai sensi dell’articolo 16 del decreto presidenziale 117 relativo alle misure eccezionali, il presidente tunisino Kaïs Saïed ha incaricato Néjla Bouden, geologa con esperienza nella Banca mondiale e nell’Ufficio delle Nazioni Unite per la riduzione dei rischi di catastrofi, di formare il governo.
Lo stesso presidente, il 25 luglio di quest’anno, aveva dimesso tutto il Governo, sospeso il Parlamento ed assunto l’autorità esecutiva. Questo aveva portato diversi attivisti, politici e difensori dei diritti umani a prendere parte alla protesta, svoltasi davanti al Teatro Municipale in Habib Bourguiba Avenue, nel centro di Tunisi, accusandolo di un colpo di stato.
In sua difesa, il presidente sostiene che le sue misure eccezionali hanno lo scopo di “salvare” il Paese.
Nel frattempo, come dichiarato dal portavoce del governo parigino Gabriel Attal, le autorità francesi hanno deciso di ridurre del 50% la concessione di visti all’Algeria ed al Marocco e Le Figaro, citando n consigliere del governo francese, ha aggiunto che verranno ridotti del 30% i visti concessi dalla Francia alla Tunisia.
Secondo Europe 1, nei primi sei mesi del 2020 sono stati rilasciati circa 63mila visti a fronte di 96mila domande mentre nei primi sei mesi del 2021, più di due richieste su tre avanzate dall’Algeria sono state accolte dalla Francia.
Più precisamente, l’emittente ha specificato quanto di seguito:
“Emmanuel Macron ha quindi chiesto ai servizi consolari del Quai d’Orsay di rilasciare un massimo di 31.500 visti per i prossimi 6 mesi, ovvero la metà.”