Il mondo di Ketty – Il gusto della sorpresa: un viaggio sensuale oltre la routine

Nelle coppie di lunga data, la routine spesso prende il sopravvento: gli stessi gesti, gli stessi luoghi, e la sensazione che la passione si sia trasformata in un affetto tiepido e rassicurante. Ma cosa succede quando ci si concede di attingere alla fantasia? Quando, invece di spegnersi, il desiderio viene risvegliato da un semplice gesto di complicità?

Un esempio potente di questa magia in un racconto che ci porta in un viaggio sensuale e inaspettato. Una coppia si ritrova a condividere un momento che va oltre le parole e oltre la vista: un invito, una benda di seta nera, e un tramonto spettacolare che diventa testimone di un rito privato.

Il silenzio e il sorriso di chi accetta di lasciarsi guidare, la musica che accompagna la strada verso l’ignoto, e il cestino da picnic pieno di promesse. L’auto che si allontana dalla strada principale e, poco alla volta, la tensione dolce dell’attesa cresce.

La sorpresa è l’antidoto alla noia, e in questo viaggio lo scopriamo in ogni dettaglio: una carezza delicata, la freschezza di una fragola immersa nella panna, il lento dischiudersi dei corpi e dei desideri. È un invito a giocare con i sensi, a lasciarsi travolgere dalle sensazioni, a riscoprire la bellezza dell’attesa.

Il messaggio che questo racconto regala a chi lo legge è semplice e prezioso: la passione non muore, se siamo disposti a trasformare la routine in un viaggio di scoperta. Bastano un luogo evocativo e la voglia di sorprendersi – e sorprendere.

Alla fine, l’amore maturo non ha paura del mistero, ma lo abbraccia, e riscopre la potenza di ogni attimo vissuto insieme.

Racconto 

-Ci vieni con me? Voglio farti vedere una cosa, vedrai sarà una sorpresa, ti fidi?

Il silenzio e il sorriso di Kate erano la risposta. 

-Dove mi stai portando?

– shhh, goditi il viaggio. 

E Angel dopo aver pronunciato queste parole prende dal cruscotto dell’auto un tessuto lucido come la seta e nero.

Kate lo guardò con un sorriso tra lo stupore e l’eccitazione, quella novità le metteva in corpo un brivido, il brivido della sorpresa, un brivido piacevole che faceva vibrare ogni cellula del suo essere.

Mentre l’auto andava, con calma ma decisa, verso la metà una musica gradevole, dolce e sensuale riempie l’abitacolo. 

Kate non stava più nella pelle, dove erano diretti?

Angel aveva pensato a tutto, un cestino da picnic nel bagagliaio conteneva una bottiglia di vino bianco fresco, leggermente mosso, fragole e panna.

Guardando la febbricitante Kate a quanto pare non aveva sbagliato a prendere quella decisione, per un momento aveva creduto che si fosse rifiutata di salire in macchina verso quella meraviglia sconosciuta e che poi non avesse acconsentito ad essere bendata.

Questo apriva nella mente e nel desiderio di Angel nuovi orizzonti da scoprire.

L’auto stava percorrendo una strada accidentata e in salita, segno che avevano lasciato la strada principale, erano quasi arrivati? Kate non lo sapeva con certezza ma lo intuiva, infatti dopo poco l’auto si fermò, Angel scese e le venne ad aprire la portiera.

Kate fece segno di togliere ciò che le impediva la vista, ma Angel baciando leggermente le sue labbra le disse sussurrando di no che non era ancora arrivato il momento, lui l’avrebbe guidata.

Angel prese il cestino dal bagagliaio e prendendo Kate sottobraccio si avviò verso un piccolo casolare costruito su un promontorio a picco sul mare sulla costa frastagliata di quella parte dell’isola.

Erano arrivati giusto in tempo per lo spettacolo, lo spettacolo più emozionante e più bello della natura, il tramonto.

Quella costruzione così spartana aveva una vista mozzafiato sull’orizzonte, regalava la sensazione di stare sospesi tra terra, mare e cielo.

E in quel casolare quello spettacolo diventava unico perché privato ed eccitante.

Adesso con una lentezza quasi esasperante, che solo questa bastava a far capitolare Kate, Angel le tolse la benda, da dietro le sue spalle e la sua bocca vicinissima al suo orecchio destro, le sussurrò piano.

– ecco questa è la mia sorpresa per te. 

Mettendola davanti a quella palla infuocata che pian piano stava per immergersi nel mare calmo dell’orizzonte, tingendo il cielo come una tavolozza di un pittore.

Kate si sentì mancare, sia per lo spettacolo che era meraviglioso, e sia per l’eccitazione che le aveva provocato quel soffio leggero poco sopra la sua spalla, nella parte più vulnerabile del suo collo, si sentiva parte di quella tavolozza di colori pronti a dipingere i momenti che di lì a poco si sarebbero consumati.

Tutto il cielo aveva assunto il colore caldo dell’arancio tendente al rosso, tutti i pensieri di Kate erano andati in pausa per godere appieno di quella sensazione di benessere appagante. Sentiva il respiro caldo di Angel sul suo collo e questo contribuiva al suo benessere. Dopo che il sole cedette il posto alla luna, Angel riprese la striscia di seta nera e la legò dolcemente sugl’occhi di Kate che oramai si trovava in balia di strani brividi, e continua la sua opera di seduzione proseguendo con piccoli e brucianti baci che dalla nuca si spostano alla bocca socchiusa in attesa trepidante.

Ma Angel dopo averla baciata dolcemente, la fa accomodare sul divano e va a prendere il cestino, 2 calici in cristallo erano pronti ad essere riempiti, le fragole e la panna completano il quadro gustoso, pronto a soddisfare e colmare la sete e la fame di un altro eccitante spettacolo che senza copione avverrà su quel tramonto spettacolare appena trascorso, unico testimone. 

Dopo aver brindato Kate che sembra essere percossa da un brivido in tutto il corpo.

Hai paura? 

Le sussurra Angel, lei fa cenno di no con la testa, allora le prende il viso tra le mani per darle stabilità poi comincia a stuzzicarle le labbra prima con la sua lingua calda poi le appoggia una fragola ricoperta di panna.

Kate deliziata dalla freschezza e dolcezza della panna addenta la fragola offertale.

Ti sei sporcata, 

le sussurra e inizia a leccarla lì dov’è caduta la panna, con mano sapiente comincia lentamente ad aprire la camicetta poi il leggero scrigno in pizzo che contiene il suo seno e che sembra impaziente essere baciato, mordicchiato da Angel.

Kate si sente sempre più calda ed eccitata.

Un’altra fragola arriva alle labbra di Kate dopo che aveva assaporato i baci sapienti e brucianti di Angel sul collo e sui capezzoli turgidi e tesi, volti ad essere ancora torturati dai baci ardenti di Angel.

Ma lui non sembra badarci e dopo un’ennesima fragola sulle labbra oramai vogliose di Kate appoggia una mano sotto la sua gonna salendo pian piano lungo le cosce lisce e vellutate verso il punto di non ritorno, a togliere l’ultima barriera che imprigiona il tempio del piacere.

Alla fine della salita la mano di Angel non trova nulla da togliere, ma solo qualcosa di umido e prezioso, stupito ed eccitato da quella assoluta sorpresa che mai si sarebbe aspettato vorrebbe esplodere di piacere insieme a lei, Angel deve fare uno sforzo non da poco per contenersi e continuare il percorso della lenta eccitante agonia per Kate.

Indispettito dal sorriso malizioso di Kate per essere riuscita nell’intento di sorprenderlo con quella scoperta esplosiva per il suo testosterone, decide di godersi l’eccitazione di Kate fino in fondo.

Lentamente le sfila via la gonna e prende una cosa che aveva comprato nel caso si fosse presentata l’occasione da sogno che adesso stava vivendo.

Un piccolo piumino da solletico, quando lo acquistò, dietro consiglio di una avvenente commessa, gli era sembrato l’acquisto più equilibrato e meno trasgressivo, si era vergognato un pochino davanti quella ragazza che sapeva il fatto suo alla perfezione consigliando sui diversi modi d’uso.

Angel non vedeva l’ora di provare se veramente, quel piccolo innocuo oggetto, aveva quei poteri di eccitazione…

Il Mondo di Ketty – Sei felice?

Tra sogni assoluti e attimi perfetti: una riflessione sulla felicità.

5:45. Un suono dolce ma insistente riesce a strapparmi dalle cullanti ali di Morfeo. Apro gli occhi e spengo la sveglia. Bevo—mai abbastanza, ma meglio di niente.

Inizia la mia routine quotidiana: prendo da dove l’avevo appoggiato ieri sera ciò che sarà il mio outfit di oggi e, lentamente e pigramente, mi avvio verso il bagno. Nel tragitto, la mia cagnolina continua a saltarmi addosso; rischio di pestarle una zampa—il suo affettuoso buongiorno. Poi incontro le braccia di mio marito, già sveglio da almeno quindici minuti prima di me. Appoggio il mio viso assonnato, ancora incorniciato dai riccioli scomposti della notte appena trascorsa, sul suo torace ampio e accogliente. E quello è il suo di buongiorno.

La doccia e il telo caldo appoggiato al termo. Il bagnoschiuma profumatissimo abbinato all’eau de toilette sul comò (che, magicamente, appena ti tamponi la pelle fuori dalla doccia—puff! Evaporato). La skincare, il dentifricio, le lenti a contatto (altrimenti, chi vede cosa?), il make-up, il refresh per i miei capelli (in vecchiaia sono diventati ricci, come se fosse una grazia concessa a un condannato al patibolo).

Tutto questo, e molto altro, mi attende prima che io possa mettere il naso fuori casa per correre al lavoro.

Già, il lavoro. Quello che, da fine 2020, fa parte della mia routine. Mi fiondo in stazione, salgo sul treno delle 7:17. Arriverò in ritardo. Anche questa è routine.
In quell’ora che mi separa dal timbro del cartellino, cuffie nelle orecchie e musica da canticchiare, oppure sintonizzata su RDS, a sorridere da sola. Tanto, sempre sola sei, anche dentro a un treno strapieno nell’ora di punta. Mi aiuta la radio, mi aiutano le canzoni, mi aiutano i podcast.

Oggi mi sento bene, mi sento viva. Non come ieri. Ieri non era un buon giorno.
Oggi è primavera.

Tesso la vita per sette ore e spiccioli, riapro la porta di casa che manca poco alle 17.
Sono sveglia da dodici ore e la mia giornata volge al termine. Per poi ricominciare.

Quindi, per tornare alla domanda che stamattina, presto—prima delle 7 (ma non ha dormito, per venire da me a pormela?)—si è insinuata nella mia mente, prepotente, insolente, tagliente, sfacciata: sei felice?

FELICITÀ

Io ho due modi di vedere la felicità.

La prima è una felicità relativa, la più gestibile dal punto di vista emozionale, quella che si nasconde nelle piccole cose.
La trovi dietro l’angolo, dentro un sorriso sconosciuto, un buongiorno squillante, un messaggio inaspettato, un complimento sincero, il raggiungimento di un piccolo obiettivo, il resistere a un dolce.
La trovo nelle chiamate dei miei figli, nel naso umido del mio cane che si struscia sul dorso della mia mano.
La trovo dentro un “stai bene con questo taglio di capelli”, un “mi è piaciuto quello che hai scritto”, un “meno male che ci sei”, un “ti ci devo portare” o un “mi accompagni”.
La trovo nei colori di un’alba che profuma di salsedine, in un languido tramonto confortato da un caldo abbraccio.

Poi c’è la felicità assoluta.
Questa felicità io, in realtà, non so cosa sia.

Penso che sia più un’idea enfatizzata che una reale e tangibile sensazione.
Oppure ricerchiamo tanto questa felicità assoluta che non ci accorgiamo di avere già dentro di noi quella relativa. E, di conseguenza, non ci sentiamo appagati.

La mia conclusione? Nessuna. Solo Carpe Diem.
Perché solo se si ha il coraggio si può rischiare di essere felici.
Al limite, hai solo fatto esperienza.