È una giornata assolutamente negativa per le Borse.
Alle 13:45, per bocca del presidente Christine Lagarde, sono state annunciate le strategie della Bce:
“Ci vuole tempo per analizzare, sezionare e apprezzare ciò che facciamo; consideriamo l’attuale choc severo ma temporaneo se le giuste misure saranno messe in campo da tutti gli attori.”
Le misura a cui la Lagarde fa riferimento sono un incremento di 120 miliardi del QE da qui a fine anno, contro gli attuali acquisti di titoli da 20 miliardi di euro al mese, la revisione al ribasso dei tassi dei prestiti agevolati alle banche Tltro e l’aggiunta di nuovi prestiti a medio-lungo termine.
Rimangono inalterati, invece, i tassi di interesse ed i tassi di deposito.
Ciò che più spaventa, però, è stata la frase con la quale la presidente ha lasciato chiaramente passare l’idea di un’Istituzione vuota, priva di ogni comando e controllo, in balìa di sè stessa:
“We are not here to close spreads, there are other tools and other actors to deal with these issues.”
Che, tradotto, significa:
“Non siamo qui per chiudere lo spread, ci sono altri strumenti ed altri attori per affrontare questi problemi.”
E chi dovrebbe farlo, se non una Banca Centrale? Chi sarebbe il garante di ultima istanza?
Le reazioni sono state le seguenti:
- Il Ftse Mib di Milano è sceso del 10%;
- Il settore bancario a Piazza Affari è passato dal -4% al -10,20%;
- Settore industriale -11%.
Nel dettaglio, la peggior performance è quella di Atlantia che fa registrare un -17%.
Lo spread, ieri a quota 192, è ora schizzato a 235 punti base.
Buttando l’occhio alla situazione generale, vediamo che il Dow Jones cala del 7,37% ed il Nasdaq del 6%.
L’oro, considerato un bene rifugio, perde il 3,22% scivolando sotto la soglia dei 1.600 dollari l’oncia.