Danneggiare l’interesse nazionale in Zimbabwe può valere la vita.
Una nuova legge, cosiddetta “patriottica“, introduce la pena di morte per coloro che, deliberatamente, non difendono l’interesse nazionale.
Il provvedimento firmato dal presidente zimbabwano, Emmerson Mnandagwa, mette fine in maniera definitiva alla libertà di espressione e sposta lo Zimbabwe nel novero dei paesi sotto dittatura.
La firma del provvedimento arriva in un momento cruciale per il paese, cioè le elezioni per la presidenza che si dovrebbero tenere il 23 agosto, Mnangagwa è candidato e contemporaneamente ci sarà la visita del presidente iraniano, Raisi, ad Harare.
Ora, in Zimbabwe, è considerato un crimine “danneggiare deliberatamente la sovranità e l’interesse nazionale” del paese e, come riporta AGI, sarà punito chiunque partecipi a riunioni o incontri con persone che promuovono sanzioni contro lo Zimbabwe.
Una legge molto “vaga” che lascia una grande libertà di manovra a chi governa e che può decidere a suo piacimento cosa è male e cosa è bene per il paese.