Impatto coronavirus: nasce la filiera italiana dei dpi

Dopo il forte colpo subìto per l’assenza di aziende che producessero mascherine sul territorio nazionale, molte imprese hanno riconvertito la loro produzione.

L’attuale paradigma economico improntato sul neoliberismo ed il capitalismo più sfrenato, ha spinto le aziende a delocalizzare sempre più le produzioni all’estero alla ricerca di manodopera a basso costo e facendoci così trovare impreparati nel momento del bisogno.

Quando le mascherine per proteggersi diventavano introvabili sul mercato ed il loro utilizzo veniva reso obbligatorio per legge, il prezzo è schizzato alle stelle e noi ci siamo accorti che il nostro tessuto industriale era stato spostato oltre i confini nazionali in maniera decisamente troppo marcata.

La risposta di alcune aziende non si è fatta aspettare: 135 imprese, infatti, hanno riconvertito la produzione nel giro di breve tempo facendo nascere la filiera italiana dei dpi (dispositivi individuali di protezione).

A dirlo è Domenico Arcuri, commissario straordinario per l`attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto dell`emergenza epidemiologica Covid-19, che durante un’audizione informale alla Commissione Affari sociali della Camera sulle disponibilità dei reagenti per l`analisi dei tamponi e dei dispositivi di protezione individuale, ha dichiarato:

“Oggi è nata una filiera per la produzione italiana di dispositivi di protezione individuale, grazie a 135 imprese italiane che si sono riconvertite e hanno iniziato a produrre. Al più tardi entro la fine di settembre, non dipenderemo più dall’importazione di dispositivi di protezione individuale dall’estero (soprattutto dalla Cina, dal Vietnam e dalla Corea del Sud).Abbiamo avviato anche una produzione di macchine per realizzare dispositivi di proprietà pubblica, abbiamo realizzato un accordo con due grandi aziende italiane che stanno producendo 51 macchine necessarie a realizzare mascherine chirurgiche che a regime, entro la fine di giugno, produrranno 31 milioni di mascherine al giorno.”

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Autore: Francesco Puppato

Vive in Polonia dove ricopre il ruolo di Lead Finance Controlling per una multinazionale del tabacco; precedentemente è stato Senior Controller, Supervisore del reparto logistico e BMW Task Force Manager per una holding italiana operante nel settore dell'automotive e prima ancora responsabile del Controllo di Gestione per gli stabilimenti polacchi di una holding italiana del settore del bianco, partendo dal dipartimento finanziario di una multinazioanle italiana attiva nel settore dei motori elettrici. Laureato in "Economia Aziendale" con indirizzo in "Management ed Organizzazione", parla quattro lingue (italiano, inglese, polacco e francese) ed ha poi conseguito 12 Master e 6 certificazioni. Dal 2015 al 2020 ha curato la rubrica "About economy and Social Equity"  per la rivista "Economia - ecaroundworld", dal 2017 al 2019 ha collaborato con "Wall Street Italia", nel 2019 con "Economista.info" mentre dal 2020 collabora con "Wall Street Cina", "Gazzetta Italia" e "Polonia Oggi", dal 2021 con "RisorseUmane-HR". Founder di "General Magazine".

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