Lavorare meno a parità retributiva: test in Islanda

Progetto durato 4 anni sull’1% della forza lavoro.
La Spagna sulla stessa lunghezza d’onda.

Un test durato 4 anni (dal 2015 al 2019) e condotto sull’1% della forza lavoro (2.500 dipendenti) è stato condotto in Islanda, al fine di verificare la possibilità di ridurre l’orario lavorativo mantenendo invariati produttività e salario.

Il medesimo prevedeva la riduzione dell’orario lavorativo da 40 a 35 ore settimanali ed ora apre la strada ad una riforma, avendo dato risultati positivi.

A supporto del test, è stata condotta una ricerca secondo la quale ad oggi già l’86% della forza lavoro islandese lavora meno di prima. Stando a quanto riporta Euronews, ora la palla passa a sindacati e datori di lavoro perché si arrivi a livello di contratti collettivi.

Ma non è solo l’Islanda ad andare verso questa strada: la Spagna, dallo scorso marzo, lavora sull’ipotesi di introdurre la settimana lavorativa a 4 giorni, dopo che l’orario settimanale è già stato ridotto a 32 ore in 3 anni, senza ridurre la retribuzione.

C’è inoltre chi sostiene che la riduzione dell’orario lavorativo porterebbe vantaggi a livello di salute mentale dei lavoratori con un impatto sulla produttività, oltre che ridurre i costi energetici delle aziende.

Ampliando il raggio, vediamo che la media nell’Ue del 2019 è di 36,2 ore lavorative a settimana, dove la Romania si attesta il primato più alto con 40,5 ore medie e l’Olanda più basso con 29,3 ore medie settimanali.

Il Paese in cui invece si registra la maggior differenza tra subordinati e liberi professionisti è il Belgio: i primi sono impegnati per 39,1 ore settimanali mentre i secondi arrivano fino a 52,8.

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Autore: Francesco Puppato

Vive in Polonia dove ricopre il ruolo di Lead Finance Controlling per una multinazionale del tabacco; precedentemente è stato Senior Controller, Supervisore del reparto logistico e BMW Task Force Manager per una holding italiana operante nel settore dell'automotive e prima ancora responsabile del Controllo di Gestione per gli stabilimenti polacchi di una holding italiana del settore del bianco, partendo dal dipartimento finanziario di una multinazioanle italiana attiva nel settore dei motori elettrici. Laureato in "Economia Aziendale" con indirizzo in "Management ed Organizzazione", parla quattro lingue (italiano, inglese, polacco e francese) ed ha poi conseguito 12 Master e 6 certificazioni. Dal 2015 al 2020 ha curato la rubrica "About economy and Social Equity"  per la rivista "Economia - ecaroundworld", dal 2017 al 2019 ha collaborato con "Wall Street Italia", nel 2019 con "Economista.info" mentre dal 2020 collabora con "Wall Street Cina", "Gazzetta Italia" e "Polonia Oggi", dal 2021 con "RisorseUmane-HR". Founder di "General Magazine".

2 pensieri riguardo “Lavorare meno a parità retributiva: test in Islanda”

  1. Mi sembra una stupidaggine . Le ore di lavoro devono potere essere scelte e pagate secondo la necessità del lavoratore

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