Autovelox: qual è la differenza tra quelli arancioni e quelli blu?

Tipologia, formato e segnaletica.
Ecco come funzionano e quando le multe possono essere considerate invalide.

Gli autovelox: l’incubo di chiunque abbia la patente di guida.

Andiamo, di seguito, ad analizzare le loro caratteristiche e differenze.

Gli autovelox arancioni, noti anche come Velo Ok, sono strutture cilindriche contenenti una finestrella in cui è posizionata la telecamera per il controllo della velocità.

Gli autovelox arancioni sono dispositivi mobili, che vengono installati e rimossi manualmente dalle forze dell’ordine.

Per questo motivo, per il loro corretto funzionamento, è necessaria la presenza di una pattuglia nelle vicinanze del Velo Ok.

Le multe emesse da autovelox arancioni non accompagnati da una pattuglia sono considerate invalide e possono essere contestate.

Questi autovelox vengono spesso collocati vuoti ai lati della strada come deterrente, svolgendo il ruolo di spaventapasseri per indurre gli automobilisti a rallentare grazie alla semplice presenza visiva di tali dispositivi.

La situazione, invece, è diversa per gli autovelox blu.

Gli autovelox blu, come riporta Automobili10.it, sono cabine squadrate realizzate in metallo, che contengono una telecamera fissa al loro interno.

A differenza dei Velo Ok (ovvero quelli arancioni), questi autovelox sono fissi e possono essere controllati a distanza.

Di conseguenza, non è necessaria la presenza delle forze dell’ordine per validare le multe emesse da tali apparecchiature.

Pratiche commerciali scorrette: l’antirust multa Compass

Compass multata dall’Antirust per 4,7 mln di euro per pratiche commerciali scorrette.
Nel mirino finiscono anche Metlife ed Europ Assistance.

4,7 milioni di euro.

Questa l’importo con cui l’Antitrust ha sanzionato Compass, società di credito al consumo del gruppo Mediobanca e già sponsor della nazionale italiana di calcio.

L’accusa è quella di pratiche commerciali scorrette; più nel dettaglio, nel bollettino dell’Autorità, si può leggere:

Compass ha condizionato e/o limitato considerevolmente la libertà di scelta dei consumatori in relazione ai propri prodotti di finanziamento”.

Stando infatti a quanto ritiene l’Antitrust, ancora si legge:

Compass ha prospettato ai consumatori intenzionati a richiedere prestiti, la possibilità di accedere a questi ultimi solo sottoscrivendo polizze assicurative che nulla hanno a che vedere con il finanziamento, attuando di fatto un abbinamento forzoso tra prodotti di finanziamento e prodotti assicurativi“.

Ma non è solo Compass ad essere finita nel mirino; il medesimo procedimento ha riguardato anche le società di assicurazioni Metlife (sia Metlife Europe che Metlife Europe Insurance) ed Europ Assistance, in entrambi i casi, tuttavia, i procedimenti si sono chiusi senza sanzioni.

Da parte sua, Compass, invece dichiara:

Siamo certi di aver agito secondo principi di integrale trasparenza nei confronti della propria clientela ed in piena conformità rispetto al quadro regolamentare; per tale motivo faremo immediato ricorso al Tar del Lazio”.

Non solo; la medesima società di credito al consumo fa inoltre notare di aver intrapreso già da mesi delle azioni volte ad “accrescere ulteriormente i profili di correttezza nei confronti della clientela” e che queste avverranno “nei tempi prospettati dall Agcm“.