L’Italia è stata dichiarata zona rossa, tutta.
Sono state sospese le attività educative, sportive e ricreative, con forti limitazioni a quelle sociali ed economiche a seconda dei casi.
Resta però una cosa che non ha subìto alcuna limitazione: la Borsa.
Il mercato è rimasto infatti aperto e senza alcuna limitazione; ciò significa che chiunque può intervenire a livello azionario ed obbligazionario esattamente come fosse un momento di normale amministrazione, come se non ci fosse alcuna situazione di emergenza sotto quel punto di vista.
Sembra incredibile che, per più avendolo già vissuto, il governo non si sia preoccupato di limitare l’operatività di Borsa. Ad oggi, infatti, è possibile effettuare qualsiasi transazione, comprese le vendite allo scoperto.
Vista la situazione d’emergenza, è logico che il rendimento dei titoli schizzi verso l’alto e che questo invogli gli speculatori ad effettuare vendite allo scoperto degli stessi.
Il giochetto, in poche parole, è questo: vendo oggi dei titoli che non posseggo (appunto, vendita allo scoperto) perché il loro valore di mercato è salito, promettendo che li ricomprerò (chiudendo quindi la partita, cosa che sono obbligato a fare) in futuro, ovvero quando la situazione si sarà stabilizzata ed il loro costo tornerà a scendere verso un valore normale.
Questo meccanismo è del tutto lecito e, per chi non è troppo giovane, riporta sicuramente alla mente la colossale speculazione fatta da George Soros ai danni dell’Italia nel 1992. Operazione che, oltretutto, valse anche la laurea ad honorem allo stesso Soros e consegnata da Romano Prodi tramite l’Università di Bologna (approfondimento, a cura dello stesso autore ma per la rivista “Wall Street Italia”, al link).
Qui, un breve video reperibile molto facilmente su youtube di cosa successe in quella sciagurata occasione. Un’occasione che sembra tuttavia non aver insegnato niente, visto l’attuale comportamento del governo.
L’ha ripubblicato su PAROLE LIBERE.
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