Ubs pronta ad acquisire Credit Suisse

L’acquisizione salverebbe la banca svizzera.
L’operazione potrebbe chiudersi nel week-end.

Ubs è in trattativa per acquistare tutta o parte di Credit Suisse.

Ripresa poi anche da Il Corriere della Sera, First Online ed altre testate, la notizia arriva dal Financial Times che cita diverse fonti vicine al dossier secondo cui le nozze tra la prima e la seconda banca svizzera sarebbero il “piano A” delle autorità elvetiche, impegnate nel tenere a galla Credit Suisse dopo la linea di credito da 50 miliardi di franchi annunciata dalla banca centrale elvetica.

L’imperativo è fare presto, anche allo scopo di evitare nuove tempeste borsistiche su un titolo già arrivato ai minimi storici.

Secondo il Financial Times, i consigli di amministrazione delle due banche si incontreranno separatamente nel fine settimana per valutare l’operazione.

Ad orchestrare le possibili trattative tra Ubs e Credit Suisse nel tentativo di rafforzare la fiducia nel sistema finanziario saranno la banca centrale svizzera e la Finma, l’autorità di regolamentazione del mercato.

Una necessità impellente dato che, riferisce Reuters, almeno quattro big bancari europei, tra i quali SocGen e Deutsche Bank e Bnp Paribas, avrebbero limitato le operazioni che coinvolgono Credit Suisse o i suoi titoli.

Le autorità svizzere hanno detto alle loro controparti americane e britanniche che l’unione di Credit Suisse e Ubs è il loro “piano A per fermare il crollo della fiducia in Credit Suisse”.

Il quotidiano britannico, citando alcune fonti, sostiene inoltre che l’obiettivo è quello trovare una soluzione semplice e diretta prima dell’apertura dei mercati lunedì.

Secondo alcune indiscrezioni il progetto potrebbe anche coinvolgere altri intermediari elvetici, tra cui casse di risparmio (Raiffeisen in primis) e alcune delle maggiori banche cantonali.

Giovedì scorso, l’agenzia Bloomberg aveva riferito che i vertici di Ubs e Credit Suisse si erano opposti a un matrimonio forzato, con la prima che avrebbe preferito puntare sulla propria strategia incentrata sulla gestione del risparmio senza assumersi rischi legati al suo rivale.

Italia: 76 miliardi per il primo green bond

Scadenza fissata per il 2045.
Spread a 12 punti base sopra il Btp ordinario.

L’Italia ha emesso il suo primo green bond.

L’obbligazione verde ha in poco tempo superato i 76 miliardi di euro, di cui 5,75 dai joint manager.

Il titolo ha scadenza nel 2045 ed il suo spread è stato fissato a 12 punti base sopra il Btp ordinario, avente scadenza nel 2041.

Le banche incaricate del collocamento sono cinque: Intesa Sanpaolo, Bnp Paribas, Credit Agricole, NatWest Markets e Jp Morgan.