Non difendere deliberatamente l’interesse nazionale vale la vita.
Legge molto vaga e aperta ad interpretazioni.
Danneggiare l’interesse nazionale in Zimbabwe può valere la vita.
Una nuova legge, cosiddetta “patriottica“, introduce la pena di morte per coloro che, deliberatamente, non difendono l’interesse nazionale.
Il provvedimento firmato dal presidente zimbabwano, Emmerson Mnandagwa, mette fine in maniera definitiva alla libertà di espressione e sposta lo Zimbabwe nel novero dei paesi sotto dittatura.
La firma del provvedimento arriva in un momento cruciale per il paese, cioè le elezioni per la presidenza che si dovrebbero tenere il 23 agosto, Mnangagwa è candidato e contemporaneamente ci sarà la visita del presidente iraniano, Raisi, ad Harare.
Ora, in Zimbabwe, è considerato un crimine “danneggiare deliberatamente la sovranità e l’interesse nazionale” del paese e, come riporta AGI, sarà punito chiunque partecipi a riunioni o incontri con persone che promuovono sanzioni contro lo Zimbabwe.
Una legge molto “vaga” che lascia una grande libertà di manovra a chi governa e che può decidere a suo piacimento cosa è male e cosa è bene per il paese.
Autore: Francesco Puppato
Vive in Polonia dove ricopre il ruolo di Lead Finance Controlling per una multinazionale del tabacco; precedentemente è stato Senior Controller, Supervisore del reparto logistico e BMW Task Force Manager per una holding italiana operante nel settore dell'automotive e prima ancora responsabile del Controllo di Gestione per gli stabilimenti polacchi di una holding italiana del settore del bianco, partendo dal dipartimento finanziario di una multinazioanle italiana attiva nel settore dei motori elettrici.
Laureato in "Economia Aziendale" con indirizzo in "Management ed Organizzazione", parla quattro lingue (italiano, inglese, polacco e francese) ed ha poi conseguito 12 Master e 6 certificazioni. Dal 2015 al 2020 ha curato la rubrica "About economy and Social Equity" per la rivista "Economia - ecaroundworld", dal 2017 al 2019 ha collaborato con "Wall Street Italia", nel 2019 con "Economista.info" mentre dal 2020 collabora con "Wall Street Cina", "Gazzetta Italia" e "Polonia Oggi", dal 2021 con "RisorseUmane-HR". Founder di "General Magazine".
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