Crack Signa: in frantumi l’impero Benko

Crolla il colosso immobiliare austriaco, proprietareio di mezza Europa.
Sacrificato il Chrysler Building. Pesano prestiti e titoli finanziari.

René Benko, recentemente tolto da Forbes dalla lista dei miliardari nella quale era entrato nel 2019, deve fare cassa per salvare il suo impero, travolto da 25 miliardi di euro.

Inevitabile lo spezzatino del colosso immobiliare austriaco Signa, padrone di mezza Europa, ma finito in dissesto: il primo a essere sacrificato è il Chrysler Building, uno dei grattacieli più famosi di New York.

Il commissario straordinario, Christof Stapf, arrivato al capezzale della società, la più grande vittima finora della crisi immobiliare europea, sta tentando un salvataggio, a base di dismissioni e disboscamento dei costi.

Come prima mossa, ha iniziato a intavolare trattative per vendere la quota nel Chrysler Building e, allo stesso tempo, la scure è caduta su molti “lussi” aziendali come il jet privato aziendale di Benko.

Le notizie sono state annunciate ai creditori di Signa, riunitisi per la prima volta a Vienna, e sono anche la prima uscita pubblica del curatore.

Stapf, come riporta Il Sole 24 Ore, ha dichiarato quanto di seguito:

È stato avviato un piano di liquidazione per la vendita accelerata di investimenti e beni”.

Nel 2019, Signa e lo sviluppatore immobiliare americano RFR Holding, avevano acquisito il Chrysler Building, l’edificio art déco che era il più alto del mondo quando fu completato nel 1930.

L’incontro a porte chiuse di martedì in un tribunale di Vienna ha fatto emergere una massa di 5 miliardi di euro di creditori, di cui per ora solo 1 miliardo ha presentato domanda in tribunale per essere ammesso alla lista del passivo (che però si chiude a gennaio).

Il grosso dei debiti di Signa è composto da prestiti bancari e titoli finanziari.